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Rifacimento di Corso Umberto a Molfetta, domani si parla del progetto. Ai cittadini non piace Secondo appuntamento, "Prospettive e sviluppo del commercio urbano in relazione al progetto di riqualificazione del quadrilatero commerciale", in cui sarà illustrata la nuova immagine che il Comune vuole dare al corso nonostante il dissenso di moltissimi molfettesi
13 novembre 2010

MOLFETTA – "Prospettive e sviluppo del commercio urbano in relazione al progetto di riqualificazione del quadrilatero commerciale" è il titolo della manifestazione, organizzata da Molfetta Shopping, che ci sarà domani alle 10 nella sala Finocchiaro della Fabbrica di San Domenico a Molfetta.
Un approfondimento dal punto di vista economico sulle basi del progetto di riqualificazione di Corso Umberto di Molfetta, voluto dall’amministrazione comunale e studiato dai suoi tecnici.

All’incontro, che illustrerà le novità della nuova veste della zona centrale con l’eliminazione dei marciapiedi e degli oleandri del corso, ottenendo così una superficie senza dislivelli, un ‘parquet’ innovativo, parteciperanno oltre al sindaco, ai progettisti e alle varie autorità comunali, e non, anche tutti i commercianti, gli operatori e le associazioni presenti sul territorio.
Inoltre saranno presentate la modifica del disegno delle chianche e delle aiuole agli incroci.
Invito esteso dunque anche per sentire l’opinione della gente e prendere successivamente decisioni che non tengano conto dell’opinione di chi frequenterà e vivrà quotidianamente il quadrilatero centrale della città?
Non si sa se ci sarà la possibilità, durante l’incontro, di poter dibattere liberamente. Al momento c’è solo la sicurezza che il progetto deve ancora superare più step per diventare esecutivo.
Molti, anzi troppi, i dissensi della cittadinanza sulle modalità di rifacimento strutturale ed estetico per i disagi previsti, e irrisolti, a cui non ancora si è avuta risposta.
L’area, di 150 metri quadrati, è compresa tra Corso Umberto I, piazza Principe di Napoli, Corso Margherita di Savoia, via Vittorio Emanuele, via Baccarini, via de Luca, via XX settembre e via Bari.
Ci aspetterebbe però, visto il numero e le motivazioni delle proteste, che Comune e progettisti non stiano solo a sentire, lasciandosi scivolare addosso ogni parola, mostrando quella sensibilità verso i cittadini, indispensabile per un buon governo.
 
-Numeri e comitati e motivazioni principali del dissenso:
 
Ai molfettesi non piace l’idea di smantellare l’aspetto architettonico ed estetico di una zona che per tradizione sentono propria così com’è e che quindi non vogliono vedere trasformata in un ennesimo esempio di architettura futurista a cielo aperto.
A ciò si aggiunge inoltre uno studio non funzionale ed efficiente, di deviazione o incanalamento dell’acqua, che salvi le persone dai ‘fiumi in piena’ che si riversano nel corso in caso di pioggia.
E questa volta la mobilitazione può contare su migliaia di cittadini tra gruppi organizzati su Facebook, (‘Non massacrate Corso Umberto’), Legambiente, Arci, Fabbrica di Nichi, vari comitati, e tantissimi singoli cittadini che pensano che il cambiamento sia solo un inutile dispendio di denaro e che hanno firmato una petizione da presentare al Comune.
Movimenti che sono in contatto tra loro per unire le forze e far valere le proprie ragioni e che criticano, a ragion veduta, anche gli aspetti tecnici della metodologia progettuale usata.
Le città cambiano sempre più spesso seguendo correnti di pensiero ‘architettonico’ che raramente sposano, migliorando l’aspetto e la bellezza preesistente, creando disarmonia e facendo scomparire, invece di valorizzarlo, il patrimonio storico con ristrutturazioni che cancellano il vissuto, l’anima di luoghi in qualche modo appartenenti alla popolazione.
Una lotta, tra amministrazione e parte della cittadinanza molfettese, che contesta anche il previsto futuro rilancio economico della zona, dopo l’operazione di restyling, proponendo modalità diverse, meno distruttive, per aumentare l’accesso e quindi la vita commerciale di uno dei posti più vissuti di Molfetta.
Una vera e propria divisione proprio come il muro che la nuova zona andrebbe a costituire tra la parte ‘in’ della città e quella ‘out’; federalismo comunale?
Il compromesso, se razionale e non condizionato da interessi personali, è la via più percorribile…anche se forse è arrivato il momento che i cittadini, almeno chi si sente ancora tale, si prendano le proprie responsabilità portando a termine le loro battaglie dato che sempre più spesso chi governa ha dimenticato perché si trova in quel posto oppure lo sa fin troppo bene.
 
