Rilettura della tragedia di Andromaca in chiave ironica
La proposta della Rassegna “Sotto il cielo dei Miti” del Teatrermitage
È possibile mettere in scena opere di qualità con ironia? Sbaglia chi afferma il contrario ed il sesto e ultimo appuntamento della IV edizione della rassegna “Sotto il cielo dei Miti – Teatro tra archeologia e contemporaneo” a cura di Teatrermitage, ne è testimonianza. Sold out, ribadisce il direttore artistico di Teatremitage, Vito d’Ingeo, alla presenza del sindaco Tommaso Minervini, a conferma di una rassegna che ha registrato consensi unanimi e che ha trovato dimore tra le più belle locations della nostra città. Abbiamo osato, continua Vito d’Ingeo, perché i verbi amare ed osare hanno la stessa radice latina e noi, prosegue, osiamo, grazie ai vostri consensi, a fare crescere la cultura nella nostra città. E sicuramente ad Euripide sarebbe scappato un sorriso compiaciuto, nell’assistere alla rilettura della sua opera “Andromaca”, dalla compagnia “I Sacchi di Sabbia” nel giardino del Museo Archeologico del Pulo. Da regina e sposa di Ettore a schiava, la vicenda di Andromaca si dipana attraverso le note narrazioni mitologiche. Nottolemo si innamora di lei e dalla loro relazione nasce Molosso, ma Ermione, sposa di Nottolemo, attribuendo la causa della sua sterilità ad Andromaca, cerca in tutti i modi di eliminarla. Andromaca è costretta a nascondersi e a proteggere Molosso da Ermione. Accorre in aiuto di Andromaca Peleo, nonno di Nottolemo, mentre in soccorso di Ermione giunge Oreste, innamorato di lei che la vorrebbe in sposa. E mentre lo scontro tra Andromaca ed Ermione si fa sempre più aspro, giunge la notizia della morte di Nottolemo, che mette fine a tutti i conflitti, secondo la consueta tradizione della mitologia. Al di là della mera narrazione dell’opera, è doveroso sottolineare la freschezza della rappresentazione de “I Sacchi di Sabbia”: Giulia Gallo nel ruolo del coro, Gabriele Carli nel ruolo di Andromaca e di Oreste, Giovanni Guerrieri nelle vesti di Menelao-Molosso e un Messaggero ed Enzo Illiano interprete di Ermione e Peleo, che hanno il merito di “smontare” la tragedia Euripidea per “vestirla” di ironia, pur mantenendone i temi dell’abbandono, della gelosia, immaginando personaggi mitologici, come l’Andromaca barbuta, che hanno interlocuzioni in lingua toscana e napoletana. Il messaggio è chiaro: rimanere fedeli a se stessi, conservare lo stesso interesse per la tragedia ma con uno sguardo ironico che induce alla introspezione, quasi a ribadire il potere di un sorriso.
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Autore: Beatrice Trogu