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Rufus, uno spirito libero
15 giugno 2021

Ma sì, dateci degli stupidi noi che trattiamo i cani come figli nostri, noi che li chiamiamo Amore, noi che l’ultima polpetta o pezzo di bistecca la lasciamo a lui perché dopo ci bacerà felice. Diteci che siamo folli, che i figli sono figli e il cane è un animale. Sì, sono stupida, folle ad amare un essere che ha asciugato le mie lacrime, che si spalma addosso quando non sto bene, che gioisce di una passeggiata assieme, che prende da solo il guinzaglio quando sente “Andiamo”. La povertà, la dolorosa questione dei migranti, le discriminazioni. Tutto vero, tutto reale. E’ bene ricordarlo sempre che esiste un mondo in cui la maggior parte delle persone riesce, a stento, a sopravvivere. Ma perché dividersi tra animalisti e non, perché scontrarsi sulla possibilità di dedicare un pensiero, una targa ricordo, un articolo o altro ad un cane? “Chi non ha posseduto un cane, non sa cosa vuol dire essere amato”. (A. Schopenhauer). Per i cittadini di Molfetta non era un cane, era Rufus, non era un randagio, era uno spirito libero. Molti avevano provato ad adottarlo, a strapparlo alla strada per dargli amore e un posto al riparo, ma lui aveva scelto la libertà, aveva eletto la stazione ferroviaria e la piazza quale sua dimora, accogliendo tutti coloro che gli donavano una carezza, un sorriso, una parola. Rufus è partito, ha lasciato la stazione di Molfetta per un luogo meraviglioso e imprecisato, un luogo cui, noi umani non possiamo ambire. Sì perché è vero, dolorosamente vero, che niente è più gratuito e infinito dell’amore di un cane e lui, ha amato tutti, senza vincoli, senza promesse e nulla si è aspettato in cambio, se non quella fugace carezza che gli abbiamo tributato, distrattamente, mentre ci recavamo in stazione. Un monumento, una statua, una targa, un articolo di giornale per un cane? Giammai! Un cane è solo un cane. Poveri coloro che non sanno, poveri perché manca loro un altro aspetto dell’amore, credetemi. E non potete capire, voi che non vivete con un cane, quanto dolore per la perdita di un cane che non è membro della vostra famiglia, quanta partecipazione per un essere che non è umano, ma che di umano ha ereditato e tramandato tutte le accezioni positive. Se ne è andato silenziosamente, dignitosamente, capendo che era arrivato il suo momento. E solo per questo meriterebbe il nostro rispetto. Animali di compagnia... troppo riduttivo: sono compagni di vita i quali ci accettano per quelli che siamo, con tutti i nostri limiti, le nostre malvagità, le nostre insicurezze, trasformate in un’unica certezza: quella di essere amati, incondizionatamente. Ma sì scagliatevi contro chi vuole dedicargli un’opera. Rufus, anche dal ponte dell’arcobaleno, continuerà a generare amore, anche per voi. Sappiatelo. “Lei lo picchia e lui le è affezionato l’istesso, non gli dà da mangiare e lui le vuole bene l’istesso, lo abbandona e lui le è fedele l’istesso. Il cane è nu signore, tutto il contrario dell’uomo”. (Antonio de Curtis, in arte Totò) © Riproduzione riserva

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