MOLFETTA - Molfetta quest’anno rilancia lo sport automobilistico e il turismo di strada. Non una stranezza, è quanto emerge dall’illimitata quantità di paraurti e pneumatici disseminati per l’agro molfettese che farebbero invidia a una stazione di pit-stop.
Il “
circuito” dello Spazzatour parte ancora una volta dalla “
carrozzeria”sulla strada vicinale Santullo, ancora nelle
stesse condizioni segnalate da
Quindici online lo scorso 28 maggio. Né il Comune di Molfetta né l’Asm hanno cercato di ripulire la zona da cumuli di rifiuti e residui edili, oltre alla massiccia presenza di eternit. Ma c’è di più. Decine di paraurti sono stati abbandonati su questa vicinale, come anche nell’agro di Molfetta, quasi fosse un centro di demolizione auto. Secondo quale criterio? Possiamo supporre che l’autore sia un carrozziere che ha trovato facile, economico e veloce disfarsi in questo modo dei rottami?
Tappa sahariana la strada vicinale Casale, alle spalle della zona ASI. Siamo al confine con Bisceglie e qui vere e proprie dune di rifiuti e amianto, in un paesaggio desolato e di erbe secche, tolgono il fiato, specie se prendono fuoco per l’arsura estiva o per un atto doloso, come è già successo lo
scorso 19 giugno (questi lotti dovrebbero essere edificati in futuro). Forse quell’incendio, che ha coinvolto un cumulo di grosse gomme da camion, ha permesso ai proprietari (l’ASI o il Comune di Molfetta) di evitare le spese della bonifica?
Curva a gomito per lo Spazzatour di
Quindici in una località ormai arcinota alla cronaca. La strada vicinale Zappino, nelle vicinanze della vicinale Casale, presenta un box per il cambio gomme dotato di un intero set di pneumatici abbandonati sotto un albero, mentre, a una decina di metri dal canale a cielo aperto dei reflui provenienti da Ruvo e diretti verso il depuratore di Molfetta, cumuli di residui edilizi fanno da tribuna per gli spettatori molfettesi. Visibilio tra gli spalti dove i cittadini vedono ingranare la sesta marcia dall’obiettivo di
Quindici tra i
liquami nel mare e dure e solide scorie sulla terraferma.
Rush finale di questo Spazzatour la strada comunale Lama Martina. Copertoni di auto e costeggiano la carreggiata in attesa di un rapido cambio dei pneumatici. Presente anche della cenere nera (sono state incendiate alcune gomme?) e altro materiale non meglio identificato.
Bandiera a scacchi sul lungomare di Molfetta, dove le auto rincasano nelle scuderie. Sono in bella vista due sedili con vista mare (foto): forse una ingegnosa trovata di qualche cittadino seccato delle distrutte panchine, oppure poltrone lasciate ad asciugare dopo il lavaggio o semplicemente abbandonate.
Paragonabile ormai all’attenta vettura di «Google street view» che fotografa le strade di tutte le città, il «Quindici trash view» cattura a Molfetta tutte le nefandezze create dai cittadini e dal pressappochismo del Comune e dell’amministrazione comunale, alle prese con le varie operazioni della Magistratura (“Dirty Water” che continua “Mani sulla Città”) e con le indagini giudiziarie per il nuovo porto commerciale. Resta sintomatico il degrado socio-ambientale dominate su Molfetta, favorito non solo dai cittadini, ma anche dell'Asm che non controlla tutto il territorio, lasciando anche aree centrali nell’incuria.
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