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Sel Molfetta, sul tavolo della politica le proposte e i problemi dei cittadini Riannodare il dialogo con la città, ricucire gli strappi del centrosinistra: gli obiettivi di Sel. Come ripartire nel 2013: le anomalie di Molfetta. Questione sicurezza: illegalità e impunità diffusa
05 giugno 2012

MOLFETTA - Ricucire gli strappi del centrosinistra di Molfetta. Una prospettiva che Sel Molfetta ha ancora in cantiere, dopo le ultime diatribe politiche con Pd e Prc soprattutto per gli improvvisi cambi di umore e le intrusioni apolitiche di anomali personaggi che hanno minato l’asset cantieristico nel fronte dell’opposizione locale (Pd-Sel-Prc-Udc). Ma il primo obiettivo di Sel è riannodare il dialogo con i cittadini.
Il 2013 sarà l’anno delle amministrative e delle politiche, come ha ricordato Tommaso Minervini nell’incontro pubblico «Le proposte della città» alla Fabbrica di san Domenico (ricordato nel corso dell’incontro anche Nunzio Fiorentini, presidente di circolo deceduto lo scorso 18 maggio).
Ristrutturare l’architettura decisionale del Comune, ricreare un tessuto connettivo sociale, animare la partecipazione collettiva alla gestione politica della città, i punti focalizzati da Minervini nel suo intervento conclusivo (dopo una breve replica alle accuse del sindaco Antonio Azzollini per la vicenda del sequestro probatorio del depuratore). L’indicazione del candidato sindaco sarà solo un passaggio successivo al monitoraggio delle proposte dei cittadini, senza chiudersi nelle rettorie dei partiti, con o senza primarie (rigettate per ora anche dal Pd).
Come potrebbe ripartire Molfetta? Dalla tutela ambientale e dal potenziamento del patrimonio socio-culturale, industriale, lavorativo-occupazionale e scolastico, dagli investimenti nelle nuove tecnologie e dalla trasparenza amministrativa, secondo Silvio Salvemini, segretario di Sel Molfetta (nella foto Minervini, Salvemini, Piergiovanni).
Massima priorità al confronto con i cittadini, linea che pare non abbiano voluto seguire Pd e Prc. Nodi delle discussioni politiche, solo primarie, alleanze e candidato sindaco. Occorre ben altro per risollevare una città con un tasso di disoccupazione all’11,5% (6.200 i disoccupati, più del 30% tra i giovani) e un’accentuata sperequazione socio-reddituale.
La disunità è la debolezza del centrosinistra, ma anche l’arma vincente del centrodestra, come ha sottolineato Michele Losappio, presidente del gruppo Sel in Consiglio regionale, presente all’incontro. E questa fragilità potrebbe anche favorire l’affermarsi di ricicli (anti)politici da parte di alcuni vecchi personaggi locali che vorrebbero ripresentarsi nelle artificiose vesti del rinnovamento.
 
LA CITTA’, I SUOI PROBLEMI
Necessari più incontri con i cittadini per tastare i loro bisogni e strutturare il programma politico. Questa l’idea cardine di Nicola Piergiovanni, capogruppo di Sel in Consiglio comunale, che ha indicato nel miraggio del nuovo porto commerciale il vero handicap di Molfetta. L’ennesima cattedrale nel deserto su cui l’amministrazione e il sindaco senatore Pdl Antonio Azzollini hanno concentrato tutti i loro sforzi politici ed economici, dimenticando le «piccole cose, funzionali alla vivibilità della città».
Opere pubbliche annunciate e mai realizzate, parchi abbandonati (spreco di risorse pubbliche) e comparti mai completati (assenti le aree a verde e le opere di urbanizzazione), una situazione deprimente segnalata anche da Cosimo Sallustio, presidente di Legambiente Molfetta. Macchina comunale ormai declassata e insufficiente. Crisi occupazionale nel settore del commercio e dell’industria senza soluzioni da parte dell’amministrazione comunale, «uno schifo» per Giuseppe Filannino, coordinatore Cgil Molfetta, che ha riproposto l’istituzione di un osservatorio sul lavoro.
Problemi ed eventuali violazioni nel comparto urbanistico (come le graduatorie delle cooperative), tema approfondito da Vito Copertino, professore ordinario all’Università degli Studi della Basilicata, e Gregorio Minervini, che ha rilanciato l’urgenza di una nuova pianificazione urbanistica secondo i criteri del Documento regionale di Assetto Generale della Puglia e la necessità di un controllo più serrato sull’Ufficio Tecnico Comunale (UTC).
Questi alcuni dei problemi affrontati da Piergiovanni, poi discussi dagli altri intervenuti. Per questo motivo, secondo Filannino è necessario riannodare la rete sociale con i cittadini, ormai esasperati e inclini a una vera e propria rivoluzione «per cacciare tutti i personaggi politici consumati».
 
QUESTIONE SICUREZZA
«Molfetta, rispetto alle altre città, non è una piazza calda», il parere dell’avv. Maurizio Altomare (responsabile dell'ufficio legale dell'Associazione Provinciale Antiracket Antimafia di Molfetta, ma intervenuto all'incontro a titolo personale). «Non dobbiamo però rilassarci, perché il rischio d’infiltrazioni è sempre possibile», ha aggiunto, preoccupato dall’ombra dell’usura (favorita dalla crisi delle aziende locali) e dalle inchieste sui rappresentati della pubblica amministrazione (dall’inchiesta “Mani sulla città” all’operazione “Dirty Water”).
Soprattutto le ultime vicende giudiziarie, hanno accentuato nei cittadini, secondo Altomare, non solo la percezione dell’illegalità, ma anche dell’impunità diffusa. Ad esempio, dall’inchiesta in corso “Mani sulla città” sarebbe emerso che anche alcuni cittadini privati avrebbero commesso presunte violazioni perché consapevoli del libertinaggio politico-ammistrativo vigente a Molfetta.
Del resto, come dovrà comportarsi il futuro sindaco di Molfetta di fronte alle aspettative di alcuni cittadini create e assecondate in questi 6 anni di amministrazione? Chi e come gestirà il mercato diffuso e le richieste di quei fruttivendoli cui il Comune e l’amministrazione Azzollini hanno regalato un chiosco nel punto da loro scelto autonomamente e in base al proprio potere personale?
Senso di legalità pari allo zero a Molfetta: necessario un reset per l’avv. Altomare, che ha puntato anche contro l’assenza di ordine e trasparenza nell’UTC, spesso soggetto alle pressioni d’imprenditori edili e politici di turno.
Se Molfetta non è una «piazza calda», come interpretare e giustificare i 32 incendi da gennaio 2012 e quelli che da quattro anni infiammano le strade di Molfetta? Perché non discutere della situazione di Molfetta, senza paragonarla alle altre città? Per di più, Marco di Stefano dell’Arci Molfetta, nel suo intervento, ha denunciato la ripresa dello spaccio a Molfetta.
 
© Riproduzione riservata
 
 
Autore: Marcello la Forgia
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