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Silenzio o movida? Cosa ne pensano i cittadini
15 ottobre 2014

Lo sviluppo delle attività “di aggregazione”, la movida o la quiete? L’attrattività dei locali o il benessere e la quiete? La costituzione del gruppo “Ridateci il silenzio” ha avviato un dibattito acceso tra cittadini favorevoli allo sviluppo delle attività che permetterebbero un maggiore flusso di cittadini da paesi limitrofi in nome dello sviluppo e cittadini che ritengono che tale sviluppo si potrebbe ottenere anche “con volume più basso”. È necessario piegarsi a tale diktat o ci sono margini di dialogo? La discussione si è sviluppata anche all’interno della redazione di Quindici. Abbiamo pensato che i collaboratori potessero costituire un “campione” per eterogeneità di esperienze, residenza nei diversi quartieri della città, abitudini. La discussione ha coinvolto amici e conoscenti dei nostri redattori, che hanno voluto esprimere opinioni in merito. Marina Azzollini ha posto domande e raccolto parei spontanei. 1) Pensi che la città di Molfetta sia effettivamente silenziosa anche durante le ore più delicate del giorno (tipo dopo pranzo, la mattina presto oppure la notte)? Se sì, in che modo vedi l’iniziativa di “Ridateci il silenzio”? Esagerata? Spropositata? Dovrebbe riguardare soltanto alcuni quartieri in particolare oppure ritieni che ci sono ben altre cose prima di occuparsi della quiete pubblica e del rispetto del silenzio? 2) Oppure, se pensi che Molfetta sia effettivamente una città molto rumorosa: quali sarebbero le misure da prendere nei confronti di questo inquinamento acustico? Più vigilanza notturna? Aumento del personale dei vigili urbani? Migliore distribuzione del personale dei vigili? Oppure se non spetta ai vigili il compito di sorvegliare, a chi spetta? O in che modo si potrebbe porre fine all’inquinamento? 3) Se sei uno studente o comunque passi molto tempo a casa, quali sono le fonti di inquinamento acustico che più ti disturbano durante la giornata? PRIMA RISPOSTA (Dario) Sul tema dell’inquinamento acustico Molfetta è una città che rispecchia l’andamento delle altre. Non è né una città modello né una città deplorevole. Migliorare non è per nulla fittizio. Per farlo è necessario che il sistema sociale inneschi un comune percorso virtuoso con il contributo di tutti per un cambiamento in una nuova consapevolezza culturale. La principale fonte d’inquinamento acustico è il traffico e pertanto l’individuazione e l’adozione di soluzioni per la riduzione della rumorosità è strettamente legata anche alle dinamiche dell’intreccio tra trasporti pubblici e l’uso di mezzi alternativi. Occorre dunque rivedere il Piano Generale del Traffico Urbano, utile anche per una riduzione drastica dell’inquinamento, il quale dovrebbe mirare ad un riassetto sostenibile con una mobilità alternativa privilegiando un efficiente trasporto pubblico, l’uso di auto ibride ed elettriche, la pedonalizzazione, la ciclabilità. Tra le altre fonti d’inquinamento acustico vi è anche il cosiddetto rumore ludico rappresentato da quella che comunemente viene detta “musicalizzazione degli spazi” con evidente riferimento alla rumorosità degli spazi, dei luoghi e locali pubblici dove si sommano componenti acustiche di varia origine con effetti sull’ambiente circostante (rumori di apparati e apparecchiature, musica, rumore generato dalla gente, ecc.).L’argomento è molto delicato e per nulla facile, in quanto bisognerebbe trovare il giusto punto d’incontro tra chi necessità di un buon riposo e chi giustamente ha voglia di passare serate diverse (giovani soprattutto).A tal proposito vedrei di buon occhio una sorveglianza più efficace della città, non di certo mediante vigili in quanto inutile se non pericoloso per la loro stessa incolumità, bensì mediante l’utilizzo della tecnologia, ad esempio videocamere (utili soprattutto in tema di sicurezza, problema di primaria importanza per il quale ancora non si è ancora provato a far nulla).Iniziative come questa non sono mai esagerate o spropositate. L’Inquinamento acustico non è da sottovalutare in quanto nuoce alla salute. I rumori, infatti, possono causare nel tempo problemi di