Quel macigno da rimuovere dai nostri cuori, in attesa della primavera
Speciale Don Tonino
Due avvenimenti vissuti in questo ultimo mese mi hanno fatto ritornare nel tempo all’indimenticato vescovo don Tonino Bello. La giornata diocesana trascorsa ad Alessano sui ricordi del Servo di Dio. Quando con un numeroso gruppo di partecipanti ero al cimitero attorno alla tomba di don Tonino mi è tornata in mente l’immagine che, ormai al termine del suo cammino terreno, nel suo ultimo giovedì santo, ha usato il vescovo don Tonino parlando della Pasqua. Pasqua, diceva, è la festa del macigno rotolato, quello che le donne giunte nell’orto quel mattino videro rimosso dal sepolcro. Mons. Bello invitava tutti a rimuovere dal cuore il macigno che impedisce l’irruzione del raggio di luce divina nei cuori. Mentre si pregava in quel giorno pieno di sole, ho immaginato che la grande pietra tombale che custodisce le sue spoglie si ribaltava e usciva da essa don Tonino con il suo volto sorridente, anche se solcato da un po’ di rughe (sono passati venti anni dalla sua morte !) e ripeteva la sua dichiarazione d’amore “vi voglio bene, non scoraggiatevi, verranno tempi migliori, è vicina la primavera con i suoi profumi ...” . Chissà che non siano vicini i tempi della primavera. Specialmente per la nostra nazione e la nostra città. E il secondo avvenimento è quello vissuto dalla Chiesa con l’elezione del cardinale Bergoglio a Papa con il nome di Francesco. Anche questa elezione di Papa Francesco mi ha ricordato l’ultima omelia di Don Tonino: “Amate i poveri ...” Chissà se il card. Bergoglio attraversando le favelas di Buenos Aires avrà letto qualche scritto del compianto don Tonino giacché così si è espresso da Papa in uno dei primi suoi interventi: “Amare una Chiesa povera per i poveri”. Non è per caso questa la primavera della Chiesa da Don Tonino annunciata? Un altro pensiero frulla nella mia mente in questo periodo. La Chiesa di San Domenico sta per celebrare i 100 anni di vita parrocchiale nel 2015. Pensiamo di celebrare un anno santo dopo quello celebrato nel 1990 in occasione del 75 di vita parrocchiale. Nell’aprile l’anno santo don Tonino Bello così si espresse: “Cari fedeli vorrei aprire l’anno giubilare aprendo la porta di bronzo, ma non dalla parte della piazza come abbiamo fatto stasera, bensì dalla parte della chiesa. La prossima volta l’anno giubilare lo inaugureremo così: il vescovo si farà strada a fatica in mezzo alla gente che stipa la chiesa, giungerà finalmente davanti alla porta sbarrata, dall’interno batterà col martello tre volte, i battenti si schiuderanno, e la folla dei credenti in Gesù uscirà sulla piazza per un incontenibile bisogno di comunicare la lieta notizia all’uomo della strada”. E’ un compito che ci ha affidato e non vorrei insieme alla comunità parrocchiale venir meno a tale mandato. Si parla in questi tempi di nuova evangelizzazione, nuovo modo di portare il messaggio del Vangelo! Come vorremmo impostare il nuovo cammino della comunità con il suggerimento di don Tonino e sui passi di Papa Francesco? Lo chiediamo allo stesso vescovo don Tonino alla sequela del nuovo Papa
Autore: Don Franco Sancilio