Porto di Molfetta, sempre fonte di scandali: indagate 7 persone fra cui l'imprenditore Totorizzo che avrebbe esercitato il monopolio sulle attività
MOLFETTA – Sembra che quando si parli di porto a Molfetta, questo termine sia sempre sinonimo di scandalo. L’ultimo in ordine di tempo riguarderebbe un presunto conflitto di interessi che vede coinvolto l’imprenditore Totorizzo e alcuni ufficiali della capitaneria di porto.
A far scattare le indagini è stato l’imprenditore molfettese Gianmaria Lanza che nel 2012 presentò una denuncia all’allora comandante della capitaneria cap. di fregata Alessandro Ducci, perché la commissione consultiva locale, della quale faceva parte Totorizzo, aveva rigettato per due volte la sua richiesta di autorizzazione a partecipare alle attività logistiche del porto.
E così il Pm Antonio Savasta ha iscritto nel registro degli indagati ben 7 persone accusate a vario titolo di abuso d’ufficio, falso e omessa denuncia, tra i quali gli ultimi quattro comandanti della Capitaneria di Porto locale e i due imprenditori Domenico e Vito Leonardo Totorizzo. Quest’ultimo, in particolare, nel doppio ruolo di componente del comitato portuale e di amministratore della Spamat, l’azienda di famiglia che dal 1977 si occupa di logistica negli scali di Molfetta e Bari, secondo l’accusa avrebbe impedito a qualsiasi azienda concorrente di ottenere l’autorizzazione demaniale a operare nel porto molfettese.
E Totorizzo è la stessa persona che fa parte del comitato per lo sblocco dei lavori al porto e che ha partecipato più volte con il sen. Antonio Azzollini ad incontri intesi a far riprendere i lavori del porto, che si rivela esso sì una mina vagante. Altro che le bombe presenti nei fondali! Conflitto di interessi per Totorizzo che, secondo l’accusa, avrebbe impedito a chiunque di lavorare nel porto, mantenendo una situazione di monopolio.
Secondo l’accusa, il comandante Ducci, oggi in servizio a Bari, avrebbe omesso di trasmettere alla Procura, dal momento che sarebbe stato coinvolto nella vicenda, avviando allo stesso tempo “attività di polizia giudiziaria” nei confronti di Lanza.