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Storia e notizie del canto Vexilla Regis Curiosità in vista della Pasqua
15 marzo 2024

L’inno venne composto in occasione dell’arrivo presso la regina Santa Radegonda di una grossa reliquia della Santa Croce, a lei inviata dall’imperatore Giustino II, presso l’abbazia della Santa Croce vicino a Poitiers. Per l’occasione la regina chiese a Venanzio Fortunato, vescovo e santo, nonché autore di poemi in lingua latina, di scrivere un inno che fu cantato per la prima volta a Poitiers nel 568, ed era composto di otto strofe. Papa Urbano VIII († 1644), fece apportare alcune correzioni che lo resero più scorrevole, con gli ultimi due versetti dell’VIII stanza al posto dei secondi due versetti della prima stanza, cambiando l’originale reddidit con il più eufonico pertulit e eliminando le strofe II, VII e VIII. Dai tempi di San Pio X vi fu la tendenza a tornare alla versione antica degli inni, e ciò avvenne nella liturgia anche per il Vexilla Regis. Il testo cantato a cappella dalle nostre Confraternite di Santo Stefano e della Morte, per i Riti della Quaresima e della Settimana Santa, mantiene la forma voluta da Papa Urbano VIII, con la piccola eccezione dello spostamento di “ave” che segue “O Crux”. La melodia del canto è di autore sconosciuto. Di seguito il testo originale e lo spartito musicale del rispettivo canto gregoriano, e il testo del canto eseguito a Molfetta, con le rispettive traduzioni. Vexilla Regis prodeunt; fulget Crucis mysterium, quo carne carnis conditor suspensus est patibulo. Confixa clavis viscera tendens manus, vestigia, redemptionis gratia hic immolata est hostia. Quo vulneratus insuper mucrone diro lanceae, ut nos lavaret crimine, manavit unda et sanguine. Impleta sunt quae concinit David fideli carmine, dicendo nationibus: regnavit a ligno Deus. Arbor decora et fulgida, ornata Regis purpura, electa digno stipite tam sancta membra tangere. Beata, cuius brachiis pretium pependit saeculi: statera facta corporis, praedam tulitque tartari. Fundis aroma cortice, vincis sapore nectare, iucunda fructu fertili plaudis triumpho nobili. Salve, ara, salve, victima, de passionis gloria, qua vita mortem pertulit et morte vitam reddidit. O Crux ave, spes unica, hoc Passionis tempore! piis adauge gratiam, reisque dele crimina. Te, fons salutis Trinitas, collaudet omnis spiritus: quos per Crucis mysterium salvas, fove per saecula. Amen I vessilli del Re avanzano; risplende il mistero della Croce, al cui patibolo il creatore della carne con la propria carne fu appeso. Confitti con i chiodi le membra, tendendo le mani e i piedi, per la [nostra] redenzione qui è stata immolata la vittima. Oltre a ciò, trafitto da crudele punta di lancia, per lavarci dalla colpa effuse acqua e sangue. Si compì quel che cantò Davide con veridica profezia, quando disse ai popoli: “Dio regnò dal legno [della croce]”. Albero appropriato e splendente, ornato di porpora regale, scelto a toccare con il [tuo] degno tronco così sante membra! [Albero] beato, ai cui bracci fu appeso il prezzo del riscatto del mondo: sei divenuto stadèra del corpo [di Cristo] e [questi] strappò via la preda dell’inferno. Effondi un aroma dalla corteccia, superi per profumo il nettare, lieta per il ricco frutto, lodi l’illustre trionfo. Salute a te, o altare! Salute a te, o vittima, a seguito della gloria della Passione, per la quale la Vita sopportò la morte e attraverso la morte restituì la vita. Salve, o Croce, unica speranza! In questo tempo di Passione ai fedeli accresci la grazia e ai peccatori cancella le colpe. Te, Trinità,fonte di salvezza, esalti ogni essere vivente, coloro che salvi attraverso il mistero della croce, proteggi per l’eternità. Amen.» Testo latino: Vexilla regis prodeunt: fulget Crucis mysterium, qua vita mortem pertulit, et morte vitam protulit. Quae, vulnerata lanceae mucrone diro, criminum ut nos lavaret sordibus, manavit unda et sanguine. Impleta sunt quae concinit David fideli carmine, dicendo nationibus: Regnavit a ligno deus. Arbor decora et fulgida, ornata Regis Purpura, electa digno stipite tam sancta membra tangere Beata, cujus brachiis pretium pependit saeculi, statera facta corporis, tulitquae praedam tartari. O Crux, ave, spes unica, hoc Passionis tempore piis adauge gratiam, reisque dele crimina. Te, fons salutis, Trinitas, collaudet omnis spiritus: quibus Crucis victoriam largiris adde premium.Amen. Traduzione: S’ avanza il vessillo del re rifulge il mistero della Croce, per cui la vita patisce la morte E con la morte ci dona la vita Vita che , trafitta da cruda punta di lancia, effuse acqua E sangue per lavarci dalle macchie dei delitti. Così si adempì l’oracolo che Davide cantò dicendo alle nazioni: Dio regna da un legno. Albero bello e fulgido, ornato da una porpora del re, scelto per il nobile tronco a Poter toccare membra così sante! O tu beato, ai cui bracci fu Appeso il prezzo del mondo Fatto stadera del corpo Che strappò la preda all’inferno. Ave, o Croce, unica speranza; In questi giorni di passione Aumenta ai pii la grazia, Cancella i delitti ai rei. O Trinità, fonte di salvezza, Te esalti ogni Spirito! A coloro cui donasti la vittoria Della Croce concedi anche il premio. Amen © Riproduzione riservata

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