Recupero Password
Rifondazione Comunista corre da sola a Molfetta: Gianni Porta, il candidato sindaco
20 marzo 2013

MOLFETTA - Basta «scambi di poltrone e scelte di candidati calati dal cielo» o «inciuci». Per Gianni Porta, consigliere comunale uscente e candidato sindaco di Rifondazione Comunista, «oggi la politica e il voto devono essere utili per non accontentarci più di padroni e padroncini di questa città». Di questo si è discusso nella presentazione del programma e del candidato sindaco di Rifondazione Comunista (nella foto Porta, Drago, Zanna, Zaza).
Ad aprire la conferenza ci ha pensato Beppe Zanna, segretario cittadino del PRC: «sono vent’anni che abbiamo cercato di far cambiare idea al Pd. È un peccato che come avviene da 12 anni a questa parte nel centrosinistra ci sia qualcuno che pensa a salvare le proprie posizioni, anziché mettersi al servizio di un reale percorso collettivo».
 
Per anni, il Pd a Molfetta si è considerato l'orchidea della politica. Oggi, cerca di riprendere in mano tutto quello che è stato fino a qualche mese fa in mano al senatore Azzollini. Ma il Pd con la candidatura di Paola Natalicchio ha una strategia precisa di consenso o vuole realmente sconvolgere tutti gli equilibri della politica locale? A quanto pare i vecchi e i nuovi vecchi desiderano salvare se stessi, più che il PD.
A Molfetta, così come nel resto d’Italia, si assiste all’ultima puntata di una micidiale serie di scandali che sta caratterizzando la coda della Seconda Repubblica in maniera ancora più marcata, rispetto ad una Prima Repubblica passata alla storia proprio per la scoperta della degenerazione di un intero sistema politico. Anche all’epoca si registrarono punte molto elevate di sfiducia nei partiti, ma la differenza fu che la scoperta di un malcostume tanto diffuso, che veniva per la prima volta delineato in tutta la sua reale dimensione, costituiva in un certo senso anche una sorpresa per l’opinione pubblica nazionale.
«In questi anni ho osservato la situazione dall’esterno e - ha puntualizzato Salvatore Drago, candidatoindipendente di Rifondazione Comunista - essendoci una grande sfiducia nei partiti il nostro obiettivo è quello di dar vita ad un opposizione dura, sincera, limpida e pulita». Oggi, il sentimento di sfiducia espresso dagli elettori non è più diretto verso le degenerazioni del cosiddetto sistema partitocratico, ma in qualche modo verso l’elemento “umano”, ovvero l’insieme degli individui che praticano professionalmente la politica.
 
