TRANI - Alla presenza di ebrei giunti a Trani da ogni dove, nonché di pubblico desideroso di conoscere e di approfondire, si è celebrato questa mattina, per il secondo anno, il ritorno in luoghi – Trani e la Puglia intera – che tanta parte hanno avuto nella storia dell’ebraismo italiano e internazionale. La cornice di questo ritorno è stata l’inaugurazione – presso la Sinagoga Scolanova di Trani - della nuova edizione di Lech Lechà, Settimana di Arte, Letteratura e Cultura ebraica, che per la seconda volta promuove la riscoperta di una parte importante dell’identità meridionale, considerata non solo nelle sue radici storiche ma anche nel suo presente vivo e dinamico garantito dalla presenza di una comunità ebraica tornata a riappropriarsi di luoghi e tradizioni in realtà mai del tutto perdute.
La rassegna vuole essere un modo per stimolare quella conoscenza che è il solo antidoto contro il pregiudizio e i luoghi comuni. A introdurre questa settimana di eventi (ben 106 in cartellone) è stato l’avv. Cosimo Yehuda Pagliara – coordinatore di Lech Lechà per il Salento - il quale ha voluto sottolineare come questo secondo anno di proposta conoscitiva e di ‘riscoperta’ stia a testimoniare “la volontà di guardare al futuro in modo più impegnativo”. “Qui – ha aggiunto Pagliara, rivolgendosi al variegato uditorio riunito in sinagoga – chiunque deve sentirsi come a casa propria: sia gli ebrei, vicini o giunti da lontano, sia tutti gli altri ospiti che, pur non ebrei, vogliono condividere questo importante momento di conoscenza. Lech Lechà vuole infatti essere un momento di spinta reciproca a che si alimenti un equilibrato rapporto di convivenza basato sulla conoscenza e sull’elemento fondamentale dello ‘scambio’, che in quanto tale aiuta tutti a vivere meglio.” Proprio traendo spunto da questa riflessione sull’importanza del confronto e del dialogo, Pagliara ha ricordato come uno degli appuntamenti centrali di questa Settimana sarà l’incontro – previsto per martedì 27 agosto alle 19.00 presso la Biblioteca Bovio di Trani - fra l’imam Yahya Pallavicini e il rabbino capo della comunità di Napoli e Italia Meridionale rav Scialom Bahbout.
Un incontro di valenza determinante per dimostrare ancora una volta che Islam ed Ebraismo non sono due mondi a parte, ma che al di là delle fratture storiche condividono innumerevoli somiglianze. “Questo appuntamento così importante – ha precisato Pagliara – dimostra come, nonostante le restrizioni finanziare che quest’anno hanno colpito tutte le manifestazioni culturali, compresa Lech Lechà, si possa continuare a pensare e a progettare in grande”.
Pagliara ha quindi lasciato la parola all’avv. Luigi Riserbato, sindaco di Trani, il quale ha ricordato come la sua città identifichi geograficamente e culturalmente una delle più importanti “famiglie” ebraiche. “Lo si legge – ha detto il sindaco – nelle tracce rimaste ben visibili in questo luogo, nelle quali è sembrata quasi scolpita la promessa di un ‘ritorno’ che ha avuto la sua prima grande concretizzazione con la riapertura della Sinagoga Scolanova.” Ha quindi fatto riferimento alla proposta, anch’essa molto concreta, di creare a Trani un Centro Studi sull’Ebraismo che si richiami a quel ruolo di centralità svolto dalla città in un fulgido passato di cui rimane memoria nei documenti storici.
Ha infine ricordato come il legame di Trani con gli Ebrei non sia cessato col triste evento della loro ‘cacciata’ dalla Puglia, ma abbia avuto una rinnovata testimonianza anche durante il periodo delle Leggi razziali fasciste quando tanti ebrei – memori dell’antico connubio – videro in Trani e nella sua capacità di accoglienza un nuovo baluardo contro la violenza, il disprezzo e la discriminazione. “Ecco perché – ha concluso Riserbato – mi sento di dire che quello con gli ebrei è, e rimane, un rapporto di amicizia e di gratitudine che oggi è ancora una volta destinato a crescere”.