stress, psicologici, patologie anche di carattere cardiovascolare. Al massimo può essere non prioritaria, e ritengo che a Molfetta ce ne siano di priorità superiori. SECONDA RISPOSTA (Liliana) - penso che Molfetta sia abbastanza silenziosa nelle ore delicate, ma preciso che vivo in periferia; - non considero spropositata l’iniziativa, ma va certamente limitata a determinati quartieri. - sicuramente l’aumento di vigilanza notturna non può che avere esiti positivi. Invece il divieto di discarica dei vuoti di bottiglia dalle 22:00 alle 8:00 potrebbe avere il bruttissimo risvolto negativo di aumentare il numero di bottiglie vuote lasciate per strada; - i rumori che più mi disturbano durante la giornata sono la musica ad un volume assordante di alcune macchine per strada (non si possono multare?) e gli schiamazzi di studenti piccoli e grandi negli orari di entrata e uscita dalle scuole. Quando dico che l’iniziativa non è spropositata e che andrebbe certamente limitata a determinati quartieri, intendo dire che solo alcune zone sono rumorose, quindi non c’è bisogno di un dispiego di forze (ad esempio dei vigili) in tutta la città. TERZA RISPOSTA (Michele) Penso che la città di Molfetta non sia affatto silenziosa, è vero che molto dipende dalla zona, per esempio nella zona di casa mia (ZONA MADONNA DEI MARTIRI) c’è gente che urla, sbatte porte, alza e abbassa saracinesche, litiga, ecc. anche nelle ore che, in teoria, dovrebbero essere le più tranquille. Trovo che l’iniziativa di “Ridateci il silenzio” sia giusta e credo che andrebbe applicata su tutto il territorio molfettese. Ritengo che una maggior vigilanza da parte dei vigili urbani porterebbe a un miglioramento della situazione, magari vigilando le zone dove è più frequente il disagio dell’inquinamento acustico o parlando con i titolari dei vari bar o pub affinché limitino le emissioni sonore a determinati orari. quando dico che l’iniziativa è giusta e che andrebbe applicata su tutto il territorio molfettese intendo dire che tutta Molfetta è dunque rumorosa e che quindi ovunque ci sarebbe bisogno di nutrire un maggior rispetto per la quiete pubblica. QUARTA RISPOSTA (Alessia) - no io credo che la nostra cittadina non conosca la parola “silenzio”. È da quando sono piccola che dormo di notte con la finestra chiusa anche in piena estate, soffrendo molto il caldo, ma con la finestra aperta non riuscirei ad addormentarmi per il traffico di auto ad alta velocità e con radio accese a tutto volume che c’è tutta la notte. Soprattutto da quando corso Umberto è stato chiuso al traffico, via margherita è diventata impossibile. (alla seconda domanda di regola non dovrei risponde però ti dico comunque come la penso) - io non penso che chi si lamenta dell’inquinamento acustico sia esagerato, se si è arrivati ad un’iniziativa così è perché per chi vive in zone centrali o nei pressi di bar non è facile sopportare tanto chiasso, dato non solo da musica alta, ma anche da chiachiericci fino ad ora tarda. Però è anche vero che Molfetta nell’ultimo anno si è ripopolata. I giovani la sera non escono più fuori città per trovare movimento e penso che per noi sia una cosa positiva. Il secondo passo potrebbe essere quello di attirare gente in centro nei negozi. Insomma sono un po’ combattuta perché ho l’impressione che determinati locali stiano contribuendo ad una sorta di, come ho detto, “ripopolamento” di giovani a Molfetta. - non so dirti quanto possano fare i vigili urbani, però magari un maggior controllo servirebbe. Mi viene in mente un esempio che mi riguarda : nei paraggi del mio portone c’è un locale che viene affittato solitamente da giovani sulla quindicina d’anni (credo), non so dirti se sia sempre lo stesso gruppo o meno, ma questi d’inverno hanno l’ “hobby” antipatico di incendiare qualsiasi cosa si trovino davanti (cestini dell’immondizia, cassonetti, divani..) ovviamente, visto che si parla di inquinamento acustico, non lo fanno in pacifico silenzio. Beh penso che un maggior controllo potrebbe farli smettere. Anche se più volte in zona hanno chiamato i carabinieri, ma, appena andate via le forze dell’ordine, i ragazzini hanno ripreso. Per quello dico che non so quanto possa servire.Le fonti