"Se non arriva il treno che si fa? Si fa filosofia" al Museo Diocesano di Molfetta
Successo del corso di avvicinamento al teatro con Mariantonia Capriglione e Raffaele Romita
MOLFETTA - Quando la vita decide di farti un regalo…
C’era una volta un gruppo di perfetti sconosciuti e c’è ora un gruppo di amici, uniti da storie, pezzi di vita, il più bello dei risultati raggiunti.
Dodici incontri per un corso di avvicinamento al teatro, organizzato dai membri del direttivo di “Fatti d’arte”, Mariantonia Capriglione e Raffaele Romita, fortemente voluto e gratuitamente offerto da Feart, cooperativa che gestisce le attività del Museo Diocesano di Molfetta.
Dodici incontri, dodici imperdibili appuntamenti in cui ciascuno dei corsisti ha scoperto e approfondito consapevolezze o limiti, mettendoli a disposizione e trasformandoli in punti di forza.
E naturalmente noi di “Quindici” non potevamo non partire per questo viaggio.
“Se non arriva il treno che si fa? Si fa filosofia”.
“L’imprevisto, vite che si raccontano nel tempo di un’attesa” è il nome della produzione finale del laboratorio e mai nome fu più azzeccato poiché ciascuno dei corsisti, ciascuno di noi, ha portato la propria vita, ha lasciato a casa barriere, insicurezze e si è spogliato di quella corazza che ognuno indossa per ostentare una sicurezza che non possiede.
“L’imprevisto, vite che si raccontano nel tempo di un’attesa” è ciò che accade ogni giorno, quando il ritardo di un treno costringe a fermarsi, a fermare un tempo e finalmente alzare gli occhi verso perfetti sconosciuti e a raccontarsi e ascoltare, e alla fine fare un bilancio della propria vita, con la consapevolezza che, spesso, ci si spoglia di quella armatura che si indossa, per diventare impermeabili al dolore, spesso non riuscendoci, più facilmente con perfetti sconosciuti piuttosto che con persone che dividono con noi, ogni giorno, il cammino della vita.
Vite che si raccontano, momenti divertenti, di ironia, di dolore perché un imprevisto ci impone di rallentare, di fermarci, di raccogliere pensieri che chiudiamo in una scatola e che chiedono di essere raccontati perché fanno parte della nostra vita, sono la nostra vita.
Ed allora grazie alla paziente e professionale guida e regia di Mariantonia Capriglione e Raffaele Romita si diventa attori capaci di salire sul palco del teatro del Museo Diocesano e mettere in scena la propria vita.
La ragazza dai capelli blu, gli studenti universitari, una mamma e suo figlio, il docente in pensione, la casalinga, la professionista impegnata nel sociale, l’elegante gentleman dai capelli candidi, le amiche insegnanti, la cultrice del fitness, la redattrice di “Quindici”, attraverso dodici incontri, di cui solo gli ultimi dedicati alla performance, sono diventati gruppo coeso.
Ma se è vero che le strade si divideranno, è anche vero che mancherà a tutti l’imperdibile appuntamento del martedì.
E parafrasando un film di Antonio Albanese, non mi resta che dirvi “Grazie ragazzi”, grazie davvero.
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Autore: Beatrice Trogu