Nel ricordare come Trani faccia parte di quella macro-comunità ebraica che comprende Napoli e l’intera Italia Meridionale, Pagliara ha quindi passato la parola a Pier Luigi Campagnano, che di tale comunità è Presidente. Ancora una volta come in altre occasioni, Campagnano, ha tenuto a sottolineare il ruolo centrale giocato dalla Puglia nella costruzione di importanti aspetti della cultura e delle tradizioni ebraiche, ruolo ben documentato e testimoniato nelle fonti. Una realtà che va a costituire il solidissimo fondamento per la rinascita di un ‘incontro’ e di un dialogo fra culture che è alla base di qualsiasi rapporto di pacifica convivenza.
Pagliara ha quindi invitato per un saluto il prof. Andrea Lovato, ricercatore dell’Università di Bari impegnato negli studi sugli aspetti giuridici del mondo romano antico e prossimo moderatore in uno degli incontri più attesi di Lech Lechà: quello che vedrà protagonisti il giudice Ferdinando Imposimato, il prof. Luigi Pannarale e il rabbino capo della comunità ebraica di Roma rav Riccardo Di Segni sul tema “Presupposti di giustizia nella disobbedienza civile; una lettura sociale ed ebraica”.
Lovato ha apprezzato la sensibilità dell’amministrazione di Trani “verso quei popoli che, come quello ebraico, hanno alle spalle una tradizione di storia, passione e sofferenza” e si è detto felice di essere stato invitato a una manifestazione che si pone come “un’occasione per aprire la mente al dialogo e al confronto, presupposti imprescindibili perché alla logica della violenza e della morte possa contrapporsi la logica della vita e della pace”.
Pagliara ha quindi ringraziato il rabbino di Napoli Scialom Bahbout e il direttore artistico di Lech Lechà Francesco Lotoro per aver saputo con lungimiranza guardare con il giusto anticipo a questa rinascita dell’ebraismo in Puglia e nel Meridione, agevolando tale processo attraverso un’iniziativa coinvolgente come la Settimana della Cultura Ebraica. A testimonianza del legame, vivo e attuale, degli ebrei con la Puglia, Pagliara ha quindi ceduto la parola a Eugenia Graubardt, esponente di una famiglia ebraica legata alla Puglia da generazioni, la quale ha parlato del desiderio, spesso riscontrato fra la gente, di conoscere più a fondo l’ebraismo, soprattutto alla luce di evidenti tracce culturali che talora sopravvivono in tradizioni locali delle cui vere origini si è persa consapevolezza. Ha quindi ricordato come oggi si vada intensificando il legame fra Puglia e mondo ebraico anche da un punto di vista logistico attraverso iniziative come l’apertura di un canale aereo fra Puglia e Israele che passa attraverso l’aeroporto di Brindisi.
Ha chiuso l’incontro inaugurale Francesco Lotoro, direttore artistico della manifestazione, il quale ha ricordato i primi sopralluoghi a Trani in compagnia di quanti, come il rabbino Bahbout, lo hanno sostenuto nella realizzazione del sogno di ridare un ruolo di primo piano sociale e civile alla comunità ebraica tranese e pugliese, una comunità la cui storia – dopo il ‘500 - in gran parte proseguì sull’altra sponda dell’Adriatico, a Salonicco e Corfù e che oggi torna alle sue origini. Ha quindi concluso con un veloce excursus sul programma della manifestazione appena iniziata. Un viaggio che va dalla filosofia alla musica, al teatro, al cinema, all'attualità del dialogo fra Ebraismo ed Islam sino alla cucina kasher, allo studio della lingua ebraica, alla Cabalà, allo studio della Torà e alle visite guidate per scoprire i tesori di Puglia.
L’inaugurazione di Lech Lechà ha avuto in serata un seguito anche a San Nicandro Garganico, cittadina del foggiano di consolidata tradizione ebraica soprattutto nel corso del ‘900, dove alle 19,00 e alle 21.00 presso Palazzo Fioritto – nell’ambito delle sezioni Sefarim ed Un Ebreo a Hollywood, due delle 12 in cui si articola la rassegna – si sono tenuti l’incontro letterario con Marco Di Porto, autore del libro “Nessuna notte è infinita” (ed. Lantana) e la proiezione del film “Jona che visse nella balena” di Roberto Faenza.
La rassegna Lech Lechà è promossa dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dalla Comunità Ebraica di Napoli e dal Comune di Trani, nonché patrocinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dai Comuni di Barletta, Brindisi, Manfredonia, San Nicandro Garganico e Sogliano Cavour. Direttore artistico: Francesco Lotoro.