d’inquinamento che chiedi nell’ultima domanda sono presenti nelle altre risposte. Quelle più fastidiose per me sono certamente le auto con musica a tutto volume che disturbano il sonno notturno. “Nelle ore più delicate, in pratica quando sono a casa, dopo pranzo, notte e prima mattina, almeno nel mio quartiere mi sembra sia rispettato il silenzio. In realtà la mia zona non è molto rumorosa, tranne in estate, periodo in cui unica fonte di inquinamento acustico è rappresentata dalle 4 settimane di estate ragazzi. Alcuni si lamentano dei volumi delle radio davvero alti, compresa me prima quando ero universitaria. Con il senno di poi ho capito che alla fine i bambini hanno tutto il diritto di giocare e divertirsi. L’anno scorso ci fu un articolo su un giornale online molfettese di denuncia della situazione. A mio parere i volumi della musica fino all’anno scorso erano effettivamente un po’ troppo alti. Quest’anno ho avvertito minore chiasso. Per quanto riguarda le altre zone, non saprei dirlo, perché non mi trovo fuori casa in orari delicati. Per me di rumoroso e di inquinante ci sono le auto con i volumi della musica a palla. Credo però che molto dipenda dalla posizione e struttura dell’edificio in cui si abita. Dico questo perché Ignazio vive poco distante da me, il quartiere è lo stesso. Dalla sua stanza se qualcuno sta gettando i rifiuti sembra che il cassonetto sia in casa sua, sebbene abiti al 4 piano. Io sono musicista e ho sempre rispettato gli orari di silenzio della città e in particolare del mio condominio. Suono tra le 9 e le 12.30 massimo 13, pomeriggio tra le 17 e le 20. Ovviamente solo in casi rari faccio musica per più di due ore consecutive”. (Désirée) - Credo che Molfetta non sia nel complesso molto chiassosa, ci sono alcune zone più rumorose, ma è dovuto a motivi pratici: ad esempio via Madonna dei Martiri è abbastanza trafficata durante il giorno, perché è una delle vie principali. Oppure Piazza Municipio nei weekend diventa rumorosa per la presenza di alcuni locali (ma è anche giusto che si animi). O le strade occupate dal mercato il giovedì! - Posso condividere il disagio evidenziato. Mi rendo conto che spesso gli stessi locali che organizzano eventi sforino l’ora tollerata (la mezzanotte), che si finisce a creare gran chiacchiericcio. Sono d’accordo sulla chiusura degli shop H24 e con il divieto di discarica dei vuoti di bottiglia (magari dalla mezzanotte in poi). Mi dispiacerebbe se le principali piazze tornassero a svolgere solo la funzione di luoghi di vendita, perché significherebbe rendere nuovamente morte quelle aree, che invece possono essere vissute proprio grazie alla presenza di locali o all’organizzazione di eventi vari, purché si rispettino le esigenze degli abitanti. - Bisognerebbe anzitutto rispettare gli orari per la conclusione di eventi e manifestazioni, rieducarci al rispetto di chi ha esigenze di silenzi e riposo ed essere decorosi dell’ambiente, perché laddove la sera prima abbiamo lasciato una bottiglia di birra, torneremo probabilmente la mattina dopo per bere un caffè. Forse la vigilanza servirebbe per tenere sotto controllo la sicurezza della città, prima che per sedarne la rumorosità. (Susanna vico primo Madonna dei Martiri). Dora Adesso, redattrice, ha espresso la sua opinione e raccolto opinioni: Dato che risiedo nella nuova zona e precisamente in “Lama Martina” in costruzione non posso certo lamentarmi per quanto riguarda i rumori. Direi che il mio è un quartiere fin troppo tranquillo anche di giorno poiché circolano solo le auto dei residenti; si vedono famiglie in bicicletta la domenica mattina e residenti che portano il proprio cane a fare i bisogni. Per quanto mi riguarda questa tranquillità e questo silenzio non mi dispiacciono affatto, forse perché per molti anni ho vissuto nei pressi del Corso Umberto dove non mancano rumori e chiasso causati dal traffico nelle ore di punta, dalla gente che gridava per strada a tutte le ore e dalla musica che spesso proveniva dalle abitazioni. Per inciso so che non c’entra con la risposta alla domanda ma sottolineo che sono contenta di questo rione per quanto riguarda la tranquillità, ma vorrei che si provvedesse a costruire strade sicure e