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Rifondazione: dopo il declino dell'ospedale, la svendita ai privati del Preventorio
17 novembre 2003

MOLFETTA – 17.11.2003 Una delegazione di Rifondazione Comunista, composta da Michele Losappio (consigliere capogruppo alla Regione), Antonello Zaza (consigliere comunale) e Giovanni Porta (segretario cittadino), insieme a delegazioni della Margherita e dei DS – come precedentemente concordato fra i tre partiti – ricevute dal dott. Pentassuglia, direttore generale dell'ASL BA/2, si sono recate presso l'ex Preventorio di Molfetta (nella foto). “Per l'occasione sono sopraggiunti, “stranamente”, noti esponenti di liste civiche locali, fuoriusciti dell'ultim'ora dalla maggioranza di centrodestra che malgoverna la città e ha permesso lo smantellamento dell'Ospedale di Molfetta – dice un comunicato di Rifondazione comunista. La presenza di “ospiti inattesi”, per quanto riguarda Rifondazione Comunista, e non certo da questa invitati, ci induce a chiedere chiarezza agli amici del centrosinistra non tanto sul singolo episodio accaduto quanto sui modi, le condizioni, e anche le intenzioni, su cui oggi si intenderebbe fare opposizione nonché riaprire un percorso di costruzione dell'alternativa all'attuale governo di questa città. Un percorso, secondo noi, che dovrebbe essere improntato alla partecipazione dei cittadini e delle cittadine con valori e spirito nuovi rispetto a vecchie modalità di agire, espresse dalla cultura politica degli esponenti succitati e che questa città ha ben conosciuto. Le forze genuinamente democratiche e progressiste devono essere attente ai segnali che lanciano in questa delicata fase della vita cittadina; a non pregiudicare le possibilità di ridare senso e sostanza alla partecipazione politica “all'aperto” praticando inopportune intese “al chiuso” con gruppi autoreferenziali e non rappresentativi delle migliori energie di Molfetta. Fatte queste dovute precisazioni, dall'utile ricognizione del Preventorio, il cui processo di ristrutturazione è cominciato nel 1998 e terminato nel 2001, emerge ancora oggi una mancata attivazione del complesso sia come residenza sanitaria per la popolazione anziana sia come struttura di riabilitazione. La visita ha permesso di rilevare concretamente le notevoli potenzialità della struttura: ampi spazi, interni ed esterni allo stabile, rimessi a nuovo; disponibilità di una palestra per riabilitazione; camere già provviste d'arredamento e servizi. Si tratta, ovviamente, di denaro pubblico speso e che rischia seriamente di andare perduto se, quanto prima, non si procede alla messa in funzione della struttura. Come mai non si procede? Semplice: il ristretto bilancio regionale per il settore sanitario, infatti, non consente un'attivazione del Preventorio in linea con le sue potenzialità (80 posti letto); attivazione che significherebbe nuove assunzioni di personale medico ma soprattutto paramedico. Perciò la gestione ipotizzata dalla Regione va nella direzione di una struttura da affidare a imprenditori privati. Il Preventorio rappresenta, dunque, un caso-scuola di malasanità per i ritardi nell'attivazione e di gestione privatistica delle strutture pubbliche da parte del centrodestra. Infatti, la Regione Puglia, dopo aver penalizzato la città di Molfetta con il Piano di riordino ospedaliero che lede gravemente il diritto dei cittadini alla salute e a una sanità pubblica efficiente, sarebbe intenzionata a regalare a privati una struttura che potrebbe essere gestita pubblicamente. Il centrodestra alla Regione, guidato da Fitto e per nulla contrastato dal mutismo dell'Amministrazione comunale, continua la sua opera di distruzione dei diritti: da una parte, affossa la sanità pubblica e non investe su di essa; dall'altra, svende ai privati un bene della collettività. Rifondazione Comunista si opporrà strenuamente a ogni ipotesi di “svendita” del bene pubblico (sia esso Preventorio o altro) a favore di privati. Perché il diritto alla salute – conclude Rifondazione - non è una merce su cui fare proFITTO”.
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