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Rifondazione: le false promesse di Minervini Tammacco ed Emiliano sull’ospedale
15 luglio 2019

Anche Rifondazione comunista-Compagni di strada attacca l’amministrazione comunale del sindaco Tommaso Minervini per il declassamento dell’ospedale di Molfetta: «Apprendiamo così che nell’ultima versione del Piano di riordino ospedaliero della giunta regionale viene ulteriormente confermato il declassamento dell’Ospedale di Molfetta a ospedale di base. Sembra una novità ma è quasi banale ricordare che il forte ridimensionamento dell’ospedale di Molfetta è stato una costante di tutte le versioni del piano di riordino fin dalla sua prima elaborazione. Dopo anni di biforcute rassicurazioni del sindaco Minervini, dell’uomo forte della maggioranza Tammacco e del presidente Emiliano, dopo false concertazioni, dopo finti accordi come la Carta di Ruvo, dopo le prese in giro di comitati apparentemente civici ma in realtà seconde linee del presidente Emiliano, siamo al punto di partenza: il “don Tonino Bello” è ospedale di base. Soltanto tre reparti: Chirurgia generale, medicina generale e ortopedia per un totale di 70 posti letto. Tutte le implementazioni previste da una recente convenzione tra l’ASL BA e la Regione Puglia per garantire le prestazioni a carattere urologico, cardiologico, nefrologico, di medicina interna ad indirizzo nefrologico e l’avvio della terapia intensiva a carattere post operatorio (TIPO) hanno tutte un carattere temporaneo e contingente, con motivazioni che in alcuni casi sono un’offesa al buon senso. Ad esempio l’unità operativa di Urologia rimane a Molfetta perché al San Paolo di Bari è arrivata prima l’unità operativa di medicina protettamedicina penitenziaria, proveniente dal Policlinico. Insomma chi prima arriva, prima si sistema. La controprova è semplice, se così non fosse Emiliano avrebbe modificato direttamente il Piano di riordino. È evidente, invece, che si tratta dell’ennesima arma di distrazione di massa in vista delle prossime elezioni regionali. L’ospedale di Molfetta continua a essere nel mirino di tutte le amministrazioni regionali. La verità è che il Piano di riordino ospedaliero è soltanto un risvolto della più generale politica di tagli alla spesa sociale e sanitaria attuata senza distinzioni da centrodestra e centrosinistra. Il nostro ospedale si difende a Roma e a Molfetta, lottando contro i vincoli di bilancio imposti dall’Unione europea. Altrimenti diviene soltanto lotta per il campanile».

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