pulite. Ho incontrato una signora sulla sessantina che abita in via G. Salepico, parallela a Corso Umberto, e le ho posto la stessa domanda. Ella mi ha risposto: “Ci sono alcuni momenti della giornata in cui vorrei scappare, soprattutto nelle ore di punta, la mattina dalle 11 in poi e il pomeriggio dalle 17.30 fino alle 21. Ciò che mi da più fastidio è il traffico caotico: auto alla ricerca disperata di un parcheggio, guidatori che innervositi dal traffico cominciano a suonare i claxon, per non parlare delle auto che sostano in doppia fila perché gli automobilisti vanno a prendersi un caffè o a comprare il pane formando ingorghi a non finire. Ci sono auto che parcheggiano proprio alla punta dei marciapiedi occultando la visuale alle auto che devono girare. Per quanto riguarda i bar o le pizzerie non mi lamento più di tanto, anche perché durante la settimana non rimangono aperti fino a tardi e la gente non sosta sotto casa. Ritengo che Molfetta si debba attrezzare di qualche locale idoneo per ragazzi lasciando spazio al loro divertimento nei limiti consentiti e nel rispetto del proprio. Ben vengano locali con la musica ma non assordante che debba cessare a mezzanotte pur continuando con le consumazioni affinché la gente possa riposare nelle proprie case con tranquillità. Molfetta dovrebbe essere viva e attiva ma nel rispetto delle regole”. Ho posto la stessa domanda ad una ragazza di 23 anni che risiede al Lungomare e mi ha risposto: “Il mio quartiere è abbastanza rumoroso, soprattutto d’estate, per via della musica ad alto volume proveniente dai bar e dalle auto insieme al vociare della gente, ma tutto sommato lo ritengo accettabile. Ti sono sincera: ad una città tranquilla preferirei decisamente una vivace. Credo che sia quasi scontato per chi vive nella zona centrale di una città abituarsi al trambusto e pertanto consiglierei a coloro che non potessero sopportarlo di trasferirsi nella zona periferica così da non avere più di questi problemi. Preferirei un pub con “la musica a palla” sotto casa piuttosto che una città morta. Un’altra soluzione sarebbe quella di costruire locali adatti a noi giovani in zone più periferiche in modo tale da non disturbare la quiete di nessuno”. Un ragazzo sulla ventina che abita alla nuova 167 ha detto: “Il quartiere in cui abito è tranquillissimo, forse fin troppo, e soprattutto di sera non passeggia nessuno. Non ci sono bar o pizzerie ma i cani randagi che abbaiano durante la notte. Vorrei una Molfetta più viva, che possa attirare i giovani anche dai paesi limitrofi in particolar modo il sabato sera. Ormai è palese che i giovani molfettesi vadano a divertirsi in altre città come Bisceglie e Trani: basta farsi una passeggiata sui rispettivi Lungomare per farsi un’idea di quanto siano popolati. Pretendere che i bar o i pub spengano la musica alle 23 o a mezzanotte il sabato sera non è pensabile”. Vigili urbani cercansi Un altro argomento che fa discutere molto l’opinione pubblica è quello sui vigili urbani o meglio polizia municipale. A Molfetta se ne vedono pochissimi in giro e spesso solo in macchina: ciò suscita un certo malcontento. Ho chiesto alle stesse tre persone che cosa pensassero del lavoro svolto dai vigili urbani nel loro quartiere. La signora sulla sessantina mi ha risposto così: “I vigili? Nonostante io abiti in una zona centrale non si vedono proprio in giro: non è possibile che non facciano multe alle auto in doppia fila, a quelle parcheggiate agli angoli dei palazzi o a quelle che parcheggiano nell’area blu, a pagamento, azionando le quattro frecce anche per mezz’ora. Queste auto non permettono ai residenti che hanno il pass o a chi usa onestamente il grattino di poter parcheggiare. Spero in un maggior controllo da parte loro”. La ragazza ventitreenne ha risposto: “Purtroppo devo constatare la loro scarsa presenza dalle mie parti nonostante siano fortemente trafficate. Ogni giorno vedo auto in doppia fila, auto che sfrecciano addirittura controsenso sul Lungomare e quelle che parcheggiano costantemente davanti agli scivoli per disabili. Il problema sta purtroppo nell’inesistente senso civico”. Il ventenne, invece, mi ha dato questa risposta: “A dir il vero fino a poco tempo