Si farà una Nuova Zona Artigianale
Dopo Beniamino Finocchiaro (1976), Guglielmo Minervini (1998), Tommaso Minervini (2005), anche il riconfermato senatore-sindaco Antonio Azzollini, potrà dire di averci messo del suo nel sito produttivo di Molfetta. Nell'ultima seduta consiliare dell'Azzollini 1 è stato approvato il 3° Pip (Piano Insediamenti Produttivi), in pratica una nuova zona artigianale, confinante con le altre due esistenti. Questo nuovo Pip fu voluto da Tommaso Minervini, che gestì la realizzazione della 2ª Zona artigianale grazie ai 4 miliardi di vecchie lire del “Patto Conca barese” (epoca Guglielmo Minervini), per rispondere alle crescenti richieste di suoli da parte di aziende, perché nel frattempo con la realizzazione della Zona Asi, il sito di Molfetta cresceva in competitività, per l'invidiabile contesto infrastrutturale: nuovo porto in progettazione, collegamenti con la statale 16 bis e autostrada. I numeri La nuova zona artigianale si estenderà, in continuità con l'attuale, su una superficie di 634.545 mq. distinta in due aree a nord (184.397 mq) e a sud (450.148 mq) della ferrovia. Il limite urbanistico coinciderà con l'attuale strada “Fondo Favale”. La distinzione tra area a nord e a sud è stata necessaria per la diversa morfologia. Nell'area a nord il livello del terreno varia considerevolmente in pochi metri, quindi non favorevole ad una progettazione per lotti. Quindi tale area sarà riservata ad insediamenti d'ampie dimensioni. Una zona in ogni modo ritenuta appetibile per la vicinanza all'Autoporto e al nuovo porto commerciale. Nell'aera a sud, invece si seguiranno i criteri già consolidati nelle precedenti esperienze, con la suddivisione in lotti da 1.500 a 7.000 mq. con indice di frabbricabilità di 4 mc per metro quadrato. Si stima che nella nuova area potranno insediarsi 104 aziende. Rispetto ai precedenti Pip, il piano presenta delle novità sia architettoniche che ambientali. Urbanistica e architettura L'impianto urbanistico prevede un'asse principale di scorrimento, un lungo viale su cui si affacceranno i lotti edificabili, con isole alberate, parcheggi, rotatorie stradali e verde di decoro privato. L'aspetto architettonico sarà caratterizzato da un elemento dal forte impatto visivo: due torri alte 100 metri, nelle quali potranno trovare posto servizi e attività come asili nido, scuole materne, attrezzature amministrative e commerciali, centri sanitari, d'assistenza, sindacali, ricreativi, servizi di ristoro, attrezzature di soggiorno, servizi consortili, associativi e di formazione professionale, e in generale, attività poste al servizio degli impianti produttivi. Il progettista ing. Rocco Altomare descrive questa novità con toni più filosofici che tecnici: “Le due torri si pongono come studio del nuovo corso dell'edificazione pugliese: immagini spaziali che integrano architettura, ingegneria, ambiente e concezioni bioclimatiche. Luce, l'acqua, l'aria e il verde saranno gli elementi base del “funzionamento” dello spazio interno ed esterno. Il nucleo centrale delle due torri accoglie un sistema di collegamento verticale – scala a doppia elica sovrapposta – liberamente ispirato alla famosa scala di Leonardo da Vinci realizzata nel castello di Chambord in Francia. All'interno di esse oltre al sistema di elevazione per la parte alberghiera, si allocheranno tutte le montanti tecnologiche e il sistema di ventilazione interno che, grazie alle terrazze verdi poste a diverse altezze consentirà il recupero dell'area esterna in modo naturale e non meccanico. Le torri dovranno prevedere un sistema alternativo e innovativo di produzione energetica, flussi di circolazione e diffusione dell'aria e della luce naturale e innovazioni nel campo della demotica. L'edificio che prevede una vocazione tipologica mista con settori differenziati dovrà consentire, anche nel sistema strutturale, una grande libertà nell'articolazione degli spazi a garanzia di un'ampia flessibilità”. Vedremo, quanta poesia ci sarà alla prova dei fatti. Ambiente e incentivi Recupero ed utilizzo dell'acqua piovana, incentivi all'utilizzo di fonte energetiche pulite e attenzioni all'inquinamento acustico, sono gli obbiettivi ambientali del piano. Si ipotizza una raccolta, stoccaggio e smaltimento delle acque superficiali dell'intera area a sud. Sotto diverse rotatorie stradali saranno realizzate delle vasche con due impianti di trattamento delle acque, a valle nei pressi dell'area a servizi per la mobilità, e a monte verso lama Marcinase. La maggior parte dell'acqua stoccata sarà utilizzata per il verde e per la pulizia stradale. Inoltre ogni assegnatario sarà obbligato a realizzare un sistema di raccolta, trattamento e riutilizzo ad uso irriguo dell'acqua piovana. Per aziende che utilizzeranno l'acqua di recupero anche per uso sanitario, scatterà una riduzione del 10% sulle spese per la gestione e la manutenzione delle opere di urbanizzazione, dei servizi comuni e delle aree a verde pubbliche attrezzato. Novità e premi anche sul fronte energetico. Ogni azienda dovrà produrre la propria acqua sanitaria (bagni e mense) esclusivamente con pannelli solari, mentre parte dell'energia elettrica, almeno 6 Kw, dovrà essere prodotta da pannelli fotovoltaici In questo campo è prevista una “premialità edilizia”, con l'aumento di cubatura del 5% per ogni 3Kw installati in più. Infine, tutte le fonti di rumorosità dovranno essere protette e le strutture assicurare un potere di fonoisolamento non inferiore ai 2/3 di quanto previsto per le costruzioni di civile abitazione. I costi Il costo è stimano in € 32,31 al mq. comprensivo del prezzo di esproprio (7,10) e urbanizzazioni primarie (25,21). Prezzi che potranno essere ridotti nel caso di finanziamenti statali, regionali o comunitari. Certo per le qualificate rappresentanze istituzionali che abbiamo, le condizioni che arrivo dei finanziamenti ci sono tutte. Vogliamo immaginare una gara a chi sarà più bravo tra il Senatore che ha dimostrato di sapersi muovere a Roma e la Regione (leggi Guglielmo MInervini). Come tutti i progetti, sulla carta il piano è meritevole, anche perché ipotizzare e scrivere di tutto e di più non costa nulla, se non a glorificare l'estensore. Di progetti di strutture di servizi alle imprese e alle persone ne abbiamo visti a iosa, ma finora dei tanti centri direzionali, scuole materne, mense e alberghi ipotizzati si sono perse le tracce. Ora sono spuntate le torri, belle da descrivere e disegnare. Ma quanto costano e chi dovrebbe realizzarle non è dato sapere. Con la nuova zona artigianale sarà completo lo stravolgimento ambientale a ponente della città, iniziata appena una decina di anni fa. Tra le aree Pip e l'Asi, la zona produttiva ormai ha superato l'area urbana sempre più piccola, sempre più periferica e sempre più anziana. Gli indicatori statistici ci dicono che Molfetta è una città in cui si investe, si lavora anche se i salari sono modesti, ma a quanto parte non è una città che attiri molto per viverci.
Autore: Francesco Del Rosso