Pif e il suo viaggio nell’animo umano
L’importante è che nulla cambi. Sembra questo il mood di Arturo, trentacinquenne agente immobiliare palermitano il cui unico scopo nella vita è che nulla muti, che la sua vita scorra senza scossoni, che il suo tempo continui a dividersi tra partite di calcetto, sempre e solo nel ruolo di portiere e le assidue visite in pasticceria per approvvigionarsi di dolci alla ricotta di cui è “dipendente”. Che il nulla cambi, di gattopardesca memoria, all’improvviso cambia. Raccontato dal suo autore, Arturo mostra sé stesso. Pif (Pierfrancesco Diliberto), regista, attore, autore, rinnova la sua perenne ricerca, il suo interminabile viaggio all’interno dell’animo umano. Introdotto dalla prof.ssa Isa de Marco de “Il Ghino”, Pif parla di sé, di Palermo, di Arturo, un “non credente”, che credente cerca di diventare per amore, per Flora. “Che Dio perdona a tutti” è questo: un racconto sulla ricerca di un cambiamento imposto dalla necessità di conquista di una donna che scombussola i suoi piani, per amore. E allora la libreria diventa una strada, una piazza di Palermo, con Arturo che ripercorre la sua vita e la sua religiosità, rivede sé stesso nel 1982, durante la partita di calcio del campionato del mondo Italia-Brasile, la rimonta dell’Italia il cui merito, secondo Arturo, è da attribuire ad una sua estemporanea preghiera, la stessa che non lo salverà quando si fingerà fervente cristiano per conquistare la religiosissima Flora, figlia di un maestro pasticcere con all’attivo diversi punti vendita. Flora vorrebbe diventare imprenditrice di sé stessa, avere una propria pasticceria, essere intraprendente, cambiare. Due universi in antitesi in una Palermo che “perdona a tutti”, come Dio. Pif, esilarante, profondo, malinconico, timido ed estroverso, impegnato e impegnativo, che non si sottrae quando si tratta di raccontare aspetti intimi di un ragazzo di una Palermo “bene” ma sempre ai margini, gli stessi che gli consentono di denunciare, in modo delicato ma fermo, soprusi e verità nascoste, con una malinconia che è anche fiducia, attesa, speranza. © Riproduzione riservata