fa non riuscivo mai a vederli dalle mie parti, ma da quando il Comune ha posto il cartello che indica le ore e i giorni in cui si può parcheggiare o meno per far passare la macchina che pulisce le strade, si vedono più spesso. Anzi, ci sono state anche delle multe. Ritengo che in generale in città dovrebbero circolare spesso e non solo la mattina davanti alle scuole elementari. Con tutte le multe che farebbero rimpinguerebbero le casse del Comune e ci sarebbe di certo più ordine”. Daniela Bufo , redattrice residente in Piazza Efrem, 21 anni , ha fatto una riflessione sul tema: “Rumore: è tutta una questione di (mal)educazione”. Per anni, noi giovani soprattutto, abbiamo sperato in una Molfetta più attiva, ricca di locali sempre pieni di gente, di strade mai deserte un po’ sulla scia dei paesi limitrofi; ebbene, dopo anni abbiamo ottenuto questo e molto di più.mi chiedo a che prezzo però. Ammetto di essere anch’io un’assidua frequentatrice di pub e lougebar, a volte di fare tardi la sera e di sentirmi bene in questa Molfetta “giovane”, ma a tutto serve una misura! Poteri sembrare incontentabile è vero, ma qui bisogna che si capisca qual è il sottile confine tra suono e rumore, tra civiltà e inciviltà. A cosa serve, per esempio, passare per le strade, in piena notte, con la musica ad alto volume, in macchina, grazie ad uno stereo modificato? O peggio, spiegatemi qual è l’utilità di avere in casa, con i balconi spalancati, musica ad alto volume, a qualsiasi ora, tanto da farla sentire a tutto il vicinato? Vi svelo un segreto. ognuno ha i propri gusti.e la vostra musica non mi piace! Ascoltatela all’interno delle quattro pareti di casa vostra! Gli schiamazzi di gente che ha fatto festa fino all’alba come se non ci fosse un domani, sono all’ordine del giorno e chi più ne ha, più ne metta. Non voglio sembrare pignola ma sono sicura, perché ne sono io un esempio, che ci si possa divertire senza eccedere, ognuno con la propria dose di pazzia, ma senza procurare fastidio agli altri. Diverse sono le testimonianze che ho raccolto in questi giorni, dai più giovani ai più anziani, in diversi quartieri della città e chi più, chi meno, ha confermato quelle che sono le mie sensazioni; solo qualche piccola parte della città, qualche “isola felice” si salva registrando una quiete ed un’armonia d’altri tempi. È una questione di educazione! Questa città è maleducata prima di tutto, maleducata e menefreghista. Se tutti, nel proprio piccolo adottassero anche in maniera leggere quelle che sono le norme di un comportamento civile, non staremmo nemmeno qui a parlare di questo problema. Ma ormai conviviamo con dei cittadini la cui massima è “e qui comando io e questa è casa mia” ed io mi sono rassegnata, evitando decine di battibecchi, a vivere ed a volte a portare avanti la mia carriera di studentessa con la Muchaca Sexy e qualche cantate neomelodico, non proprio in sottofondo. Maria del Rosso, redattrice, ha espresso i suoi pensieri. Molfetta è la città che vive tra il cambiamento, voglia di riscatto e il desiderio del ritorno di addormentare le coscienze nel cancro della rassegnazione. La città è divisa in tre schieramenti sul tema “Ridateci il silenzio”. Ci sono i cittadini che esigono il ritorno al silenzio, altri che desiderano una città attiva e altri ancora che vivono nel dubbio e nell’indifferenza perché credono che sia un compito della politica. Nella nostra comunità per molti anni si è notato il degrado culturale, economico, sociale che non ha stimolato i giovani a creare delle opportunità per restare e vivere a Molfetta. Per molto tempo i cittadini hanno smarrito la civiltà e il buon gusto dimenticando di tutelare la bellezza della nostra terra macchiata dall’incuria e della barbarie. Spesso si assiste allo spettacolo della sfilata delle birre per strada e al Lungomare, all’impianto stereo ad alto volume delle macchine che infastidiscono la quiete notturna, alla sporcizia sulle spiagge, all’insicurezza e alla criminalità. Negli anni scorsi si è avvertito un senso di vuoto e di solitudine a causa delle politiche che non hanno dato risposte serie ai cittadini, alla chiusura dei negozi, locali, cinema storici come il Teatro Odeon, dalla