Santità e peccato al Museo Diocesano di Molfetta con al Maddalena “scandalosa” di Cozzoli
MOLFETTA - È iniziata a febbraio l’esposizione della Maddalena “scandalosa”, come la gente l’ha ribattezzata, presso il Museo Diocesano di Molfetta. L’occasione, che ha consentito a centinaia di visitatori di apprezzarne l’assoluto pregio artistico, è stata creata dalla Coop. FeArT in collaborazione con l’Arciconfraternita della Morte di Molfetta per celebrare la conclusione del restauro conservativo ed estetico della statua lignea del XVIII sec., raffigurante la santa patrona dei confratelli dal sacco nero, di cui quest’anno ricorre il 400° anniversario dalla fondazione. L’intervento di tutela dell’opera va riconosciuto proprio al pio sodalizio che, stimolato dall’attività della struttura museale, ha sostenuto economicamente il restauro della statua, rimettendone in evidenza la composizione originale e singolare, raffigurata con il seno, le braccia e le gambe scoperte.
Accanto ad essa, d’intesa con gli eredi dello scultore molfettese Giulio Cozzoli, è stata richiesta in deposito la prima statua della Maddalena in cartapesta realizzata negli anni cinquanta del secolo scorso e poi ritenuta inadatta per le processioni dall’autorità ecclesiastica del tempo. La figura della santa, già carica di interesse e molteplici interpretazioni, spesso fuorviate dalla letteratura, dalla cattiva interpretazione delle scritture o dagli artisti stessi, ha così assunto una caratura ancor più fascinosa ed intrigante per la nostra città. Ed è appunto tra “Santità e Peccato” che si delinea il suo profilo iconografico, talvolta cedendo all’uno, talvolta all’altro aspetto. In Giulio Cozzoli, artista la cui competenza e maestria ormai travalicano i confini cittadini per essere riconosciute al livello dei grandi dell’arte nazionale, il tema della Maddalena è stato vissuto con particolare partecipazione sin dai primi anni del novecento.
Numerosi sono infatti i bozzetti, i disegni, gli schizzi che in questi anni di sistematico lavoro sono stati riportati alla luce dal prof. Gaetano Mongelli, docente di storia della comunicazione visivo-oggettuale del Dipartimento di Scienze della Formazione, psicologia, comunicazione dell’Università degli Studi di Bari. Alcuni, straordinari per le ridotte dimensioni e l’altrettanta completezza del disegno, sono stati presentati già nell’esposizione che nel 2008 fu organizzata presso al chiesa del Purgatorio, altri sono assolutamente inediti e si inseriscono nella ricostruzione che l’insigne storico dell’arte offrirà ai visitatori domenica 19 maggio, alle ore 19,30, presso il Museo Diocesano. L’iniziativa, inserita nelle celebrazioni per l’anniversario della fondazione dell’Arciconfraternita della Morte, rimarca la collaborazione della struttura museale e del suo ente gestore con le associazioni e le realtà religiose del territorio, offrendo l’occasione di esprime anche la collaborazione con un professionista del settore, il cui sapere è patrimonio cittadino al pari delle testimonianze del Cozzoli e delle sue, ben più note, statue legate ai riti della Settimana Santa molfettese. Durante la serata sarà possibile vedere l’opera, gratuitamente, ancora in deposito presso le sale della pinacoteca del Museo Diocesano. Interverranno, inoltre, don Michele Amorosini – direttore del Museo Diocesano– ed il commissario dell’Arciconfraternita della Morte – il prof. Saverio Di Bisceglie.
Autore: Adelaide Altamura