Sviluppo e innovazione, temi centrali del libro di Vito Cozzoli presentato nella sua Molfetta
Le competenze digitali sono ormai un fattore strategico per la competitività del nostro sistema socio-economico, ma la consapevolezza della loro importanza è ancora troppo poco diffusa così come poco diffusi sono gli skills, le competenze nelle imprese, nelle pubbliche amministrazioni, nei cittadini. Le strade da percorrere sono due: da un lato gli stakeholder istituzionali stanno lavorando per definire gli standard, le normative e le politiche legate all’innovazione e alla formazione. Dall’altra c’è una sfida culturale da affrontare diffondendo nella collettività la percezione della trasformazione digitale come driver di sviluppo ormai ineludibile. E questo può essere considerato uno degli obiettivi del libro di Vito Cozzoli “Sviluppo e Innovazione. Idee, esperienze e policy per la competitività del Paese” presentato nella Sala Consiliare del Comune di Molfetta dal sindaco Tommaso Minervini, dal governatore della Puglia Michele Emiliano, dall’on. Mara Carfagna, dal Rettore dell’Università di Bari Antonio Felice Uricchio, e dagli Amministratori delegati di Huawei Thomas Miao e di Exprivia Domenico Favuzzi. L’evento, coordinato dall’assessore alla Cultura Sara Allegretta e moderato da Attilio Romita, caporedattore di Rai Puglia, fa seguito alla presentazione “politica” tenutasi lo scorso maggio a Roma. Il volume raccoglie gli interventi svolti da Vito Cozzoli nel periodo 2014-2016 in qualità di Capo di Gabinetto del Ministero dello Sviluppo economico. I contributi ricostruiscono ampia parte delle idee-guida proposte, dei risultati raggiunti e delle attività svolte durante quella intensa esperienza per la progettazione e la realizzazione di politiche per lo sviluppo del Paese ed in particolare del Mezzogiorno. Le tematiche affrontate riguardano la politica industriale e gli incentivi alle imprese, le Smart Cities, l’innovazione e la digitalizzazione, le crisi d’impresa, l’energia, il Made in Italy e l’attrazione degli investimenti, le telecomunicazioni. Michele Emiliano ha ricordato che la Puglia ha da tempo scelto la strada dell’innovazione del suo tessuto produttivo e ha avviato una politica di incentivazione e attrazione delle imprese. Ricerca e sviluppo sono i cardini della politica della nostra regione attenta a coniugare l’innovazione con le attività tradizionali. Ecco perché sostiene investimenti materiali e immateriali nelle filiere dei settori storici come l’agricoltura, il tessile e l’artigianato. Abbiamo dato una svolta alla politica del passato: riusciamo a spendere i fondi europei e a investire nelle tecnologie avanzate della robotica e dell’aerospazio che oggi sono guidati dalla Puglia. E l’innovazione l’abbiamo applicata anche alla politica avendo però un’attenzione particolare all’ambiente. Di qui l’impegno per la decarbonizzazione: dobbiamo salvaguardare il creato che ci è stato consegnato, questa è l’innovazione più importante. Noi crediamo al gioco di squadra, perché così le qualità dei singoli vengono esaltate. Ecco perché abbiamo un rapporto armonioso con gli enti locali, più difficile quello col governo centrale: l’armonia, noi la chiamiamo democrazia compiuta e il lavoro di Cozzoli trasmette una serie di esempi in tal senso. Per l’on. Mara Carfagna il tema dell’innovazione non è divisivo nella politica. Il futuro dipende dall’innovazione, non è frutto del caso o di una scelta politica. Ecco perché occorre una larga condivisione perché il futuro è già entrato nelle nostre vite. Certo ci saranno migliaia di posti di lavoro perduti, ma al contempo se ne potranno creare di nuovi. Non serve un atteggiamento statalista o dirigista, ma individuare la strada per promuovere l’innovazione. Lo Stato deve investire in formazione per orientare i giovani verso i posti adeguati al mondo che cambia. Le Pmi sono la locomotiva dell’economia Italia, ma occorre superare il divario Nord-Sud, aumentato in questi ultimi anni. Le Smart Cities, le città intelligenti, devono divenire una realtà e in questo il libro di Cozzoli offre interessanti riflessioni, molte delle sue idee vanno riprese. Come Università abbiamo l’obbligo di trattenere le eccellenze nelle nostre realtà territoriali – ha detto il rettore Antonio Felice Uricchio. Oggi ci troviamo di fronte a competenze altissime che non trovano collocazione e alimentano l’emigrazione verso l’estero. Ecco perché nostro compito è quello di riconoscere i talenti e trattenerli. Il tema della new economy è un driver di sviluppo, non basta il made in Italy, ma è necessario attuare quelle sinergie pubblico-privato che in un settore trainante come il turismo, sono indispensabili. Ecco perché servono professionalità adeguate. Concetti ribaditi anche da Domenico Favuzzi, che ha ricordato come in Puglia ci siamo aziende che competono a livello mondiale, anche con tutte le difficoltà che legate a ostacoli e condizioni ostiche infrastrutturali. Spesso, però, le innovazioni restano relegate al mondo delle idee, per le difficoltà di farle diventare pratiche. Ecco perché l’innovazione digitale diventa una strada obbligata per consolidare la crescita avviata e che speriamo possa continuare in futuro. Thomas Miao ha sottolineato come l’innovazione sia sicuramente all’interno del Dna di Huawei. Innovazione per loro significa un investimento ingente ogni anno in ricerca e sviluppo, pari a circa il 10% del fatturato globale. Ma innovazione significa anche investimento sulle nuove generazioni, sui giovani talenti. Significa avere la capacità di cambiare e innovare non solo il mercato ma anche il modo di comunicare la vita delle persone e anche di supportare le nostre aziende nella loro capacità competitiva. In conclusione Vito Cozzoli dopo aver ricordato la sua storia familiare legata a Molfetta, si è complimentato con Favuzzi, perché la sua azienda Exprivia è la prima azienda italiana che acquisisce un’altra azienda italiana importante come l’Italtel. Questo ci permette di sostenere come sia necessario mantenere il primato manifatturiero in Europa e questo lo possiamo fare con l’innovazione che ci consente di essere competitivi. Il primo tempo di questo processo è quello di sostenere la produzione industriale per un reale recupero di competitività. Questo è possibile solo con la diffusione delle tecnologie e della cultura digitale nei processi produttivi, anche e soprattutto nelle Pmi del Mezzogiorno. Il secondo passo è quello di pensare il futuro che passa necessariamente attraverso una strategia industriale di cambiamento digitale driver di sviluppo in tutti i settori imprenditoriali. L’industria 4.0 vale anche per le Pmi non solo per quelle di grandi dimensioni, per permettere alle imprese di diventare competitive e di migliorare la qualità della vita, attraverso uno sviluppo sostenibile, in grado anche di creare nuova occupazione. Ecco perché occorre aiutare le startup a nascere: università e industria devono dialogare, trasferendosi le reciproche esperienze. Il Sud può tornare protagonista e l’azienda Exprivia ne è un esempio. “Chi non cambia, non è fermo, ma va indietro”, ha detto, convinto, Cozzoli. Ha concluso i lavori il sindaco Tommaso Minervini che ritiene importante una visione di futuro che non può essere fermato, ma va governato e le Smart Cities sono una strada per intraprendere uno sviluppo intelligente a favore della qualità della vita e della competitività con la quale dobbiamo fare i conti in un’economia globalizzata. © Riproduzione riservata
Autore: Felice de Sanctis