mancanza di eventi culturali innovativi che sappiano catturare l’attenzione di giovani artisti del territorio. L’arte, la musica, la cultura sono sempre risultati ai margini della società e necessitano di essere stimolati e portati alla luce non solo con i grandi concerti ma bisognerebbe attuare piccole opere per riportare il senso di vivibilità nei nostri quartieri. Un segnale decisivo si è verificato con il cambio della nuova amministrazione comunale capitanata dal nuovo Sindaco, Paola Natalicchio, una donna che con la sua energia ha saputo dar speranza ai giovani. Dall’anno scorso ci sono stati momenti importanti come la nascita dei comitati di quartiere e la costituzione di nuove associazioni culturali che hanno riportato nelle nostre realtà il senso di aggregazione, di rispetto e di rivalutazione delle bellezze naturali come i giardinetti pubblici nel Borgo Antico dove si sono organizzati eventi per creare un connubio particolare tra natura e cultura. La nostra Molfetta non può essere lasciata nel silenzio dell’indifferenza perché è una terra ricca di storia, di tradizioni, di personaggi carismatici come Don Tonino Bello e di grandi artisti come Giulio Cozzoli, Gaetano Salvemini, Riccardo Muti, Caparezza. I molfettesi hanno bisogno di menti pensanti, di energie positive, di talenti per ricostruire un pezzo della nostra terra, delle nostre radici. E noi abbiamo il dovere di offrire una città migliore alle nuove generazioni che hanno bisogno di buoni esempi per essere i cittadini del presente e del futuro. Più che del silenzio, i molfettesi hanno bisogno di una rivalutazione della propria cultura e della storia di questa grande perla della Puglia, Molfetta. Maria Minervini, redattrice e studentessa del Liceo Vito Fornari, ha voluto raccogliere i pensieri di una sua docente, ha voluto confrontare il proprio pensiero con quello dei “grandi”. Sono assolutamente favorevole ad un centro città pieno di vita, colori, suoni e spettacoli che possa essere motivo e luogo di incontri e attrattive turistiche. Credo anche che ci debbano essere delle regole e che queste regole vadano rispettate. Quindi ogni manifestazione e attività deve rientrare in una fascia oraria che permetta anche il riposo notturno o del primo pomeriggio. Il vero problema mi sembra che non sia costituito da bar o altri esercizi
o eventi cittadini per cui
si pagano contributi e tasse
alla città o vengono aumentate
le occasioni d’incontro
o le attrattive cittadine. La
vera piaga del chiasso e del
disordine nella nostra città
sono quei cosiddetti circoli
ricreativi per ragazzi che
godono di una strana indifferenza
da parte delle autorità
e che disturbano la quiete
pubblica. Questi circoli vengono
affittati generalmente
come “locali” dai privati ufficialmente
ad un solo privato
che dietro di sé nasconde
dai dieci ai cinquanta ragazzi
che popolano ad ogni ora
locali angusti, senza controlli
né nell’igiene né nella sicurezza.
In questi locali non ci
sono orari perché sfuggono
ad ogni regola. Possono essere
aperti ad ogni ora e anche
per tutta la notte impedendo
con schiamazzi e altro (
fumo e alcool, ad es.) il riposo
di chi vi abita vicino. Certo
non pagano ulteriori tasse
alla città. Mi piacerebbe sapere quale tassa per la spazzatura venga pagata
dai gestori di questi “locai- circoli non riconosciuti” pur essendo
popolati da tante persone. Sarebbe il caso che chi fittasse questi locali
avesse l’obbligo di abitarvi vicino in modo da controllare ciò che avviene
o non dormisse come capita a chi malauguratamente vi abita accanto.
Oppure sarebbe auspicabile un vigile di quartiere che avesse il
potere di multare gli schiamazzi notturni o in tutte le altre ore in cui i
bar e i locali, tanto spesso incriminati, rimangono chiusi per il rispetto
delle regole. E’ chiaro che questi ragazzi, diseducati al rispetto delle regole
perché ignorati da ogni autorità cittadina , anche quando vanno
nei bar o partecipano a degli eventi eccedono in comportamenti chiassosi
e irrispettosi nei confronti degli altri. Mi chiedo anche dove siano
le famiglie che permettono ai loro figli di rimanere ad ogni ora, specie
in quelle notturne, in locali non sempre “a norma” per “contenere”
tanti ragazzi.
