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REGIONANDO - Sì del Consiglio al progetto di welfare per la Puglia Gli interventi dell'assessore Gentile, del presidente Vendola e di Palese (F.I.)
01 luglio 2006

BARI - Approvato a maggioranza con il voto contrario dell'opposizione il Ddl che disciplina il sistema integrato dei servizi sociali. Sono intervenuti a conclusione del dibattito l'assessore Elena Gentile e il presidente Vendola. Elena Gentile: L'assessore ha aperto il suo intervento esternando il turbamento con il quale ha vissuto tutto il “travaglio” che ha portato alla “nascita” della legge. “Un turbamento – ha detto – che spesso affiorava, derivante soprattutto dalla consapevolezza di non essere riuscita a far passare il senso vero di questo progetto di cambiamento”. “Sono stata profondamente segnata da questa vicenda che mi ha sottratto anche serenità, ma non per questo ho mollato e sono finalmente riuscita a portare a termine questo percorso”. Elena Gentile ha raccontato le sue emozioni, quelle relative anche alla sua timidezza e alla soddisfazione di aver contribuito “con la mia cultura personale e politica al cambiamento”. “Chi ha pensato – ha continuato – che da questa parte vi fosse un manipolo di boscaioli pronti a distruggere il concetto di famiglia, si è sbagliato. Non abbiamo mai pensato di abbattere la famiglia, abbiamo solo riconosciuto il ruolo a coloro che vivono in altri nuclei”. “Questa legge – sostiene Elena Gentile – è la legge dell'integrazione, un momento alto di democrazia del benessere”. E sulla idea che si volessero solo abbattere le leggi realizzate dal precedente governo, l'assessore spiega che “vi era solo la necessità di avere un testo unico”. L'assessore Gentile conclude affermando che il governo regionale ha un compito: “costruire giorno dopo giorno una Puglia migliore dove l'inclusione sociale diventa un obiettivo importante della linea programmatica del governo, una parola che fino alle precedenti stagioni politiche era un vocabolo sconosciuto”. Nichi Vendola: Questa legge secondo il presidente Vendola non è frutto di una mediazione al ribasso. “Abbiamo lavorato girando attorno alle parole coppie di patto e coppie di fatto”, ha detto. Ma patto e fatto per Vendola hanno dentro entrambe “la dialettica dell'amore”. Un amore che spesso vive nelle coppie di fatto e non in quelle di patto. “La famiglia e il matrimonio – ha detto Vendola – non sono mummie cristallizzate”. Infatti nel corso della storia hanno subito modificazioni sostanziali: dal concetto di famiglia intesa come contratto sociale, alle famiglie fondate sul primato del maschio poligamo fino ad arrivare oggi, alla famiglia che cresce come patto d'amore e cha rappresenta un vantaggio sociale. Questa legge secondo Vendola nasce nel solco del dettato costituzionale, nel rispetto degli articoli 2, 3 e 29. Il presidente ha ribadito il concetto di mediazione politica e la sua importanza in una logica di dialettica politica non rissosa, ma costruttiva. Vendola ha sottolineato il concetto già espresso il giorno dopo le elezioni: “non possiamo immaginare che dall'altra parte vi sia una platea di alieni”. Dall'altra parte per Vendola c'è la metà della Puglia e anche dell'Italia. E per questo chi governa ha la responsabilità di abbassare il livello dello scontro politico e trasformarlo in confronto e dibattito. Uscendo dal merito ideologico secondo Vendola si possono trovare punti di intesa in una logica di “approfondimento di merito sulle questioni” e proprio queste opzioni vanno tutelate. A conclusione Vendola ha affermato che “con questa esperienza la Puglia può consegnare una pagina molto elevata della nostra storia politica”. Queste le ultime dichiarazioni prima del voto d aparte degli esponenti di tutti i partiti. Rocco Palese (F.I.): “Ritengo che l'opposizione abbia assunto un comportamento corretto in aula perché pur potendo continuare a mettere in pratica l'ostruzionismo con gli oltre 6000 emendamenti presentati, non lo ha fatto. Abbiamo assicurato la nostra presenza e assicureremo sempre questo comportamento. Credo che vada sottolineato però che la prima stesura delle legge, quella approvata dalla Giunta, e che per noi era in contrasto con l'art. 