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Successo a Molfetta della raccolta di firme contro la privatizzazione dell'acqua
27 aprile 2010

MOLFETTA - Partita ieri anche a Molfetta la Campagna Referendaria “L’acqua non si vende”, promossa dal Forum italiano Movimenti per l’Acqua.

Importante il risultato ottenuto in una sola giornata: 365 firme per ciascuno dei tre quesiti referendari, con un interesse da parte dei cittadini incredibile!
Molfetta, quindi, risponde con entusiasmo all’appello del Forum italiano Movimenti per l’Acqua con una mobilitazione notevole!
Ma non è finita qui!
I membri del Comitato referendario molfettese,  si stanno organizzando per proseguire la raccolta firme con altri e numerosi banchetti che di seguito vi segnaliamo, invitando al stampa a darne diffusione in modo che ogni cittadino possa esprimere, firmando, la sua volontà a non fare dell’acqua una merce!
 
Calendario punti di raccolta firme:
 APRILE:
30, venerdì: Cineforum organizzato da Amnesty International, dalle ore 21.00 in via Termiti
 
MAGGIO
1, sabato: pomeriggio presso Fiera delle Autoproduzioni, le Macerie Baracche ribelli – zona industriale Molfetta
2, domenica:
ore 11:00 – 13.30 Corso Umberto I (altezza Galleria Patrioti Molfettesi)
19.00 – 21.30 – Conferenza pubblica con Margherita Ciervo – Comitato pugliese “Acqua Bene Comune”, nonché autrice del libro “Geopolitica dell'acqua” - Corso Umberto I (altezza Liceo Classico)
 
6, giovedì: Dibattito Pubblico “L’alfabeto della Mondialità” AZIONE CATTOLICA ITALIANA - Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi – in collaborazione con Università del Bene Comune, Con Rosario Lembo – presso Sala B. Finocchiaro-Fabbrica San Domenico alle ore 19.00
 
8, sabato: ore 19:00 – 21.30 Corso Umberto I (altezza liceo classico)
9, domenica: ore 11:00 – 13.30 P.zza Mazzini.
 
Promemoria sui tre quesiti:
I tre quesiti, già depositati in Cassazione a Roma, sono stati scritti da giuristi come Stefano Rodotà, Gianni Ferrara e Alberto Lucarelli, e se approvati renderanno possibile il ricorso ad aziende speciali o enti di diritto pubblico che gestiscano l’acqua come servizio di interesse generale, senza profitti.
PRIMO QUESITO: fermare la privatizzazione dell’acqua. Si chiede di abrogare l’art. 23 bis della legge 133/2008. L’ultima normativa in materia approvata dal Governo Berlusconi, che ha segnato un’accelerazione del processo di privatizzazione. Stabilisce come modalità ordinaria di gestione l’affidamento a soggetti privati attraverso gara o affidamento a società miste con socio privato almeno al 40%.
SECONDO QUESITO: aprire la strada alla ripubblicizzazione. Si chiede di abrogare l’art. 150 del decreto 152/2006 che stabilisce come uniche modalità di affidamento del servizio idrico la gara o la Gestione attraverso SpA a capitale misto pubblico privato o a capitale interamente pubblico.
TERZO QUESITO: eliminare i profitti dal bene comune acqua. Si chiede di abrogare l’art. 154 del decreto 152/2006 che dispone che le tariffe del servizio siano determinate tenendo conto della “adeguatezza della remunerazione del capitale investito”.
 
Il Comitato ha una pagina su Facebook rintracciabile scrivendo: Comitato molfettese per i 3 referendum per l'acqua pubblica.
 
Per maggiori informazioni: www.acquabenecomune.org
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Non volendo immaginare un futuro catastrofico, si intuisce come l'acqua - se non prestiamo attenzione -, potrebbe diventare il business di un prossimo futuro, nelle mani di imprenditori d'assalto e subdoli. La dimostrazione, qualora ce ne fosse ancora bisogno, dell'impotenza della politica, davanti al potere economico; la politica vassalla, sottomessa e schiava dell'economia. Invece di privatizzazione dell'acqua, bisognerebbe invece parlare di una sua migliore gestione. L'acqua è una risorsa infinitamente rinnovabile. Se si praticherà una gestione oculata, tutti potranno disporre di abbastanza acqua, e averne d'avanzo. Ma se continueremo ad agire come adesso, tra una quindicina d'anni circa 30 nazioni potrebbero trovarsi in grosse difficoltà. Costruire dighe sui fiumi può servire a controllare le inondazioni, a fornire il potenziale per produrre energia elettrica, e a immagazzinare acqua per vari scopi, compresa l'irrigazione. Potenziare i rifornimenti costruendo centrali idroelettriche e adottando altre misure per controllare il ciclo dell'acqua, gestire razionalmente la domanda e portare l'acqua dove serve. Le tubature che perdono andrebbero sostituite. Gli impianti possono essere riprogettati in modo che l'acqua sia utilizzata più razionalmente. Con il trattamento delle acque ci si assicura che ciò che ritorna al ciclo sia di qualità adeguata. Avviare programmi di istruzione e di educazione alla sanità, oltre che a realizzare impianti e servizi igienici. Occorre che ai fondi locali e a quelli stanziati dai governi si aggiungano contributi di enti e banche. La politica dovrebbe riprendersi il compito che gli spetta alla gestione del bene comune, lasciando all'economia la sola gestione di competenza. Far capire alla comunità che l'acqua, è un bene che non si deve buttare via. L'acqua è una risorsa che appartiene a tutti e occorre farne miglior uso, usarla con minore prodigalità.-
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