Rifondazione vuole andare completamente in controtendenza e questo si evince dalle parole di Antonello Zaza, del direttivo cittadino Rifondazione Comunista: «in futuro cercheremo di fare quello che abbiamo fatto questi anni, ascoltando i bisogni dei cittadini. La politica molto spesso diventa aritmetica e questo ha consentito all’amministrazione di destra di distruggere il nostro territorio, il nostro ambiente fino ad arrivare all’aborto della disillusione del porto».
Per il “fiore all’occhiello” del senatore Azzollini e della sua amministrazione i lavori continuano inesorabili, ma nei mesi scorsi hanno portano in dote un nuovo progetto esecutivo e quasi 14 milioni di eurodi spese. Infatti, lo scorso 29 novembre, prima dell’ufficialità delle dimissioni del senatore Antonio Azzollini dalla carica di sindaco del Comune di Molfetta, la giunta comunale uscente ha approvato il primo stralcio del progetto esecutivo per il secondo lotto dei lavori per il nuovo porto commerciale.
Oltre allo sperpero di denaro pubblico, il nuovo porto commerciale non ha portato ancora né lavoro per i cittadini molfettesi né questo grande sviluppo economico che Azzollini rivendica da anni. «Azzollini ha lasciato i cittadini molfettesi con il culo per terra, trasformando gli stessi in sudditi - ha continuato Zaza -. I soldi spesi per il porto commerciale avrebbero potuto essere utilizzati per migliorare il dissesto idrogeologico, la viabilità, le coste».
L’ultima “battuta” è nei confronti ancora della campagna elettorale messa in atto dal Pd. «La politica non è come la Lego in cui poter mettere al centro il pezzo centrale e poi legare gli altri», ha concluso Zaza. Infatti, secondo quanto si vocifera in giro anche il dialogo tra Pd e il Movimento Indipendente Linea Diritta del candidato sindaco Bepi Maralfa sarebbe un matrimonio tutt’altro che già fatto. Il colloquio, dei giorni scorsi, è servito a esplorare le possibilità di convergenza tra il progetto di Maralfa e quello di Natalicchio, caratterizzati da molti punti programmatici in comune, tra cui l’attenzione al tema della trasparenza e della legalità e la voglia di mettere in campo un progetto di forte discontinuità e radicale trasformazione nei confronti delle giunte Azzollini degli scorsi anni. Come affermato da Zaza, sembrerebbe che il pezzo fondamentale della Lego dovrebbe essere il Partito Democratico e, di conseguenza, il Movimento di Maralfa e la stessa Rifondazione Comunista avrebbero dovuto essere suoi derivati. Questo probabilmente spiega la decisione intrapresa da Rifondazione in questa campagna elettorale.
Ma è proprio il candidato sindaco di Rifondazione Comunista, Gianni Porta a fare il punto sulla situazione a Molfetta. «Sono molto emozionato soprattutto perché vedo le vostre facce con un sorriso. Qualcosa sta cambiando e qualcosa deve cambiare cominciando a dire la verità su quello che non va in questa città. Basta costruire palazzi».
L’espansione edilizia ha tralasciato gli aspetti ambientali e idrogeologici. Sono anni ormai che il territorio di Molfetta è deturpato con la costruzione di interi nuovi quartieri residenziali. Per ogni città o paese bisognerebbe istituire una cintura verde che aiuterebbe l'assorbimento della CO2 prodotta e, nello stesso tempo, delimiterebbe l'espansione urbanistica. È arrivato il momento di riqualificazione le strutture già esistenti o le aree già compromesse da troppo tempo. L’assenza di aree a verde o, comunque, il degrado di alcuni parchi e piazze di Molfetta (alcuni riqualificati e abbandonati, altri restaurati ex novo e mai aperti, nonostante i proclami-propaganda del Comune) è un problema fortemente sentito dai cittadini: lo dimostrano le continue segnalazione sul poco decoro pubblico, sull’arredo urbano preda di attacchi di vandalismo, sui comparti di periferia lasciati all’incuria e al proliferare dei rifiuti (comparti 14, 15, 16, ecc.).
Insomma, il partito di Rifondazione Comunista non sta a guardare e soprattutto non si fa spaventare nemmeno dai risultati delle ultime elezioni politiche vista la sconfitta di Ingroia. Quest’anno doveva essere l’anno del cambiamento, della ventata di giovinezza. A Molfetta la sfida pare sia cominciata tra Ninnì Camporeale (PdL), Bepi Maralfa (Movimento Indipendente Linea Diritta), Paola Natalicchio (Pd-Sel) e adesso con Gianni Porta (Rifondazione Comunista).
In realtà, i risultati elettorali nazionali hanno riportato una vittoria mutilata per il centrosinistra. Il dato politico ha indicato una sconfitta senza appello per le forze istituzionali che compongono la sinistra italiana: partiti e sindacati. È sbagliato ricercare le cause in una campagna elettorale poco incisiva. La sinistra da anni ha smesso di essere una forza popolare e di avere il polso degli umori nazionali. Lo stesso è accaduto a Molfetta dove mentre il numero dei militanti scendeva, le decisioni calavano dall’alto e non si apriva il partito a giovani e movimenti che potessero contaminarlo con energie fresche e nuove istanze.
Si è guardato con sospetto chiunque fosse al di fuori della struttura, anche quando le battaglie sociali potevano essere coincidenti. A livello politico si è preferito ascoltare le elite economiche e culturali, i “salotti buoni”. In una confusa idea di rinnovamento post-guerra fredda, si è inseguito il pensiero liberale, senza peraltro essere mai convincenti né come socialdemocratici né come liberali. Di fronte alle responsabilità storiche accumulate negli anni, l’attuale classe dirigente ha ormai perso la credibilità di poter elaborare una visione del paese alternativa allo status quo. Forse questo ha portato Rifondazione Comunista a “gareggiare” da sola, in una campagna elettorale estremamente difficile che sembra fatta di colpi di scena.
 