29 della nostra Costituzione, è completamente differente dal ddl che oggi stiamo licenziando. La legge così com'era era improponibile, poi con la presentazione dei nostri emendamenti è arrivata la mediazione di Vendola. E credo anche, ma lo abbiamo sentito da altre dichiarazioni di voto, che la parte estremista, la deriva zapaterista del centrosinistra non condivide affatto la mediazione di Vendola”. Enzo Cappellini (Margherita): “Oggi stiamo scivendo una pagina importante per il consiglio regionale, oltre che per la Puglia. Credo che la politica abbia riconquistato il suo ruolo naturale qui in questa aula e credo anche questa legge significherà moltissimo per la Puglia. Davvero questo ddl porta le istituzioni all'interno delle case dei pugliesi, di tutti i pugliesi, soprattutto di quelli che maggiormente necessitano di servizi. Ringrazio Vendola perché ci ha dato la possibilità di ragionare maggiormente con i colleghi della minoranza con cui si è anche ritrovati su alcuni prncip icontenuti in questa legge. Votare si a questa legge è nel dna della Margherita, è nel solco naturale, politico e culturale del nostro partito”. Francesco Damone (PpdT): “Ringrazio il presidente della terza commissione consiliare Dino Marino e tutti i componenti della terza commissione per il lavoro sin qui svolto. Ma sono contento soprattutto che in questa aula sia prevalsa la nobile arte della politica. Una classe dirigente si distingue proprio per la capacità di dibattere. Vorrei però che in futuro non si mostrasse più ai pugliesi questa grande quantità di carte sui nostri banchi. È uno spettacolo non gratificante. Infine dò atto a Vendola di aver saputo compiere l'arte della mediazione”. Mimmo Lomelo (Verdi): “Vorrei dire che un pizzico di demagogia c'è stato nel corso di questi ultimi mesi. Vorrei subito mettere in chiaro una cosa. Nessuno si è mai sognato di metter in discussione la famiglia. Anzi. Noi con questa legge difendiamo la parte più debole della famiglia, la donna. Difendiamo e diamo diritti anche laddove non c'è la sacralità della famiglia. Ritengo comunque estremamente positivo il dibattito sviluppatosi in questi giorni perché è caduto un piccolo muretto delle posizioni ideologiche”. Francesco Visaggio (Nuovo Psi): “Si tratta di una legge straordinaria. Un testo unico che ha raccolto tutte le altre leggi regionali. Una legge quadro in grado di recuperare tutto il passato normativo. Non non abbiamo mai voluto mettere in discussione la famiglia. La sua sacralità del resto è ben protetta”. Giuseppe Lonigro (Sdi): “E' una legge che si rivolge a tutti, è una legge che fa giustizia e diventa sostanza di quanto detta la nostra carta Costituzionale. Non si voleva affatto minare la famiglia ma far fare un passo avanti alla Puglia, e anche al consiglio regionale. Noi in passato dovevamo sempre guardare con attenzione quello che altre regioni d'Italia mettevano in campo. Oggi con orgoglio possiamo dire che la Puglia sarà un vero punto di riferimento per le altre regioni”. Vittorio Potì (Socialisti Autonomisti): “Io ribadisco il mio sì a questa legge e le mie motivazioni le ho già esposte nel corso della discussione generale. Ma vorrei ripristinare una giusta visione rispetto a quello che ha detto il consigliere Palese. Non è successo quello che lui ha detto. Questa legge si occupa di servizi sociali, rappresenta l'emancipazione di un popolo, quello pugliese. E' cambiato il concetto di caritatevole in concetto di solidarietà. Abbiamo certo migliorato la legge attraverso il dibattito. Ma il valore c'era già ed era intrinseco. E ribadisco che non è una legge contro la famiglia”. Antonio Maniglio (Ds): “Abbiamo elevato il livello di civiltà in questa regione. Abbiamo declinato in modo innovativo valori quali la solidarietà sociale, il sostegno alle famiglie e ad altri nuclei familiari. Stiamo riscrivendo la mappa dei servizi sociali estendendo i diritti alle persone. Con questa legge assecondiamo il cambiamento culturale in corso. E' stato riduttivo e fuorviante in questi mesi alimentare la polemica tra la famiglia e i Pacs. Da tempo il mio collega Giuseppe Taurino mi ha portato molte sentenze della Corte Costituzionale che testimoniano come sono sullo stesso piano i