MOLFETTA – Riconfermato alla presidenza della commissione Bilancio del Senato l’ex sindaco di Molfetta Antonio Azzollini (foto), dopo una estenuante trattativa fra le forze di maggioranza.
Azzollini ha potuto godere sicuramente dell’appoggio dell’ex presidente del Senato, Renato Schifani, trombato nel rinnovo della carica, che avrà preteso un suo uomo in una delle commissioni importanti del Parlamento. Azzollini, infatti, è da sempre un fedelissimo dell’esponente politico siciliano del Pdl, aspirava ad un posto di sottosegretario o di vice ministro che non è arrivato, per cui deve “accontentarsi” della presidenza di commissione.
E’ la terza volta che il senatore molfettese viene riconfermato: un dato certamente negativo alla luce della volontà di rinnovamento espressa dal popolo italiano nelle ultime elezioni politiche. Eppure lo stesso Azzollini, che ha perduto 8.000 voti, ha il coraggio di compiacersi di questo record di conferme, vantandosi di un primato certamente non positivo considerato lo stato critico dell’economia del nostro Paese e il disastro dei conti pubblici: probabilmente non avrà fatto bene il suo lavoro, soprattutto sul fronte del rigore della spesa. Ma in Italia, è noto, chi sbaglia, viene anche ricompensato.
Queste nomine rappresentano altresì una brutta scivolata da parte dei partiti di governo che con nomi alcuni “impresentabili”, altri “fuoricorso” (definizione di Giuliano Amato): oltre ad Azzollini, anche Casini, Finocchiaro, Cicchitto, Larussa, Elio Vito, Matteoli e Nitto Palma (che però, non è ancora passato, dopo una doppia fumata nera). Tutti pronti a fare l’ultimo giro.
La spartizione di poltrone tra Pdl e Pd non depone a favore delle cosiddette “larghe intese” che non piacciono alla base del Pd e che servono solo a tentare di tenere in piedi il Paese, ma di fatto a resuscitare Berlusconi, il quale se ne è già avvantaggiato con l’aumento dei consensi nei sondaggi e gli utili in Borsa delle sue aziende.
L’ex premier, tra l’altro, ha utilizzato la partita delle commissioni per piazzare alcuni suoi uomini più fedeli che erano rimasti a corto di poltrone. Una brutta pagina di inizio legislatura e un ulteriore segnale negativo ai cittadini illusi del cambiamento.
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