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Questa sera torna il flamenco al Teatro del Carro di Molfetta con la baialora Francesca Stocchi
04 marzo 2016

MOLFETTA – Questa sera in due turni (alle 20 e alle 21,30), al Teatro del Carro di Molfetta (via Giovene 23), si inaugura la rassegna «Flamenco a teatro», curata dall'associazione Flamenco del Sur (direzione artistica di Daniela Mezzina), in collaborazione con l'associazione Dicunt e il Carro dei Comici. Sul palco si esibirà la “bailaora” Francesca Stocchi (foto), accompagnata dall'intensità vocale della “cantaora” Rosarillo e dalla sapiente chitarra del maestro Sergio Varcasia. A narrare la suggestione dell'universo flamenco Francesco Tammacco.

I prossimi appuntamenti - sempre al Teatro del Carro di Molfetta – si svolgeranno venerdì 8 aprile, con i danzatori di flamenco Sabrina Loguè e Stefano Arrigoni (con Rosarillo e la chitarra di Davide Cervellino), e venerdì 22 aprile, con la bailaora Giorgia Celli (con Rosarillo e la chitarra di Sandro Floridia). Infotel biglietti e abbonamenti: 329.985.09.91.

La rassegna nasce dall'intento di Daniela Mezzina di dedicare uno sguardo più approfondito al panorama artistico italiano del genere flamenco. Già promotrice del festival internazionale «Vento flamenco...veleggiando tra mare e culture mediterranee», tenutosi sempre a Molfetta nelle prime due edizioni, l'associazione Flamenco del Sur vuole raccontare quest'arte meravigliosa, uscendo dagli stereotipi, per mostrarla in tutte le sue evoluzioni. Dunque anche con la necessità di indagare sulle personalità artistiche italiane che hanno saputo tradurre su di sé un percorso autentico, senza copiare ciò che gli artisti spagnoli già così bene esprimono, bensì cercando la propria identità e dimensione artistica per potercela porgere. D'altra parte il flamenco è definitivamente uscito dai confini strettamente spagnoli: dal 2010 è stato dichiarato patrimonio immateriale dell'umanità dall'Unesco.

«Vogliamo mettere a confronto l'aspetto più tradizionale del flamenco con la sua espressione più attuale – spiega la direttrice artistica di “Flamenco a teatro” - , perché questa è un'arte che non smette mai di rinnovarsi, riuscendo così da sempre a non restare confinata nel suo aspetto folklorico. È un'arte che nasce “contaminata” e che non ha mai smesso di contaminarsi: basti pensare al flamenco-jazz, al flamenco-rock o al flamenco-blues, oltre a tanta produzione prima di tutto musicale e poi teatrale, che si nutre di contaminazione tra generi, come avviene anche nella sua forma danzata. La rassegna desidera mettere a nudo artisticamente i nostri artisti ospiti, proprio partendo dalla formula di spettacolo flamenco più scarna e spontanea, ovvero quella dei “tablao”: la parola indica letteralmente la tavola di legno su cui gli artisti si esibiscono da quando approdarono a forma di spettacolo nei cosiddetti “Café Cantante”, verso la fine dell'800. Chiamiamo la rassegna «Flamenco a Teatro» perché abbiamo trovato nel luogo fisico del Teatro del Carro di Molfetta il luogo ideale per una dimensione intima e raccolta del flamenco, che si richiama molto a quella tipica del tablao. E poi perché abbiamo introdotto un elemento proprio del teatro che è la voce recitante con l'intento di accompagnare il pubblico anche con le parole, nella suggestione flamenca.

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