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REGIONANDO – Loizzo (Ds): Osservazioni e proposte sui Por
25 febbraio 2004

BARI – 25.2.2004 Il consigliere regionale dei Ds, Mario Loizzo (nella foto), ha avanzato una serie di osservazioni e proposte sui Por della Regione Puglia. Ne riportiamo una sintesi. “In queste settimane passate si è avviata a livello delle Regioni dell'Obiettivo 1 la procedura specifica, attraverso l'attivazione del partenariato istituzionale e sociale, per l'unica revisione di meta periodo dei Programmi Operativi prevista dal regolamento comunitario specifico. In questa occasione occorrerà finalizzare le risorse finanziarie ancora disponibili a partire da quelle rivenienti dalla premialità che per la Puglia insieme alle quote di cofinanziamento potrebbero ammontare ad oltre 500 milioni di euro. Il primo documento varato dalla Regione per impostare le scelte e gli obiettivi della riprogrammazione e sottoposto l'altro giorno alla prima valutazione del partenariato socio-economico, tenuto conto delle proposte scaturite dalle consultazioni e dalle considerazioni fatte nel rapporto di valutazione intermedia, va nella direzione giusta. Ovviamente le esigenze sono tante a volte sacrosante, e , purtroppo i finanziamenti disponibili non sufficienti. E, tuttavia, sarebbe assai utile fare uno sforzo di responsabilità da parte di tutti per evitare una ulteriore polverizzazione degli investimenti. Accanto ai necessari interventi di numerosi meccanismi per rende più spedita l'attuazione delle misure; di correzione di alcuni indicatori per migliorare la valutazione e la selezione dei progetti; di qualificazione degli incentivi attraverso il potenziamento e la diffusione dei PIA (Pacchetti Integrati di Agevolazione); all'opportunità di rendere più corposa l'azione per la progressiva regolarizzazione del lavoro nero e sommerso fino alla revisione dei Programmi previsti nella Misura 5.1 relativa alla riqualificazione delle aree urbane dei cinque comuni capoluogo per poter puntare di più sui servizi ai cittadini, all'integrazione dei soggetti a rischio di esclusione, allo sviluppo di una imprenditorialità diffusa e meno agli aspetti di arredo urbano o di verde pubblico. Il tutto anche in attuazione dei nuovi piani di zona per politiche sociali fortemente innovative. Su questo versante e giusta la scelta di allargare gli interventi a quel sistema dei grandi comuni pugliesi che vivono le stesse patologia sociali tipiche delle grandi aree urbane. Così come e indispensabile rafforzare e allargare gli ambiti di azione per rendere molto più efficace l'impatto relativo alla promozione della pari opportunità agendo contestualmente sugli aspetti delle modalità dell'attività lavorativa, degli orari dei servizi, dell'offerta formativa e dell'imprenditorialità. In questo contesto occorre assumere alcune priorità di fondo: 1.spostare una quota consistente di investimenti per sostenere le filiere agroalimentari, per qualificare ed estendere i processi di trasformazione e commercializzazione dei nostri prodotti per assicurare una redditività adeguata all'impresa agricola. Di fronte all'allargamento dei Paesi dell'Unione e alla revisione della politica agricola comunitaria che possono rappresentare certamente dei rischi ma anche delle straordinarie opportunità, noi abbiamo bisogno di posizionare sui livelli alti sia la qualità dei prodotti sia la capacita di penetrare in tutti i mercati. Insomma non possiamo permetterci a conclusione del secondo ciclo di programmazione dei programmi comunitari di lasciare inalterati tutti i deficit strutturali del nostro sistema agro-alimentare-industriale e nello stesso tempo non possiamo permetterci di non avere di una politica agroalimentare regionale. 2. Assicurare risorse finanziarie adeguate per avviare davvero tutti gli interventi di bonifica ambientale: da Manfredonia a Brindisi, a Taranto, alla Murgia barese, alle numerose realtà delle cave dismesse ma piene di rifiuti di ogni tipo alla ex Fibronit. E' assai difficile promuovere un territorio dal punto di vista produttivo, turistico e della qualità della vita quando si e in presenza da anni di processi di devastazione ambientale delle proporzioni che conosciamo purtroppo nella nostra regione. 3. Mettere mano a un piano organico per la difesa del suolo della sistemazione idrogeologica, per la manutenzione programmata del territorio attraverso anche interventi di forestazione di tipo protettivo e produttivo. Spero che nessuno abbia dimenticato i disastri delle alluvioni in Capitanata, nella sona occidentale di Taranto o il fatto che abbiamo il più basso indice di boscosità del Paese (eravamo al 5% nel 1993 e siamo giunti al 2% in questi ultimi anni anche a causa degli incendi). E di quanto ovviamente questo incida sulla qualità ambientale dei contesti territoriali. La condizione per attivare azioni di queste dimensioni e la predisposizione dei Piani di bacino in base alla legge 133/89 su cui si evidenzia una clamorosa inadempienza da Parte del Governo regionale. 4. Definire e finanziare un programma straordinario per la messa a norma e la salvaguardia dai rischi sismici dell'intero patrimonio dell'edilizia scolastica la cui fatiscenza e pericolosità e sotto gli occhi di tutti”.
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