Dalla filosofia alla musica, dal teatro al cinema, dall'attualità al dialogo Ebraismo-Islam sino alla cucina kasher, dallo studio della lingua ebraica alla Cabalà, allo studio della Torà tutto il giorno sino a notte fonda e alle visite guidate per scoprire i tesori di Puglia, per un totale di 111 eventi in cartellone. Tutto questo è Lech Lechà 2013 la rassegna articolata in XII moduli (convegni, aperitivi letterari, fiera del libro, corsi di lingua ebraica, studio della Torah e della Mishnah, lezioni sulla Cabalà, concerti, cinema, visite guidate ai tesori di Puglia, Cucina Kasher, Yom Shabbath, La notte dell’ebraismo tranese) che vede protagoniste 6 città pugliesi dal 25 agosto al 2 settembre, con un grande concerto finale a Roma, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. La rassegna che è promossa dall’Assessorato al Mediterraneo della Regione Puglia, dalla Comunità Ebraica di Napoli e dal Comune di Trani, nonché patrocinata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dai Comuni di Barletta, Brindisi, Manfredonia, San Nicandro Garganico e Sogliano Cavour. Direttore artistico: Francesco Lotoro.
Questo il Programma della SECONDA GIORNATA (TRANI – BARLETTA – BRINDISI - 26 agosto 2013):
TRANI:
Yeshivà
Selichòt
Sinagoga Scolanova
alle ore 00:30
Yeshivà
Tefillà di Shachrìth
Sinagoga Scolanova
alle ore 8:00
Yeshivà
Studio di Torà e Mishnà
Sinagoga Scolanova
dalle ore 8:30 alle ore 12:00
Poiché l'ebraismo è innanzitutto studio, colonna portante della Settimana di arte, cultura e letteratura ebraica Lech Lechà di quest'anno è Yeshivà. Il luogo in cui si studia la Torà e la Mishnà è chiamato Beth haMidrash o Yeshivà e, nel periodo che precede le festività ebraiche la Yeshivà è aperta anche a coloro che dedicano poco tempo allo studio. In Babilonia, questi periodi venivano chiamati Yarchè Challà che significa mesi della sposa laddove la sposa è la Torà e lo sposo è il popolo di Israele che studia la Torà. Questi periodi di studio precedevano in particolare la festa di Pesach e le feste autunnali e di conseguenza gli argomenti di approfondimento erano inerenti alle feste che stavano per accadere. Trani è già stata sede storica di una grande scuola di studio biblico e talmudico nonché città che ha dato i natali al grande chacham (dottore della Legge) Isaiah miTrani. Dalle ore 17,00 di domenica 25 agosto sino a poco prima dell'entrata di Shabbath venerdì 30 agosto sarà pienamente operativa la Yeshivà di Trani, prima pietra di una Yeshivà definitiva aperta a tutti coloro che vorranno approfondire i temi legati alle feste autunnali: Rosh haShanà, Kippur e Succoth.
Nella Yeshivà si terranno lezioni di analisi e approfondimento sul Libro di Jona (che viene letto nello Yom Kippur), sulle norme della Teshuvà di Mosè Maimonide detto il Rambam, sul Talmud Bavlì, sul pensiero ebraico del diritto al lavoro e sul pensiero di Rav Yosef Dov Soloveitchik (1820 – 1892) nonché studio approfondito della Tefillà, della Torà e dei Profeti, Talmud, Halachà (con particolare attenzione allo studio della kasherut), la posizione degli anusim o marrani nella Halachà, su alcuni trattati della Mishnà e altri argomenti di studio. Le lezioni saranno tenute da rabbini di riconosciuta fama quali Rav Scialom Bahbout (Rabbino capo di Napoli e Italia meridionale nonchè curatore della Yeshivà), Rav Riccardo Di Segni (Rabbino capo di Roma), Rav Giuseppe Laras (già rabbino capo di Milano, oggi Rabbino di Ancona), Rav Yishai Hochman (rav Machshir dell’eruv e della kasherut per la Orthodox Union), Rav Roberto della Rocca (Direttore del Dipartimento Educazione e Cultura dell’U.C.E.I.), Rav Pierpaolo Pinhas Punturello (inviato di Shavei Israel e del Rabbino capo di Napoli e Italia meridionale) e Maskil ing. Gadi Piperno (coordinatore per il Dipartimento educazione e cultura dell’U.C.E.I.).