© Riproduzione riservata
Autore: Domenico Sarrocco
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1- Caro Alba Talba che "Q" abbia un'anima, non ci piove, è nel suo diritto averla... come nel nostro, tra l'altro, condividerla o contestarne alcuni aspetti. Tra l'altro, "Q" è l'unica testata che consente a noi lettori di poter esprimere le nostre opinioni, satire, idee... a volte pure gli sfottò... ai quali anche io mi sono lasciato andare... Si può guardare il bicchiere mezzo vuoto o mezzo pieno, e io ho scelto di guardarlo sempre mezzo pieno... in parole povere ci siamo "conquistati" anche noi una fascia di lettori... e molti di questi se non tutti oggi li annovero come miei assidui lettori e commentatori della mia bacheca facebook (a volte becco sino a 80 commenti a pezzo), a volte riscuoto consensi e perché no, dissensi... più degli stessi articolisti... Detto ciò, non posso esimermi dall'esternare un pizzico di amarezza su un aspetto che non ho digerito... E non digerisco... Non mi piace essere paraculato, come dicono a Roma. E' stata fatta una cernita... alcuni commentatori, "autorevoli" sono stati cooptati, o mutuando un termine da te opportunamente adoperato su un altro aspetto della tematica (ma la sostanza è quella), filtrati... Il criterio mi sfugge... a noi l'ingrato compito di restare relegati al ruolo di commentatori, allora, pur avendo, e volendo offrire un contributo maggiore... ma forse è anche giusto che sia così, forse la mia, e quella di qualcun altro, è solo una presunzione mal riposta in capacità che forse non abbiamo nella stesura di articoli che possano destare l'interesse del lettore... o così vogliamo pensare...
2 - Mesi fa, uno di questi "autorevoli" commentatori ebbe ad accusarmi d'essere ondivago, in sostanza d'essermi "venduto" all'amministrazione Azzollini. Mi accusava "l'autorevole Cato Major", di aver fatto il salto della quaglia... solo perché su alcuni temi o problematiche non davo sempre la croce addosso all'attuale Sindaco che tante colpe può avere ma non certamente tutte... tutte quelle di un'intera classe dirigente che, occorre ribadirlo, negli ultimi 20 anni, ha fatto veramente cagare in questa città da destra a sinistra. Ebbene, poi abbiamo assistito alla "promozione sul campo"... abbiamo "degustato" gli articoli sulla fontanella inceppata, sino "all'apice", ai "copia incolla" sulle notizie di carattere nazionale (quelli che anche i bambini del'asilo, oggi sanno fare), che sono stati "sdoganati" in pompa magna, come grandi articoli sulla testata locale... Non parliamo poi del proliferare del "lettore scrive"... tutti postati, o quasi sul "primo piano"... e tutti, si badi bene, atti a descrivere la nostra città come BEIRUT. Esilarante, fu quello sulla "facciata della Madonna dei Martiri", di cui il lettore, invocava il restauro... il Problema, è che la facciata è lì ancora a mostrare tutta la sua perfetta conservazione, non corrotta dal tempo. Eppure, "l'articolista della facciata" (o della domenica)... è stato "promosso"... grazie "all'autorevole kazzata"... Scrivo ciò consapevole che con un clik, falkorosso potrebbe essere spento all'istate... Però voglio fare una domanda all'Augusto Direttore: "LEI NON SBAGLIA MAI?"... ha sempre ragione! E' umano?



