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Progetta una Pigotta, regala una vita
15 febbraio 2016

Non una sorpresa ma una conferma. La seconda edizione del progetto dell’I.I.S.S. “A. Vespucci” di Molfetta, Settore Moda, “Progetta una Pigotta, regala una vita” ha registrato, anche quest’anno un considerevole successo confermato da dati: 37 Pigotte realizzate, tutte adottate! Il progetto, avviato nella primavera dello scorso anno ha visto la partecipazione degli alunni della Scuole Secondarie Marconi di Giovinazzo e delle Scuole Giaquinto, Poli e Savio di Molfetta. La docente Angela Alessandrini, nell’introdurre la cerimonia di consegna degli attestati ai 34 alunni delle Scuole Secondarie di 1° grado partecipanti, ha ringraziato la docente referente e responsabile del corso-concorso Rosa Anna Porta e ha sottolineato che il valore del dono, nell’Istituto Vespucci, riveste un ruolo centrale nel progetto didatticoeducativo e formativo dei ragazzi. L’adozione a distanza di un bimbo del Mozambico, la solidarietà verso le vittime del terremoto di San Giuliano, l’acquisto di una carrozzella donata al SER Molfetta in ricordo di un collaboratore scolastico scomparso, sono solo piccoli ma significativi gesti che sottolineano il grande valore del dono. Chi regala una vita, regala la vita al mondo intero. La docente referente del Progetto Pigotta, Rosa Anna Porta, ha illustrato le varie fasi che hanno portato alla realizzazione delle pigotte. Gli alunni dell’ultima classe della Scuola Media hanno realizzato i bozzetti mentre gli alunni dell’Istituto Vespucci hanno seguito tutte le fasi dalla ricerca dei tessuti e dei filati per la realizzazione dei capelli fino alla realizzazione delle pigotte e la compilazione delle carte di identità di ciascuna di essa. Il presidente regionale dell’Unicef Michele Corriero, ringraziando i docenti ed i genitori degli alunni per la condivisione del processo educativo, ha ribadito che l’empatia, la capacità di comprendere appieno lo stato d’animo dell’altro, non è un dono innato ma si acquisisce col tempo. In un tempo sempre più feroce, abbiamo bisogno di tornare a stare bene con noi stessi, prima ancora che con gli altri e ciò che ci fa stare bene è donare. Progettare una Pigotta vuol dire dare una mano a progettare di salvare una vita. Michele Corriero ha ribadito che la prima impressione di concretezza di questa scuola, è stata confermata tanto che quest’anno la stessa è diventata scuola amica dell’Unicef. La volontaria Rachele Calabrese non ha nascosto i sentimenti di simpatia verso una scuola che ha fatto del dono la propria mission. L’adozione di una Pigotta prevede un contributo minimo di 20 euro grazie ai quali l’Unicef acquista un kit salvavita composto da un alimento a base di burro di arachidi, altamente proteico, confezionato in bustina, che può essere facilmente deglutito, tenuto conto che i piccoli spesso sono privi di forze. Il kit comprende delle pasticche di cloro per la disinfezione dell’acqua, veicolo di infezioni, oltre ad una zanzariera, per combattere la malaria e del sale iodato per combattere l’ipotiroidismo dovuto alla carenza dell’alimentazione. Il kit garantisce cure per circa tre mesi. Già a partire dal secondo mese il bimbo acquista peso ed è in grado di accedere al programma vaccinale. I medici volontari molto spesso non avendo bilance a disposizione, utilizzano braccialetti che, attraverso la misurazione del polso, permettono di conoscere il grado di denutrizione del bambino. Il Dirigente Scolastico dell’Istituto Vespucci Francesco Allegretta ha ricordato il clima festoso vissuto dai ragazzi nelle varie fasi che hanno portato alla realizzazione delle pigotte. Dedicare un po’ di tempo agli altri fa bene e ci rende più felici. E scoprire in questi cittadini in erba valori così semplici ma fondamentali vuol dire tornare a sperare in una società che non lascia indietro nessuno.

Autore: Beatrice Trogu
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