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Scomparsa a Molfetta la prof.ssa Lucia Sallustio, dirigente scolastico e scrittrice. Oggi i funerali
Daniela Calfapietro con Lucia Sallustio
19 dicembre 2019

 MOLFETTA – Ci ha lasciato ieri, a causa di un male incurabile, Lucia Sallustio, docente di lingue straniere e dirigente scolastico dell’Istituto Battisti-Pascoli di Molfetta. Luciana (come la chiamavano gli amici) lascia un grande ricordo di sé in tutti coloro che la piangono come persona stimata e amata per le sue doti umane, oltre che professionali (era anche apprezzata scrittrice).
I funerali si svolgeranno oggi pomeriggio alle ore 16 nella Chiesa della Madonna della Rosa a Molfetta. Alla famiglia vanno le condoglianze del direttore Felice de Sanctis e della redazione di “Quindici”.

Pubblichiamo un ricordo della prof.ssa Lucia Sallustio scritto per “Quindici” dalla sua amica Daniela Calfapietro.

«Lucia Sallustio ci ha lasciati. Ha lasciato la sua esistenza dopo aver lottato contro un'ineluttabilità non ignota a tanti. E si è dovuta accomiatare. Ma, per chi resta, non è facile accomiatarsi da una persona così preziosa, che aveva ancora tanto da dire e da dare, nella cultura, nella poesia.

Professoressa di lingua e letteratura inglese, prima, poi preside - il suo ultimo incarico presso il plesso delle scuole C. Battisti-G.Pascoli a Molfetta - aveva sempre espresso amore grande per la scrittura, certamente poi maturato durante tutta la sua annosa esperienza come traduttrice di testi inglesi. Dalle poesie, numerose e sparse in tante antologie, ai molti concorsi nazionali che l’avevano celebrata quale vincitrice, giunse al suo primo romanzo breve, "La fidanzata di Joe" (ed.Faligi - Aosta) che ebbi modo di presentare in più occasioni, conoscendo così la sua delicata e introspettiva autrice.

Lucia Sallustio era senza dubbio questo tipo di persona e molto di più. Una donna innamorata dell'esistenza, che amava la vita, che ha amato viaggiare, conoscere: sempre sorridente dall'anima piena e ricca, ha sviluppato e applicato nell'insegnamento, come altrove, una impronta di fiducia, di serenità, che ha sempre colpito nel segno, perché alla sua competenza univa una umanità avvolgente e sempre presente; oggi i suoi ex alunni e quanti l'hanno conosciuta, amata e stimata, ne sono in qualche modo orfani, benché solo della sua presenza terrena: con il suo operato ha consegnato una indimenticabile eredità.

La sua silloge di poesie del 2011 - " Inter City" (Wip Editore - Bari) e poi il suo libro "L'equilibrio imperfetto" (Intermedia Edizioni - Orvieto) del 2016, ci restituiscono una scrittrice matura, indagatrice attenta, testimone del suo tempo e dei moti dell'anima e dei sentimenti ma anche dei nostri complessi tempi. Era davvero tanto, Lucia, non solo ha dato ma ancora ha da dare, grazie ai suoi scritti, che sarà bello rileggere. Perché sono quelle testimonianze che possiamo ancora abbracciare, è lì che possiamo ritrovare la persona, la donna, l’anima, è lì che possiamo toccare ancora quel viso. La donna, la mamma, la professoressa, la preside, la poetessa, la scrittrice, la traduttrice: tante vesti che Lucia Sallustio ha adoperato per esprimere nella sua vita, attraverso quel sorriso che l’ha accompagnata sempre, generoso, quell' amore che metteva in tutto, con quella gioiosa curiosità insaziabile verso la vita, quella capacità di viaggiare anche attraverso le parole per arrivare al cuore delle cose, che era ciò che le importava davvero.

Era una donna di cuore, Lucia Sallustio, che non si negava all' esistenza. Pur avendo una grande energia di cui lei a volte scherzosamente si scherniva, era in realtà un’energia di amore che ha abbracciato tutti coloro che ha incontrato nel corso della sua vita. Gli amici e i parenti non solo non smetteranno di ricordarla ma non smetteranno di sentirla vicina, di sentire la sua risata dolce e chiara, non smetteranno di ricordare i suoi occhi brillanti. Sì, davvero luminosa, Lucia Sallustio, portava la luce di un amore quotidiano, irraggiato a 380°, testimoniato anche dai suoi scritti, profondi, dai mondi umani che portava nelle sue pagine.

Una donna di cultura, che non separava la cultura dalla vita reale, dalla vita dei sentimenti. E la sua perdita in questo momento particolare della nostra società, che tanto abbisogna di riimparare una grammatica dei sentimenti, di cui ne è mortalmente priva, a lei invece così propria, è una perdita dolorosa, grande. Tuttavia noi siamo certi che il suo pensiero possa ancora formare attraverso i suoi scritti, quanti vorranno avvicinarsene, quanti vorranno riappropriarsene. Quanti vorranno ritrovarla, o incontrarla per la prima volta, sanno che il modo c'è.

Intanto Lucia, ti salutiamo con affetto grande. Non sarai mai lontana da noi. Chi scrive non dice mai addio, solo arrivederci.

Ciao Lucia».

Daniela Calfapietro

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