Allora credo che le soluzioni trovate non siano delle migliori, non
posso capire il disturbo che causa il baccano notturno perché vivo lontano
dal caos del centro però se ci sono delle iniziative ad esempio politiche
in piazza vuol dire che il coinvolgimento della cittadinanza e del
passante che è li per caso è importante quindi non sono d’accordo sul
relegarli in spazi chiusi. Se ci sono iniziative per la città apprezziamole
qualunque esse siano, perché poi non dobbiamo lamentarci di quando,
al contrario, la città è morta. Per quanto riguarda il disturbo delle bottiglie
di vetro gettate di notte nei cassonetti, io preferirei quel rumore
piuttosto che vedere la mattina seguente le bottiglie di vetro sparse
per la città o poggiare sul muretto del lungomare. Bisognerebbe imparare
a rispettarsi e ad accettarsi, a venirsi incontro e a capire le diverse
esigenze, bisognerebbe imparare ad educarsi.
Giambattista Palombella, redattore, studente del Liceo Scientifico,
ha raccolto testimonianze di due coetanee
Allora credo che le soluzioni trovate non siano delle migliori, non
posso capire il disturbo che causa il baccano notturno perché vivo lontano
dal caos del centro però se ci sono delle iniziative ad esempio politiche
in piazza vuol dire che il coinvolgimento della cittadinanza e del
passante che è li per caso è importante quindi non sono d’accordo sul
relegarli in spazi chiusi. Se ci sono iniziative per la città apprezziamole
qualunque esse siano, perché poi non dobbiamo lamentarci di quando,
al contrario, la città è morta. Per quanto riguarda il disturbo delle bottiglie
di vetro gettate di notte nei cassonetti, io preferirei quel rumore
piuttosto che vedere la mattina seguente le bottiglie di vetro sparse
per la città o poggiare sul muretto del lungomare. Bisognerebbe imparare
a rispettarsi e ad accettarsi, a venirsi incontro e a capire le diverse
esigenze, bisognerebbe imparare ad educarsi. (Dalila)
Penso sia un argomento che merita attenzione perché molte volte
ci piace partecipare ad eventi che prevedono musica fino a tarda ora e
non c’è nulla di male. Però allo stesso tempo non si pensa alle abitazioni
che subiscono perché in qualche modo è un “subire “ disagi. Magari
se fossero le nostre case avremmo già pensato ad atti di protesta, ma
fin quando il problema non ci tocca da vicino andiamo avanti tranquillamente.
E magari quelle famiglie hanno dei piccoli bambini che devono
dormire la notte serenamente, o ancora anziani. È un messaggio di
rispetto che deve essere trasmesso, senza privazioni ma con l’utilizzo di
altri luoghi. (Serena).
La maggioranza delle opinioni, è stata espressa da giovani ed adolescenti
che pur rivendicando il diritto all’aggregazione ed ad un sano
divertimento, non negano la necessità di rispettare il riposo e la quiete.
Dagli stessi giovani emergono altresì spunti di riflessione e suggerimenti:
meglio il frastuono delle bottiglie poste nel raccoglitore e o
meglio che vengano lasciate per strada, come ad esempio sul lungomare?