Contemporaneamente alla Yeshivà partirà il primo Corso per la formazione di Mashghichim (sorveglianti per la kasherut) a cura di rav Scialom Bahbout. Il corso, reso possibile dalla collaborazione tra la Ortodox Union (O.U.) e il Rabbinato di Napoli, avrà la durata di n.16 (sedici) ore; alla fine del Corso i partecipanti sosterranno un esame e, in caso di esito positivo, ciò consentirà loro di collaborare al progetto di certificazione e controllo dei prodotti alimentari nel Meridione sotto il controllo della O.U. e del Rabbinato di Napoli.
Gli interessati dovranno presentare, nell’ambito del modulo Yeshivà, una specifica richiesta di partecipazione al Corso.
Durante LECH LECHÀ la Sinagoga Scolanova sarà aperta a tutti alle ore 00:30 (a partire da lunedì 26 agosto) per le selicòth che precedono le festività ebraiche dell’anno ebraico 5774, alle ore 8:00 per la Tefillà di Schachrìth, alle ore 17:00 per la Tefillà di Minchà e alle ore 22:00 per la Tefillà di Arvit. Per informazioni consultare il sito www.settimanalechlecha.it o scrivere a traniebraica@fastwebnet.it
Ulpàn
Corso intensivo di studio della lingua ebraica moderna
(livello fondamentale)
Biblioteca G. Bovio
dalle ore 9:30 alle ore 12:00
L’ebraico è una lingua semitica, si scrive da destra verso sinistra e appartiene alla stessa famiglia della lingua araba, aramaica, amarica, tigrina. Per lingua ebraica (in ebraico ivrit) si intendono quella biblica (o classica) e quella moderna. Il suo alfabeto comprende 22 lettere di valore consonantico e, come quello arabo, non trascrive le vocali; esse sono aggiunte sotto forma di piccoli segni posti sopra o sotto le consonanti. Nel capitolo 10 della Genesi è citato un antenato di Abramo di nome Ever.
Nella Bibbia ricorre più volte la parola ivrì (ebreo), mentre il nome della lingua impiegata per la sua redazione è leshòn kòdesh (lingua sacra). Durante il periodo del Secondo Tempio la maggior parte degli ebrei abbandonò l’uso quotidiano dell’ebraico come lingua parlata a favore dell’aramaico. Gli ebrei della Diaspora continuarono ad adoperare l’ebraico solo per la tefillà (preghiera) e lo studio della Torà, mentre nella quotidianità si esprimevano in lingue locali o in altri idiomi come yiddish, giudeo–spagnolo (o ladino), giudeo–romanesco o giudeo–veneziano; l’ebraico continuò a fungere da lingua scritta soprattutto per scopi religiosi, filosofici, scientifici, medici e letterari. Il sec. XIX segnò l’inizio dei movimenti risorgimentali e delle aspirazioni nazionalistiche; il sionismo trasformò l’ebraico in lingua parlata della comunità ebraica in Terra d’Israele (lo yishuv) e per gli ebrei che immigravano nella Palestina ottomana. Eliezer Ben Yehuda, ebreo lituano emigrato in Palestina nel 1881, fu tra i più entusiasti promotori dell’uso volgare dell’ebraico; lui stesso creò nuove parole per i concetti legati alla vita moderna. Sotto il Mandato britannico, l’ebraico divenne terza lingua ufficiale dopo l’arabo e l’inglese; nel 1948 l’ebraico divenne la lingua principale dello Stato d’Israele.
Il corso si svolgerà a partire dal 26 agosto presso la bibiioteca G. Bovio di Trani con una full immersion quotidiana durante la quale il corso si svilupperà in corso base e corso avanzato. Il corso ha un costo di Euro 40,00 (quaranta/00) da versarsi allo Staff del LECH LECHÀ durante la prima lezione. È necessario inviare una domanda di iscrizione a lechlecha.segreteria@yahoo.it
Lechà...peritivo
Il mistero del codice di Aleppo
relatrice Maria Pia Scaltrito
segue aperitivo
Libreria La Maria del Porto
alle ore 12:00
Il Codice di Aleppo (conservato nel Museo d'Israele a Gerusalemme) ha una storia da far tremare le mani a romanzieri e registi al pari delle avventure di Indiana Jones e del Codice da Vinci. Dove è nato nel X sec. E perchè una maledizione scritta sui primi fogli ricade su coloro che lo deturpano? Cosa ne ha fatto Mosè Maimonide quando lo ha avuto tra le mani e come è scampato a incendi e saccheggi sino all'ultimo, terribile incendio della sinagoga di Aleppo? A questi e altri quesiti la studiosa e ricercatrice Maria Pia Scaltrito cercherà di dare le più esaurienti risposte.