Caro Falkorosso, vedo che ti fai influenzare dalle dicerie di qualche imbecille. Certamente l'invidia di qualcuno (quando la volpe non arriva all'uva, dice che è acerba) è un elemento fondamentale delle dicerie, ma l'altro elemento è soprattutto da chi provengono. E in molti casi si tratta di persone, soprattutto politici che abbiamo criticato. Ma questo ci fa piacere, perché conferma la nostra indipendenza e libertà. Caro Falkorosso, stai invecchiando, ti sfuggono alcune cose: ho scritto che "non facciamo l'analisi del sangue a nessuno" e questo vuol dire che non chiediamo il colore politico. E tra i nostri redattori ci sono anche persone di colore diverso, anzi di alcuni miei collaboratori non so nemmeno per chi votano. E' ovvio che il giornale ha una sua linea politica, come tutti i media, ma questo attiene alle libere scelte della direzione. Ogni cittadino ha le sue opinioni ed è onesto chi le dichiara, non lo è chi fa un giornale sostenendo falsamente di essere obiettivo (Gaetano Salvemini diceva: non chiedete ai giornalisti e agli storici di essere obiettivi, ma di essere onesti). L'obiettività non esiste, lo diceva anche Montanelli, tutto è filtrato dalla personalità e dalla cultura di ciascuno. Peggio di tutti è chi, in nome di una falsa indipendenza, mette tutto dentro il giornale, che diviene così solo un contenitore. La nostra onestà intellettuale ci porta a dare spazio a tutti, ma alla fine, deve essere consentito anche a noi di esprimere le nostre opinioni. Un giornale deve essere critico soprattutto verso il potere del momento e soprattutto quando questo prevarica i diritti dei cittadini e questo vale sia per chi è di destra, sia per chi è di sinistra. Del resto non sono mancate su “Quindici” le critiche al Pd e a Rifondazione, partiti di centrosinistra. Quindi lascia perdere i giudizi degli invidiosi delle professionalità altrui e dei faziosi e scrivi liberamente se desideri farlo, basta inviare una mail a direttore@quindici-molfetta.it

Egr. "padre di aspirante"... confesso di aver voluto provocare il dibattito su questo interessante tema... L'ho fatto di proposito, e nel mio consueto stile espositivo, per scuotere qualche commento interessante in materia e, soprattutto la replica del Direttore... che dico subito, mi è piaciuta nel consueto ed ineccepibile stile espositivo, ma non completamente nella sostanza... La città è piena di giovani validi e volenterosi, e io stesso, pur di veder pubblicato qualche articolo su quindici, sarei disposto ad impegnarmi e molto, in argomenti fuori dal convenzionale... e dall'ordinario... "oltre frontiera"... per lo più storici, o su argomenti che vanno oltre la scienza ufficiale... per non avere problemi con nessuno, e per non essere oggetto di strumentalizzazioni... Non incontrerei problemi a scrivere su questi temi anche perché sono un appassionato cultore di questi temi... Eppure, dietro i sì di facciata e di cortesia, i miei lavori sono stati irrimediabilmente "accantonati"... Ho voluto convincermi allora che si trattasse solo di mia deficienza e quindi è stato giusto il parere, de facto negativo, espresso dalla direzione. Eppure, la sensazione, che "queste voci" di cui te hai parlato, avessero un qualche fondo di verità, non riesco totalmente a reprimerla... e, in ultimo, giustamente Tu evidenzi, come nell'ottima replica del Direttore, manchi l'aspetto fondamentale della problematica introdotta... "non l'ha detto"... ancora... e non è da escludere, a questo punto, che tra gli elementi soggetti a valutazione positiva da parte del Direttore, vi sia anche (e forse soprattutto)... una ben precisa caratterizzazione politica... "del Giornalista"... Se così fosse, molto provocatoriamente dico, che hanno ragione quelli che denunciano un "certo andazzo"... nella conduzione del Giornale.
Caro Falkorosso, occorre anche dare spazio ai lettori che hanno bisogno di esprimere il proprio disagio in una città sempre più in declino, anche con parole semplici, come fanno molti cittadini. E noi diamo spazio volentieri a loro, questo non toglie nulla alla qualità di “Quindici” che resta alta, come tutti ci riconoscono. Ma il giornale deve essere come un ascensore e fermarsi a tutti i piani, quelli alti e quelli bassi, e tutti devono poter esprimere liberamente (ma in modo corretto e non offensivo) la propria opinione. “Quindici” ha sempre dato spazio ai giovani e non è un caso che molti di quelli che oggi operano nell'informazione a Molfetta provengano dalla scuola di “Quindici” e questo nessuno lo può negare (anche se dà fastidio e dispiace a qualcuno). Ben vengano altri giovani, abbiamo sempre avuto le porte aperte in tutti i sensi e non abbiamo mai chiesto a nessuno le "analisi del sangue". Purtroppo i giovani migliori sono anche quelli impegnati nello studio e nel lavoro e non hanno molto tempo, come alcuni che hanno tempo libero e non fanno altro. Per cui occorre prendere quello che possono dare. "Quindici" resta una scuola di giornalismo libero e qualificato dove i giovani possono trovare spazio per imparare, crescere ed esprimere le proprie capacità senza ostacoli. Purtroppo questo richiede impegno e un pizzico di sacrificio, molta umiltà e voglia di imparare e, credimi, c'è povertà di queste virtù, mentre c'è ricchezza di presunzione, arroganza, opportunismo e, ahimè, ignoranza.


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