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Prima cala, mare - muro: 2-1. A rischio la spiaggia libera “ristrutturata” Le mareggiate hanno danneggiato la “barriera” in cemento. “Quindici” l'aveva previsto
15 gennaio 2004

Il risultato a molti sembrava scontato fin dall'inizio. Altri, invece, erano convinti che sarebbe bastato ferro, cemento e qualche ruspa per avere una 'bella' spiaggia, sicura, stabile e 'ibernata' per un bel po'. Eppure alcune perplessità furono espresse. Era giugno 2002 quando un ingegnere esperto di costruzioni marittime, Girolamo Gentile del Politecnico di Bari, in un'intervista a “Quindici”, parlava dell' “illusione di difesa dal mare” che avrebbe animato quell'intervento. E aggiungeva: “Se il mare arriverà a frangersi contro il muro, l'onda si rifletterà e provocherà un'escavazione molto intensa e incisiva”. Parole profetiche quelle dell'ingegnere, parole che dopo appena 18 mesi si sono avverate. Ma più che di profezia potremmo parlare di un risultato atteso, il risultato di un esperimento che si è tenuto nel laboratorio naturale della prima cala finanziato, come ogni buon programma di ricerca che si rispetti, con i soldi pubblici. Sponsor ufficiale del programma di ricerca, la Molfetta Multiservizi che, nell'estate 2002 costruì un muro di sostegno in cemento armato sulla battigia della Prima Cala. Supporter assolutamente indispensabile, un gruppo di non meglio identificati “anarkoinsurrezionalisti” (quelli che oggi vanno tanto di moda!), che, movimentando l'intera corte celeste, avrebbe 'provocato' una violenta mareggiata: onde altissime si sono frante contro il muro liberando un'energia di miliardi di joule. Furia 'anarchica' della natura! E' stata proprio l'elevatissima energia a mettere in crisi il sistema ormai lontano dalla sua posizione di equilibrio. La reazione è stata un'escavazione che in alcuni tratti ha raggiunto quasi un metro di profondità e ha prodotto una nuova conformazione di equilibrio. Le fondazioni del muro suono state scoperte, il piano dei ciottoli si è bruscamente ribassato, la maggior parte dei ciottoli aggiunti con i lavori di sistemazione è stata spazzata via dalla furia del mare, altri hanno addirittura invaso la sede stradale. E, se prima dell'intervento la pubblica incolumità non sembrava a rischio, adesso, dopo la mareggiata, un crollo della pavimentazione a ridosso dello stadio “Paolo Poli” ha aperto una vera voragine assai pericolosa per i frequentatori della spiaggia. Altri soldi saranno necessari per risistemare la spiaggia, per ridistribuire i ciottoli, per ricucire le ferite, per arginare i crolli e per continuare questa assurda sfida contro la natura il cui esito è già noto da un pezzo. Non contenti dei risultati ottenuti, alcuni amministratori annunciano nuove campagne di ricerca: l'allungamento della diga foranea, nuovi frangiflutti intorno al centro storico, imponenti opere di difesa del lungomare. Insomma la sfida al dio Nettuno ormai sembra essere stata lanciata. Ma per gli dei la sola battaglia persa finora è stata quella contro l'imbecillità di alcuni esseri umani. Massimiliano Piscitelli Tiziana Ragno
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