Ogni giorno da lunedì 26 a venerdì 30 agosto alle ore 12:00 presso una tra le locations di Trani che ospitano LECH LECHÀ (Libreria La Maria del Porto, Biblioteca G. Bovio, Auditorium S. Luigi) si terrà un classico aperitivo letterario e musicale tra conferenze su tematiche di carattere storico (Il mistero del codice di Aleppo, Una lettura ebraica di Gesù), riflessioni sul sociale tenute da esponenti del mondo ebraico, islamico e universitario (Alcune proposte di cammino dell’uomo e della società), simposio dedicato al 950mo anniversario della promulgazione degli Statuti Marittimi di Trani e un recital sulla letteratura pianistica dedicata all’adolescenza. Durante e dopo i succitati appuntamenti letterari e musicali sarà possibile degustare una aperitivo rigorosamente kasher.
Chi è rimasto a bottega?
Pranzo kasher sotto sorveglianza rabbinica
Ristorante Il Marchese del Brillo
dalle ore 13:00 alle ore 15:00
Pranzo e cena kasher sotto sorveglianza rabbinica
costo promozionale € 20,00 (venti)
L’ebraismo conferisce particolare attenzione al cibo; il nutrimento materiale è paritetico a quello spirituale, anzi a questi propedeutico. Al cibo, come cucinarlo e prepararlo, sono dedicati fiumi di pagine di Torà, Mishnà e Talmud al punto che è nata una scienza che è disciplina di vita e buona salute, la kasherut. Inoltre non è possibile mescolare latte (o suoi derivati) e carne durante lo stesso pasto; ciò deriva dal precetto biblico che afferma non cuocerai il capretto nel latte di sua madre. Il vino ha il posto d’onore nella kasherut, su di esso si recita di Sabato il kiddush.
La kasherut raccomanda quali carni o grassi di un animale possano essere mangiati; sono ammessi solo gli animali che contemporaneamente hanno l’unghia spaccata e sono ruminanti. Un’altra regola della kasherut è che un animale debba essere macellato in modo conforme allahalachà. Lo shochèt recide con un taglio netto la vena giugulare e deve esaminare gli organi dell’animale macellato per verificare tracce di malattie che renderebbero la carne inadatta al consumo. Il quarto posteriore può essere consumato solo se si estrapola il nervo ischiatico e occorre eliminare dalla carne la massima quantità di sangue. Gli animali marini devono avere sia scaglie che pinne; questo esclude tutti i frutti di mare, molluschi e crostacei.
Per tutta la durata di LECH LECHÀ e presso ogni location saranno operativi Stand di editoria e discografia ebraica con una ricca offerta di opere editoriali, saggistica, letteratura religiosa e sociale, romanzi e pubblicazioni recenti di autori ebrei, discografia ebraica tradizionale, religiosa; inoltre, sarà possibile acquistare il kit di LECH LECHÀ (libro+cd+folder+bottiglia di vino o olio kasher), manufatti di artigianato ebraico tranese su ceramica e maiolica lavorati dal centro La Maiolica di Trani e vino kasher.
Yeshivà
a. Tefillà di Minchà
Sinagoga Scolanova
alle ore 15:00
Yeshivà
Studio di Torà e Mishnà
Sinagoga Scolanova
dalle ore 15:30 alle ore 19:00
Ulpàn
Corso intensivo di studio della lingua ebraica moderna
(livello avanzato)
Biblioteca G. Bovio
dalle ore 16:00 alle ore 19:00
Yeshivà
Corso per la formazione di Mashghichim
Sinagoga Scolanova
dalle ore 19:00 alle ore 21:00
Sefarim
Paola Fargion. Diciotto Passi, alla ricerca delle radici smarrite (Rusconi)
presenta l’Autrice, conduce Daniela Pellegrino segue rinfresco
Biblioteca G. Bovio - Trani
alle ore 18:00
Diciotto sono i passi che separano Inge dalla riconciliazione con la sua anima, la sua famiglia e il suo popolo. Inge è nata in Germania poco dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale. Non ha mai conosciuto il padre e la madre. Affidata alla bisnonna, Inge cresce e di tanto in tanto riceve la visita del patrigno, che le ha dato il suo cognome. Un giorno lui le dice che, se fosse nata solo un anno prima, sarebbe finita nelle camere a gas.