© Riproduzione riservata
 
Autore: Andrea Saverio Teofrasto
Nominativo  
Email  
Messaggio  
Non verranno pubblicati commenti che:
  • Contengono offese di qualunque tipo
  • Sono contrari alle norme imperative dell’ordine pubblico e del buon costume
  • Contengono affermazioni non provate e/o non provabili e pertanto inattendibili
  • Contengono messaggi non pertinenti all’articolo al quale si riferiscono
  • Contengono messaggi pubblicitari
""

A me piacciono i valorosi: ma non basta essere uno spadaccino, si deve anche sapere chi si vuol sciabolare.! E spesso si dà maggior valore nel trattenersi a passare oltre: allo scopo di conservarsi per un nemico più degno! Voi dovete avere soltanto nemici da odiare, ma non nemici da disprezzare; dovete andare superbi dei vostri nemici: così ho già insegnato una volta. Dovete conservarvi per il nemico più degno, o miei fratelli: perciò molti ne esistono dinanzi ai quali dovete passare senza curarvene; specialmente di quella canaglia numerosa che vi riempie gli orecchi di popolo e di popoli. Mantenete i vostri occhi puri dal loro “pro” e “contro”! Vi è molta giustizia e molto torto, colui che è spettatore, se ne adira. Essere spettatore e menar colpi è tutt'uno: perciò ritiratevi nelle foreste e lasciate dormire la spada! Seguite la vostra via! E lasciate che il popolo e i popoli seguano le loro! – strade buie, in verità, sulle quali non lampeggia più una sola speranza! Il bottegaio regni, là dove tutto ciò che brilla è soltanto oro di bottegaio! Non è più tempo dei re: quello che oggi si chiama popolo, non merita re. Guardate dunque come queste nazioni imitano oggi i bottegai: esse frugano anche nelle immondizie alla ricerca dei minimi guadagni! Esse si spiano l'un l'altra, si copiano l'un l'altra, - e lo chiamano “buon vicinato”. O beati tempi lontani, quando un popolo diceva: “Io voglio dominare gli altri popoli!” Poiché, fratelli miei, deve dominare il migliore, e il migliore vuole altresì dominare! E dove si insegni una dottrina diversa, deve dirsi che il migliore là manca. Guai se costoro avessero il pane gratis! Per che cosa strepiterebbero altrimenti? Il loro sostentamento è il loro trattenimento; lo conquistino con fatica! Sono animali da rapina: nel loro “lavoro” vi è qualche cosa del furto, nel loro “guadagno” vi è molta astuzia! Perciò se lo debbono conquistare con fatica! Occorre dunque che diventino migliori animali da rapina, più astuti, più prudenti, più simili all'uomo: perché l'uomo è il migliore animale da rapina. A tutte le bestie l'uomo ha già carpito la virtù: appunto perché fra tutti gli animali ha avuto la vita più dura. Soltanto gli uccelli sono ancora al di sopra di lui. E se l'uomo imparasse a volare, guai! A quali altezza non volerebbe la sua rapacità? - Così parlò Zarathustra.



Quindici OnLine - Tutti i diritti riservati. Copyright © 1997 - 2025
Editore Associazione Culturale "Via Piazza" - Viale Pio XI, 11/A5 - 70056 Molfetta (BA) - P.IVA 04710470727 - ISSN 2612-758X
powered by PC Planet