Meglio frequentare locali di Molfetta o meglio “emigrare” nei paesi
vicini? Per tutti un unico comune denominatore: maggiore rispetto
e vigilanza. costituito da bar o altri esercizi o eventi cittadini per cui si pagano contributi e tasse alla città o vengono aumentate le occasioni d’incontro o le attrattive cittadine. La vera piaga del chiasso e del disordine nella nostra città sono quei cosiddetti circoli ricreativi per ragazzi che godono di una strana indifferenza da parte delle autorità e che disturbano la quiete pubblica. Questi circoli vengono affittati generalmente come “locali” dai privati ufficialmente ad un solo privato che dietro di sé nasconde dai dieci ai cinquanta ragazzi che popolano ad ogni ora locali angusti, senza controlli né nell’igiene né nella sicurezza. In questi locali non ci sono orari perché sfuggono ad ogni regola. Possono essere aperti ad ogni ora e anche per tutta la notte impedendo con schiamazzi e altro ( fumo e alcool, ad es.) il riposo di chi vi abita vicino. Certo non pagano ulteriori tasse alla città. Mi piacerebbe sapere quale tassa per la spazzatura venga pagata dai gestori di questi “locai- circoli non riconosciuti” pur essendo popolati da tante persone. Sarebbe il caso che chi fittasse questi locali avesse l’obbligo di abitarvi vicino in modo da controllare ciò che avviene o non dormisse come capita a chi malauguratamente vi abita accanto. Oppure sarebbe auspicabile un vigile di quartiere che avesse il potere di multare gli schiamazzi notturni o in tutte le altre ore in cui i bar e i locali, tanto spesso incriminati, rimangono chiusi per il rispetto delle regole. E’ chiaro che questi ragazzi, diseducati al rispetto delle regole perché ignorati da ogni autorità cittadina , anche quando vanno nei bar o partecipano a degli eventi eccedono in comportamenti chiassosi e irrispettosi nei confronti degli altri. Mi chiedo anche dove siano le famiglie che permettono ai loro figli di rimanere ad ogni ora, specie in quelle notturne, in locali non sempre “a norma” per “contenere” tanti ragazzi. Allora credo che le soluzioni trovate non siano delle migliori, non posso capire il disturbo che causa il baccano notturno perché vivo lontano dal caos del centro però se ci sono delle iniziative ad esempio politiche in piazza vuol dire che il coinvolgimento della cittadinanza e del passante che è li per caso è importante quindi non sono d’accordo sul relegarli in spazi chiusi. Se ci sono iniziative per la città apprezziamole qualunque esse siano, perché poi non dobbiamo lamentarci di quando, al contrario, la città è morta. Per quanto riguarda il disturbo delle bottiglie di vetro gettate di notte nei cassonetti, io preferirei quel rumore piuttosto che vedere la mattina seguente le bottiglie di vetro sparse per la città o poggiare sul muretto del lungomare. Bisognerebbe imparare a rispettarsi e ad accettarsi, a venirsi incontro e a capire le diverse esigenze, bisognerebbe imparare ad educarsi. Giambattista Palombella, redattore, studente del Liceo Scientifico, ha raccolto testimonianze di due coetanee Allora credo che le soluzioni trovate non siano delle migliori, non posso capire il disturbo che causa il baccano notturno perché vivo lontano dal caos del centro però se ci sono delle iniziative ad esempio politiche in piazza vuol dire che il coinvolgimento della cittadinanza e del passante che è li per caso è importante quindi non sono d’accordo sul relegarli in spazi chiusi. Se ci sono iniziative per la città apprezziamole qualunque esse siano, perché poi non dobbiamo lamentarci di quando, al contrario, la città è morta. Per quanto riguarda il disturbo delle bottiglie di vetro gettate di notte nei cassonetti, io preferirei quel rumore piuttosto che vedere la mattina seguente le bottiglie di vetro sparse per la città o poggiare sul muretto del lungomare. Bisognerebbe imparare a rispettarsi e ad accettarsi, a venirsi incontro e a capire le diverse esigenze, bisognerebbe imparare ad educarsi. (Dalila) Penso sia un argomento che merita attenzione perché molte volte ci piace partecipare ad eventi che prevedono musica fino a tarda ora e non c’è nulla di male. Però allo stesso tempo non si pensa alle abitazioni che subiscono perché in qualche modo è un “subire “ disagi. Magari se fossero le nostre case avremmo già pensato ad atti di protesta, ma fin quando il problema non ci tocca da vicino andiamo avanti tranquillamente. E magari quelle famiglie hanno dei piccoli bambini che devono dormire la notte serenamente, o ancora anziani. È un messaggio di rispetto che deve essere trasmesso, senza privazioni ma con l’utilizzo di altri luoghi. (Serena). La maggioranza delle opinioni, è stata espressa da giovani ed adolescenti che pur rivendicando il diritto all’aggregazione ed ad un sano divertimento, non negano la necessità di rispettare il riposo e la quiete. Dagli stessi giovani emergono altresì spunti di riflessione e suggerimenti: meglio il frastuono delle bottiglie poste nel raccoglitore e o meglio che vengano lasciate per strada, come ad esempio sul lungomare? Meglio frequentare locali di Molfetta o meglio “emigrare” nei paesi vicini? Per tutti un unico comune denominatore: maggiore rispetto e vigilanza.

Autore: Beatrice Trogu
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