Questa frase impressiona Inge a tal punto da farle tornare il bisogno di capire quali siano le sue origini. Quando finalmente conosce la mamma, neanche sul letto di morte quest’ultima le rivela l’identità dell’italiano che l’aveva fatta innamorare per poi fuggire lasciandola incinta. Dopo anni trascorsi senza porsi più domande sul suo passato, un giorno Inge incontra una psicanalista ebrea (ben presto diventerà l’amica fidata) con la quale inizia la disperata ricerca delle sue radici. E così si muoverà tra Germania, Italia, Argentina e U.S.A. fino in Israele e agli ultimi diciotto passi, quelli che la separano dalla verità.
C’è qualcosa che lega indissolubilmente il popolo ebraico ai libri; dalla cultura ebraica della Diaspora o di Israele al mondo cartaceo degli autori, editori e lettori il passaggio è strettamente obbligato. Gli ebrei possiedono il Libro per eccellenza: la Torà, non solo Legge scritta da Dio medesimo e summa della storia dell’Umanità e dell’Universo ma autentico thesaurus della Scienza e della Tecnica sociale che segna i meccanismi dell’intelletto, scaffale di idee e valori utili a esercitare il gusto del progresso, della tolleranza, della libertà d’espressione e di critica, della creatività.
La Torà ha reso quello ebraico un popolo all’avanguardia nelle idee, nella scoperta di metodi di ricerca tali da scardinare i misteri del sapere umano e in essi scorgere nuovi significati o ricostruire situazioni inimmaginabili di creatività. Libri di argomento ebraico presentati dagli Autori con la partecipazione di giornalisti e uomini di cultura che con gli Autori approfondiranno i libri presentati sottoponendogli domande proprie o del pubblico. Ogni libro sarà acquistabile presso lo stand a margine della relativa presentazione libraria.
Un ebreo a Hollywood
Yentl
1983, regia di Barbra Streisand
Barbra Streisand, Mandy Patinkin, Amy Irving
Premi Oscar e Golden Globe 1984
Film tratto da un racconto di Isaac Bashevis Singer (1904–1991). Nella Polonia di inizio sec. XX Yentl, ragazza ebrea cresciuta con il padre, rabbino della locale sinagoga rimasto vedovo, è fortemente attratta dagli studi dei testi sacri ebraici. Alla morte del padre, si traveste da ragazzo e fugge riparando presso una yeshivà dove si presenta come Anshel (nome del fratellino defunto). Nella yeshivà prova un forte sentimento nei riguardi del suo compagno di studi Avigdor. A causa della rottura del fidanzamento di Avigdor con la bella Hadass, Yentl accetta per amore di coprire lo scandalo sposandone la fidanzata. Alla fine Yentl cede e svela all’amico di essere una donna e di amarlo profondamente ma la storia si sviluppa in modo imprevedibile.
Libreria La Maria del Porto - alle ore 21:00
Mentre nel teatro leggero gli attori ebrei portano un soffio di assurdità (vedi le maschere dello shlemiel, del nebech, del mishegoss, del badchen, del chutzpa, del draykopf, del kibitzer), nel cinema l’ebreo si dissimula nelle figure della società moderna, assume gli atteggiamenti dei popoli presso i quali vive sino a relegare in un angolo della coscienza la propria identità. Ciò permette all’attore ebreo quasi uno sdoppiamento; ironizza su se stesso come se parlasse di un altro. Forse proprio per questo ritroviamo nei comici ebrei il tema del doppio (Danny Kaye ne Il giullare del re, Jerry Lewis ne Le folli notti del Dottor Jerryll).
Come suggerisce il libro An Empire of their own: how the Jews invented Hollywood? di Neal Gabler, nel 1979 gli ebrei negli USA erano il 3% della popolazione, tuttavia se ne contava l’80% dei comici. Negli anni in cui il cinema americano diventava arte, Hollywood divenne per molti ebrei luogo dove esprimere quella parte di sé che costituisce un ponte con gli altri. Come scrive Guido Fink ne Non solo Woody Allen. La tradizione ebraica nel cinema americano, Hollywood è stata per gli ebrei una homeland alternativa dove rappresentare la propria identità di frontiera. Comicità, equivoco, complessità, ambivalenza sono alcuni ingredienti di un cinema definito talora ebraico o americano o comico, umoristico o semplicemente appartenente all’anima irrequieta dell’uomo contemporaneo. Hollywood rappresenta non soltanto l’ebreo ma anche l’immigrato o chiunque, in cerca della propria identità, si presti a un senso di comica inadeguatezza. Emergono i difficili contorni di un’identità irrequieta, avvolti da un sorriso yiddish originale, paradossale, assurdo. Nel cinema gli ebrei hanno trasformato la cultura chiusa in valigia, la propria esistenza in qualcosa da condividere e di tremendamente locale: hanno saputo rappresentare una condizione non solo ebraica ma anche americana o appartenente a quella realtà globale caratterizzata dal passaggio a Occidente.
