Riccardo Muti cittadino onorario di Andria
Dopo Molfetta anche la città di Federico II e del Castel del Monte ha tributato l’omaggio al grande Maestro
Dopo la cittadinanza onoraria di Molfetta, dove ha trascorso infanzia e giovinezza, concessa nel 1991 al Maestro Riccardo Muti dal sindaco dell’epoca Enzo de Cosmo, anche il Comune di Andria, caro al grande musicista, ha voluto tributargli questo omaggio il 24 settembre scorso. «Per gli straordinari veliti artistici e il legame con la Puglia, per il contributo che ha impresso al progresso della cultura, della musica e dell’arte, attraverso gli studi, l’insegnamento, la ricerca, la produzione artistica, la formazione delle giovani generazioni » è detto nella motivazione. «Oggi qui celebriamo laicamente una storia, un percorso, una catena di sforzi intelligenti che hanno formato un uomo, un musicista, ma soprattutto un artista che il mondo invidia al nostro paese. Una persona che il mondo invidia al nostro paese – ha detto il sindaco di Andria, Giovanna Bruno – Motivo di orgoglio annoverare tra i cittadini andriesi la figura tanto prestigiosa del maestro Muti». Alla cerimonia hanno partecipato anche il prefetto di Barletta, Andria, Trani, dott.ssa Silvana D’Agostino, il vescovo mons. Luigi Mansi e il sindaco di Molfetta Tommaso Minervini. L’amore per la città di Andria, della sua storia, di Federico II e del suo Castel del Monte, sono nati nell’animo del Maestro fin dall’infanzia. Lo ha ricordato lo stesso Muti nel ringraziare per l’onore concesso: «Andria è molto nel mio cuore, perché nel 1946 circa, mio padre decise di fare un viaggio con cavallo a carrozza da Molfetta a Castel del Monte. Eravamo tre di noi, gli altri due erano troppo piccoli, eravamo cinque fratelli. Avevo 5 anni aprendo la tenda della carrozza ho visto questa immensa costruzione, questa corona, come si usa dire. Fui talmente folgorato da questa immagine che poi crescendo ho pensato di approfondire questa corona di pietra e quindi arrivare a Federico II. Federico II è un personaggio storico di grande cultura. Parlava 11 lingue ed è stato quello, si può vedere nella città di Altamura, è riuscito a mettere insieme cristiani ebrei e musulmani in un’armonia perfetta. Quindi io mi sono appassionato a questo personaggio. È diventato una specie di compagno della mia vita». Non poteva mancare il riferimento all’amore per la banda, che ha fatto nascere in Muti la passione per la musica, quelle bande di strada e delle feste patronali che il Maestro segue ancora oggi. «La mia vita musicale nasce dalla banda – ha ricordato ad Andria –. No che io suonassi nella banda. Che sarebbe anche una cosa nobilissima. Ma da bambino io ascoltavo le processioni del venerdì e sabato santo che passavano alle 7 del mattino sotto da casa mia a Molfetta e sentivo queste bande che suonavamo queste famose marce funebri. Quindi i miei inizi musicali sono la banda. È la banda. Oggi quando si parla di banda si pensa che sia un orchestra di categoria C. Non è vero molti dei grandi strumenti vengono dalla banda. Quindi la banda è uno strumento nobilissimo. Io seguivo tutte le processioni e in un certo senso non sono solo un esperto di inni nazionali, perché facendo i viaggi dell’amicizia, ho dovuto redigere tutti gli inni nazionali, ma posso dire senza timore di essere anche un esperto di marce funebri che può sembrare strano. A otto anni cominciai a suonare il violino. Il mio debutto fu al seminario pontificio di Molfetta e da allora piano piano si sono aperte le porte». Come sempre, il Maestro non ha fatto mancare l’appello per l’arte: «Faccio un appello a questa bellissima sede di questa meravigliosa città a tutti coloro che si interessano delle sorti del nostro Paese non dimentichiamo che una delle glorie, forse la gloria più grande del nostro Paese è stata ed è l’arte. E noi dobbiamo aiutare le nuove generazioni a cibarsi di questa arte e noi dobbiamo far capire loro quali siano le radici artistiche, non solo la scienza e la medicina e la legge. Abituare i giovani a cibarsi di armonia di amore, perché l’amore muove tutto. Ed è questo l’augurio che voglio fare ai nostri governanti presenti, passati e futuri che si devono preoccupare e occupare di dare amore, armonia e bellezza ai giovani di oggi».