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Se non ora, quando, corteo per la dignità della donna dopo anni di letargo
15 marzo 2011

È tempo di riappropriarci della nostra dignità di donne e cittadine. Se la fallocrazia tentenna, noi dobbiamo rimettere in linea l’asse del timone Italia per noi e per le persone che amiamo. Donne orgogliose, espressione di forza e determinazione, gelose della loro autonomia, senza simboli politici nella fi accolata «Se non ora, quando», con cui rivendicare il diritto alla dignità e al rispetto della fi gura femminile insieme a uomini e ragazzi. Un corteo di quasi 1000 persone che si è snodato da Piazza Aldo Moro (stazione) al Calvario, passando per Corso Margherita e via Dante. Presente anche l’opposizione cittadina (Pd, Sel e Rifondazione Comunista), oltre all’assessore regionale Guglielmo Minervini. La ripetuta e indecente mercifi cazione delle donne come nudo oggetto di scambio sessuale, off erta da giornali, televisioni, pubblicità e politica azzera l’impegno sociale, lavorativo, politico, scolastico, aff ettivo e familiare delle donne. Necessario il risveglio delle coscienze nella nostra società videocratica, che propone mete scintillanti e facili guadagni svendendo bellezza e intelligenza al potente di turno: mentalità che inquina la convivenza sociale e l’immagine della coscienza civile, etica e religiosa della nazione. Un corteo anche politico. Corteo non solo ispirato alla difesa della dignità umana dopo gli scandali del premier Silvio Berlusconi, ma anche politico per reclamare chiarezza, trasparenza nelle istituzioni e rispetto. Strumentalizzazione politica per qualcuno, «da anni si vende il corpo della donna e nessuno, nemmeno Berlusconi, mette alla donna il coltello alla gola per guadagnare tanti soldi in una sera facendo la escort - il commento di una donna - piuttosto bisogna farsi un esame di coscienza, se siamo noi genitori a spingere le nostre fi glie in questo baratro». «È necessario richiamare la politica e le istituzioni a una dignità, che non è solo delle donne - ha dichiarato a Quindici Angela Amato della Fabbrica di Nichi - l’iniziativa è partita dalle donne, ma ha trovato consenso anche negli uomini, perché la richiesta di dignità da parte delle donne passa attraverso la dignità dell’intera nazione e viceversa». Attenzione capitalizzata sui festini di Arcore, languono le casse dello Stato, crolla l’economia dell’Italia, il Parlamento è ostaggio dei problemi giudiziari del premier e la disoccupazione giovanile registra i massimi storici. Nessun moralismo, la politica deve rivestire il suo abito istituzionale, invece di tralasciare il governo del paese ormai paralizzato: «si pensa solo a creare leggi ad personam per evitare al premier di presentarsi davanti ai giudici - ha continuato Angela Amato - e questo è davvero assurdo». Sensibilizzare la città, risvegliare coscienze assopite e «narcotizzate dal regime d’informazione drogato di questo paese». Qualcosa in cui credere. «Ho partecipato perché credevo e credo nei principi di quel corteo sulla condizione delle donne, di cui si offre un’immagine distorta nel mondo attuale - il commento lasciato a Quindici da Angela Marzocca del Comitato “Molfetta per la dignità delle donne” - una manifestazione che è andata oltre le aspettative». Una manifestazione anche politica? «No, non voleva essere una manifestazione politica, anche se per molti è parsa una vera e propria strumentalizzazione - ha aggiunto - bensì una dimostrazione che la donna non può essere mercifi cata e apprezzata solo per il proprio corpo». Colpita l’avvocatessa Paola la Forgia per l’ampia partecipazione, anche maschile, che «dimostra come l’opinione pubblica di Molfetta non solo partecipi alle motivazioni del corteo, ma abbia deciso di muoversi e di non restare arroccata in casa». L’avvocatessa la Forgia ha ricordato a Quindici le vicende del 2008 che hanno coinvolto l’amministrazione Azzollini, rea di aver costituito un consiglio tutto maschile. Una battaglia vinta, anche se poca era stata la risonanza pubblica: rincuora la risposta di questo corteo. Insomma, Molfetta sembra pronta anche al ribaltone politico. Non solo donne, ma anche uomini e giovani. «I giovani a Molfetta ci sono e sono scesi in piazza per essere solidali con la donna, perché il rapporto reciproco dev’essere basato sul rispetto della dignità di sé e dell’altro - ha spiegato Vito Messina, tra gli organizzatori del corteo - certamente la dignità non può essere una prerogativa del solo sesso maschile». Una cittadinanza attiva, dopo anni di silenzio e di livellamento culturale. «Una manifestazione politica e non partitica, perché politica tenzione su una questione politica, la dignità della donna e anche dell’uomo - ha continuato - infatti, hanno partecipato persone di ogni credo politico e estrazione sociale». «Come genitori dobbiamo dare una testimonianza di come il ruolo della donna non sia quello che ci viene propinato dai mass media - ha dichiarato un padre a Quindici - necessaria una visione diversa della donna, che si aff ermi per le sue doti culturali e naturali, come la maternità». Svegliare la cittadinanza, dunque, «far scendere in piazza coloro che fi no a allora sono stati assopiti e hanno avuto un atteggiamento acritico verso tutto quello che li circondava - la chiosa di Angela Minervini del Comitato “Molfetta per la dignità delle donne”- abbiamo così constatato che parlare di dignità, indipendentemente dall’uomo e dalla donna, ci unisce tutti».

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