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Si tinge di giallo la morte dell'uomo accoltellato al mercato ittico di Molfetta La Procura della Repubblica sta indagando sui motivi dei trasferimenti di Guglielmo Grosso in quattro ospedali diversi
18 agosto 2006

MOLFETTA - Si tinge di giallo la vicenda della morte di Guglielmo Grosso, di 31 anni, accoltellato per un banale motivo da Giuseppe Maldera 26 anni, entrambi di Molfetta. Dopo che l'autopsia ha escluso l'ipotesi di decesso conseguente all'intervento chirurgico, la Procura della Repubblica sta intensificando le indagini e ha fatto sequestrare le cartelle cliniche del paziente, per stabilire come mai il Grosso fosse stato dimesso dall'ospedale, pur essendo in condizioni critiche. Riepiloghiamo i fatti. Venerdì 11 agosto all'interno del Mercato Ittico (nella foto) scoppia un litigio (sembra per futili motivi) tra un pregiudicato di Molfetta, vecchia conoscenza delle forze dell'ordine, Giuseppe Maldera di 26 anni, e un altro uomo, Guglielmo Grosso, molfettese di 31 anni, incensurato. Il diverbio presto degenera e il primo, in evidente stato di ebbrezza, tenta di colpire ripetutamente, con un grosso coltello da taglio, il Grosso, riuscendo a raggiungerlo ad un gluteo e determinando così la lesione di una arteria con conseguente copiosa perdita di sangue. Subito soccorso, l'uomo vittima dell'aggressione è stato trasportato in ospedale dove è stato sottoposto ad intervento chirurgico e ricoverato con prognosi riservata. L'aggressore che aveva provato a fuggire, è stato immediatamente raggiunto dai carabinieri di Molfetta e arrestato ed è attualmente detenuto presso il carcere di Trani con l'accusa di omicidio volontario e detenzione illegale di arma impropria (sembra un coltello da pesca). A questo punto comincia il giallo: dopo un intervento chirurgico e 5 trasfusioni durate tutta la notte Guglielmo Grosso viene salvato. Ma l'uomo, appena è in condizioni di decidere, sceglie di non restare in ospedale, firma il documento di dimissione e lascia il nosocomio di Molfetta (c'è anche un'altra versione che parla di fuga dall'ospedale dello stesso Grosso, ma la tesi più accreditata è quella della dismissione in seguito a richiesta del ricoverato). Successivamente l'uomo sarebbe stato riportato in ospedale dal 118 per ben due volte. I medici dell'ospedale di Molfetta avevano anche richiesto una perizia psichiatrica e per questo motivo l'uomo era stato trasferito a Bisceglie e poi a Spinazzola nel reparto di psichiatria. Infine, ultimo trasferimento all'ospedale di Canosa, in quanto le sue condizioni si erano aggravate. Qui è morto lunedì mattina per la rottura dell'arteria femorale sinistra. Come mai quattro trasferimenti? E' quello che dovrà accertare la magistratura. Intanto resta lo sconcerto a Molfetta, una città dove da alcuni mesi c'è una escalation di violenza e i cittadini si sentono sempre meno sicuri. L'allarme sicurezza, che “Quindici” da tempo sta lanciando, non è stato ancora raccolto a dovere. Anche il sindaco Azzollini nel suo discorso di insediamento ne ha fatto cenno, dimostrando di aver recepito il nostro messaggio, ma finora non sembra aver predisposto misure adeguate per rendere più sicura e tranquilla la vita dei cittadini. Forse un ostacolo è dipeso dalle vacanze di ferragosto, ma dalla prossima settimana sarebbe ora che amministratori e forze dell'ordine diano adeguate e concrete risposte al bisogno di sicurezza dei cittadini.
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