diritti della famiglia con quelli delle altre unioni. Per quanto riguarda la mediazione, dico che questa è possibile ma fino ad un certo punto. Qui si tratta di essere d'accordo o no su un fatto molto semplice. La famiglia e la coppia non sposata devono avere gli stessi diritti? Bene io dico siperchè la politica deve aiutare la famiglia, deve dare più servizi, più benessere e più reddito. Questo è il senso della politica. E riteniamo non contrattabile la libertà di ciascuna persona di scegliere la propria vita. Ma dico anche che i nquesta legge c'è anche un pezzo delal cultura di centrodestra. E ribadisco che questo non è un cedimento. Il centrodestra rappresenta una parte della Puglia e non possiamo non tenerne conto. Non so se è un elogio della mediazione ma io dico che Vendola ha scompaginato il gioco e ha elevato il dibattito in questa aula. E per questo lo ringrazio così come ringrazio anche l'assessore Gentile perché questa legge è frutto della sua determinazione, della sua passione”. Carlo De Santis (PdCI):Vogliono garantire il rispetto dell'identità degli immigrati, contrastare lo sfruttamento lavorativo e tutelare la salute dei minori, gli interventi previsti in un emendamento aggiuntivo al ddl sui servizi sociali, proposto dal consigliere Carlo De Santis e approvato a maggioranza dal Consiglio regionale. “La bagarre che ha visto al centro la famiglia – ha osservato il rappresentante dei Comunisti Italiani – ha fatto trascurare gli altri aspetti della legge”. A questo vogliono rimediare in parte le integrazioni proposte, all'art. 34 (“politiche per le persone immigrate”), che innanzitutto puntano a garantire il rispetto per la cultura di origine e la politica religiosa, purché non in contrasto con le leggi vigenti e coi diritti umani. Per un altro verso, si promuove il recupero della cultura e lingua d'origine, nel rispetto dell'identità personale degli immigrati”. “È essenziale – ha detto De Santis – inserire queste opportunità, non è nell'interesse di nessuno sradicare le persone immigrate dai loro paesi d'origine”. Inoltre, in applicazione della Convenzione del 1990 dei diritti del fanciullo, si provvederà ad iscrivere al servizio sanitario nazionale tutti i minori presenti nel territorio regionale. Altre modifiche prevedono interventi specifici finalizzati al contrasto del lavoro sommerso, la formazione del personale degli uffici pubblici che gestiscono le politiche per gli immigrati e la promozione, d'intesa con i Comuni, di progetti sperimentali sui problemi abitativi dei Rom, “attraverso il reperimento di aree attrezzate di transito e residenziali”. Soddisfazione del presidente Pepe per l'approvazione della legge sui servizi sociali Pietro PepeDopo l'approvazione in Aula del disegno di legge 'Disciplina del sistema integrato dei servizi sociali per la dignità e il benessere delle donne e degli uomini di Puglia' ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Esprimo compiacimento a tutto il Consiglio regionale per il proficuo, alto e qualificato dibattito svoltosi in questi giorni. L'Assemblea, superando le contrapposizioni figlie di ispirazioni diverse, è riuscita a svolgere al meglio la sua funzione fondamentale: quella legislativa. La Puglia, con la legge approvata oggi, ha una nuova, articolata ed armonica rete di servizi sociali. Va dato atto alle forze politiche di avere colto la portata del confronto in atto, superando il rischio di un approccio ideologico alla questione. In una società moderna e pluralista vanno rispettate le idee e i valori di ognuno. La politica - così come ci ha lasciato in eredità la riflessione di Aldo Moro – è ricerca della mediazione e incontro tra valori ed ispirazioni diversi. Nessuno deve sentirsi né vinto né vincitore. La Puglia si è dotata di una legge che, nel solco del dettato Costituzionale, ribadisce la centralità della famiglia e determina la qualità dei servizi sociali. Allo stesso tempo, il disegno di legge estende i servizi ad altre reti solidaristiche per una più ampia fruizione sociale. Si delinea così una concezione di un welfare universalistico che favorisce sempre più l'inclusione sociale nonché l'assistenza ai più bisognosi”.
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