Sarà per questo che è stato possibile inventarsi un Woody Allen così newyorkese e, al tempo stesso, così ebreo, radicalmente sradicato a se stesso eppure così identificabile, emblematico cittadino della metropoli dei migranti; merito non soltanto dell’eredità del teatro yiddish ma altresì del saper leggere creativamente la propria condizione, raccontarla e condividerla.
Chi è rimasto a bottega?
Cena kasher sotto sorveglianza rabbinica
Ristorante Il Marchese del Brillo
dalle ore 21:00 alle ore 23:00
Pranzo e cena kasher sotto sorveglianza rabbinica
costo promozionale € 20,00 (venti)
Yeshivà
Tefillà di Arvìt
Sinagoga Scolanova
alle ore 22:00
BARLETTA
Sefarim
Anna Foa. Diaspora (Laterza)
presenta l’Autrice, conduce Francesco Lucrezi segue rinfresco
L’autrice, docente di storia moderna all’Università degli Studi La Sapienza di Roma, si riallaccia a un suo precedente lavoro, Ebrei in Europa. Dalla peste nera all’emancipazione, che ripercorreva la vita delle comunità ebraiche nel continente europeo dal 1300 al 1800. Questo libro completa cronologicamente il suo racconto giungendo fino agli ultimi anni del 1900 passando attraverso la Shoah e la fondazione dello Stato d’Israele.
La chiave di lettura del libro è nel titolo, Diaspora; infatti é dalla originaria matrice diasporica europea che si sviluppa non soltanto il grande rigoglio culturale che caratterizza le comunità ebraiche nel periodo intercorso tra l’emancipazione e la Shoah ma altresì la successive esperienza americana e israeliana.
Sala Rossa del Castello Svevo
alle ore 17:00
Reshit
Onora tuo padre e tua madre. La Torà come un albero piantato nel cuore
in memoria di Concetta Dadamo z.l.
relatore Rav Scialom Bahbout
Sala Rossa del Castello Svevo
alle ore 18:00
“Onora tuo padre e tua madre, perché si prolunghino i tuoi giorni nel paese che il Signore, tuo Dio, ti dà” (Esodo 20,12) afferma l’obbligo dei figli verso i genitori senza limiti di età degli uni o degli altri. Il quinto comandamento rimane di straordinaria attualità in una società in cui il numero degli anziani aumenta e l’attenzione a loro dedicata non sempre è adeguata; esso si colloca sulla prima delle due tavole ossia quella che tratta i rapporti tra gli uomini e l’Hashèm poiché la nascita di ogni nuova creatura è frutto non solo dell’amore di due genitori ma anche dell’intervento divino.
Reshit
convegni su ebraismo, storia ebraica e Israele a cura di Rav Scialom Bahbout e Francesco Lotoro
Shabbetay Zevi e il messianismo del suo tempo
relatori Fabrizio Lelli, Anna Foa
modera Ottavio Di Grazia
saluti del sindaco di Barletta Pasquale Cascella
Può un ebreo dichiararsi Messia? O forse la domanda esatta è: cosa può e deve fare un ebreo perché venga riconosciuto Messia? La storia ebraica fornisce un congruo elenco di maestri dotati anche di fascino e carisma; ma nessuno di loro era il vero Messia. Quella di Shabbetay Zevi è probabilmente la più inquietante di tutte le storie messianiche.
