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Terminata la Settimana Santa a Molfetta, tornano le richieste di riduzione e cambiamento di orario. Inconvenienti e criticità dell'uscita notturna
21 aprile 2017

MOLFETTA – E’ appena terminata la Settimana Santa a Molfetta, ma già si registrano le prime polemiche sulla durata delle processioni e soprattutto sugli orari di uscita e di ritirata.
I cittadini, ma anche molti confratelli di Santo Stefano, lamentano la lunghezza dell’orario della processione (foto Mauro Germinario): ben 9 ore, ma soprattutto contestano l’uscita dei Misteri che oggi avviene alle 3 di notte.

In realtà, come già detto altre volte, senza che l’autorità ecclesiastica sia riuscita mai ad intervenire in materia, quasi per una sorta di soggezione nei confronti dell’Arciconfraternita di S. Stefano, questi orari rischiano, nel tempo, di far scomparire questa tradizione o quantomeno di ridimensionarla, a causa della scarsa partecipazione.

Come sempre le negatività riguardano l’impossibilità da parte di molti cittadini di potervi partecipare in quanto impegnati in una giornata lavorativa: non tutti possono avere il permesso (di questi tempi, poi!) per assentarsi dal lavoro nelle ore antimeridiane. E’ una lamentela generale che ci viene ripetuta ogni volta, ma non tocca a noi dare risposte o prendere provvedimenti in merito. Possiamo solo registrarla, per proporla all’attenzione delle autorità ecclesiastiche e dello stesso direttivo di Santo Stefano, ai quali si chiede un atto di coraggio (non tanto, per la verità!).

Tra l’altro, va detto con onestà, molti confratelli da noi avvicinati singolarmente ci hanno espresso il desiderio di tornare alla tradizione dell’uscita pomeridiana, anche se poi in assemblea non sempre esprimono apertamente questo pensiero, per evitare polemiche e discussioni.

Ma non è giusto che la volontà di poche persone vada contro quella complessiva dell’opinione pubblica. Alcuni cittadini ci hanno espresso il desiderio di portare i bambini ad assistere e partecipare all’uscita del Cristo morto, ma certamente nelle ore notturne questo non è possibile. Si rischia, in questo modo, una disaffezione alle tradizioni pasquali che, a lungo andare, potrebbero portare all’indifferenza. A che serve una uscita di processione in solitaria? Ai fotografi per raccogliere immagini suggestive per le cento mostre fotografiche che si tengono ogni anno? Ai giovinastri che approfittano di questa situazione per scorrazzare in città nelle ore notturne, per vandalizzare strutture pubbliche o bivaccare fino alla mattinata inoltrata, come dimostrano i rifiuti sparsi dappertutto in città?

Anche quest’anno, dopo l’uscita dell’ultima statua dei Misteri, è stato il deserto: tutti a casa o tutti in giro a fare altro mentre la processione si è svolta, come sempre, con pochi intimi e i soliti fotografi al seguito.

La spiegazione di questa uscita notturna sta nella necessità di consentire le funzioni pasquali nelle varie chiese, ma questo problema è facilmente superabile. Basterebbe uscire alle 18, per concludere la processione con la ritirata all’una di notte: si svolgerebbero regolarmente i riti religiosi, la processione percorrerebbe la città nelle ore serali con un fascino e un raccoglimento diversi dal percorso mattutino, che sembra una fiera di paese, potrebbero partecipare i bambini e soprattutto i lavoratori con le proprie famiglie, in un momento di reale raccoglimento religioso. E la processione verrebbe ridotta da 9 a 7 ore. In ultimo, anche se questo motivo non è fondamentale, ma da non trascurare, si permetterebbe una maggiore partecipazione di turisti. La stessa Rai, che quest’anno ha fatto una diretta nella trasmissione “Buongiorno regione”, avrebbe più occasioni di riprendere e trasmettere la processione in orari meno proibitivi, filmando una percorso più partecipato.

Sicuramente ci vuole coraggio a prendere questa decisione, superando l’ostinazione di pochi per venire incontro al desiderio della maggioranza del popolo. Sarà la volta buona? Oppure si continuerà a lasciare tutto com’è ora, solo per inerzia o per timore di qualche inevitabile critica?

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Se ci fossimo trovati in una giornata di solleone, o ancor meglio dopo il giorno di ferragosto dove si abusa anche nel bere, mi sarei fatto una risata; ma l'articolo apparso sulla rivista " Quindici ", riguardante la processione dei Misteri, mi ha a dir poco, fatto rimanere basito se non addirittura inorridito. Innanzitutto amo presentarmi, sono Nicola de Candia, umile confratello dell' Arciconfraternita di Santo Stefano, non facente parte dell' Amministrazione, quindi rispondo a titolo personale evidenziando le criticità dell'articolo in questione. In primis, la richiesta di uscita alle ore 18 e ancor più la riduzione della durata d'orario della processione non è stata ( che io ricordi ) , mai avanzata in assemblea né da uno, né da più confratelli. Vorrei evidenziare che le nostre assemblee, fino a prova contraria, sì basano su un confronto tra tutti i confratelli presenti che hanno totale libertà di pensiero e parole.Non è accettabile che a microfoni spenti, il confratello o i pochi confratelli in questione, avvicinando il giornalista di turno offrendogli semmai anche un caffè, possano indurre a modificare tradizioni consolidate nel tempo, senza comprendere pienamente le ragioni dello svolgimento della Processione al mattino. Riguardo ai bambini, è un periodo che non vanno a scuola, quindi il passaggio dei simulacri non induce a giustificarli, semmai la sera potrebbe essere un po tardi, meglio che vadano a dormire. Poi, perché mi scrive( Riproduzione Riservata) , " la Curia ha difficoltà nel intervenire? " Chi o cosa la porta a fare tale affermazione? Concludo, con l'affermare che " un momento di reale raccoglimento religioso " lo si vive in qualunque momento della giornata, indipendentemente dall'ora dello svolgimento della processione.



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