Sala Rossa del Castello Svevo
alle ore 19:30
Il Canto di Abramo
30 aprile 1945
Atto unico di Luca Frozen Cresci
produzione Lech Lechà
attori Gianluigi Belsito, Elio Colasanto, Domenico Santarella
messa in scena Gianluigi Belsito
Violinista Alfonso Mastropasqua
Orchestra Musica Concentrationaria
introduce Andrea Lovato
La sera del 30 aprile 1945, come tutte le sere, i due luogotenenti di Satana (Minosse, assistente che accoglie i dannati sistemandoli negli appositi gironi e Iago, che cattura le anime sulla Terra) si recano per il consueto rapporto nell’ufficio del Principe delle tenebre. Hanno una cattiva notizia: il capo dell’esercito loro alleato sulla Terra si è ucciso ed è già all’Inferno. Inizia un serrato dialogo tra i due durante il quale Satana, pur consapevole che il Male non potrà mai essere debellato, si dice perplesso e sfiduciato sugli esiti della lotta tra il bene e il male; finché Iago non indicherà una inedita strategia da seguire. Un dialogo su natura umana, salvezza e perdizione, amore e odio.
Una riflessione metaforica e paradossale sul significato del male e la sua capacità e necessità di travestimento, una sintesi deformata e grottesca della storia del pensiero antico e moderno nella quale fatti e protagonisti (da Omero a Platone, da Gesù a San Tommaso, da Nietzsche a Hitler a Stalin) non sono mai indicati con il loro nome ma richiamati attraverso oblique allusioni.
Nel Mediterraneo si incrociano tre grandi culture religiose: ebraica, cristiana e musulmana. Popoli e storie divise da conflitti ideologici e territoriali ma con un’unica discendenza rivendicata, quella di Abramo cresciuto in Ur–Kasdìm che lascia la sua terra. Quando cantò Abramo? Il testo biblico non risponde ma l’istinto ci suggerisce che egli abbia intonato il suo canto al culmine della legatura del figlio Isacco, quando la voce divina fermò la sua mano nell’atto di sacrificare il figlio, dopo aver notato il montone incastrato nei pruni, antesignano del corbàn del Tempio. Il canto di Abramo risuona attraverso millenni e, intrecciandosi nei tempi e luoghi più diversi, conserva la sua unicità nella lode all’unico Dio, pilastro della civiltà mediterranea.
Il canto ebraico sopravvisse alla distruzione del Secondo Tempio nel 70 e.v. quando i Maestri proibirono la musica strumentale in segno di lutto. Il canto dei Leviti si spostò nella sinagoga dando inizio alla musica ebraica nella Diaspora. Il canto gregoriano discende da quello del Tempio, il canto dell’Islam conserva intatto il pianto di Agar per Ismaele, il conforto divino della promessa di una vasta e duratura progenie, l’orgoglio di una grande nazione che abbracciò il tesoro spirituale del monoteismo.
Sala Rossa del Castello Svevo
alle ore 21:00
BRINDISI
Reshit
13 milioni. Riflessioni numeriche e antropologiche sull’ebraismo contemporaneo
relatori Piero Di Nepi, Cosimo Yehuda Pagliara
modera Mimmo Spina
saluti del sindaco di Brindisi Mimmo Consales
Palazzo Nervegna
alle ore 19:00
Dopo il 1945 l'esercito britannico rifiutava l’attracco alle navi piene di ebrei che si avvicinavano ad Haifa. Il giorno dopo la sua proclamazione, i Paesi confinanti attaccarono Israele, il segretario della Lega Araba Azzam Pasha dichiarò che avrebbe scatenato contro gli ebrei “una guerra di sterminio che sarà ricordata alla pari dei massacri dei mongoli e delle crociate”. Israele vinse la guerra del 1948; tuttavia, su 600mila combattenti ebrei, 6mila rimasero sul campo di battaglia; di questi ultimi, la metà era sopravvissuta ai Lager per morire a casa propria.
Un ebreo a Hollywood
The Believer
2001, regia di Henry Bean
Ryan Gosling, Billy Zane, Theres Russell
Film ispirato alla vita di Daniel Burros, membro attivo dell’American Nazi Party, antisemita di origine ebraica. Daniel Balint, giovane skinhead neonazista di periferia, palesa manifeste idee a un raduno di estremisti di destra; le sue parole colpiscono Curtis Zampf, leader del raduno. Daniel viene coinvolto nel fallito tentativo di uccidere l’ebreo bulgaro Ilior Manzetti. La vita di Daniel si fa sempre più complicata, stretta tra il proprio antisemitismo dichiarato e la graduale riscoperta della propria identità, soprattutto dopo aver reincontrato alcuni suoi ex compagni della scuola ebraica. In un ultimo tentativo di dare una forte risposta al dramma interiore che sta vivendo Daniel installa una bomba nella sinagoga, bomba che dovrebbe scoppiare in coincidenza con lo Shabbath…
Palazzo Nervegna
alle ore 21:00