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Piero De Nicolo: PD&SEL coalizione più forte del centrodestra a Molfetta
15 marzo 2013

È un dato eccezionale quello di Molfetta per le politiche 2013. Piero de Nicolo, candidato del PD alla Camera, commenta i risultati delle politiche, ma già in prospettiva delle prossime elezioni amministrative. Secondo de Nicolo, non solo l’alleanza politica tra PD e SEL ha stoppato il fenomeno del grillismo a Molfetta, ma la candidatura di Paola Natalicchio ha avuto un effetto positivo sull’elettorato molfettese. Nell’intervista rilasciata a Quindici, de Nicolo, discutendo anche del possibile programma per le amministrative, traccia i confini della coalizione di centrosinistra, che intende rispondere all’esigenza di rinnovamento e di freschezza, rompendo gli schemi cristallizzati che hanno caratterizzato la politica locale negli ultimi anni. È evidente che la risposta positiva che il centrosinistra molfettese ha avuto, rappresenti certamente un dato importantissimo, specie se rapportato alle future elezioni amministrative. È parimenti evidente che questa risposta, dai caratteri rivoluzionari, se osservata rispetto allo scenario monopolistico del centrodestra degli ultimi anni, sarà un ottimo trampolino di lancio per il neo candidato sindaco del centrosinistra Paola Natalicchio. Indubbiamente, l’aria che si inizia a respirare a Molfetta è di rinnovamento. Ora non resta che attendere i possibili protagonisti di questo cambiamento e come questi saranno in grado di intercettare, interpretare e soprattutto concretare questa esigenza che l’elettorato molfettese ha manifestato. I risultati delle politiche a Molfetta sono stati positivi per il PD. Hanno segnato la risalita del centrosinistra e il dimezzamento del consenso del centrodestra. Lei De Nicolo come legge questo risultato? «Il dato di Molfetta è un dato eccezionale. Perché a Molfetta, con altri 10 Comuni della Puglia, si è affermato Bersani su Berlusconi. Questo, peraltro, succede a Molfetta dove dal 1994, ovvero dall’inizio della seconda Repubblica, il centrosinistra non ha mai vinto alle politiche. E questa volta invece vince, seppur di 26 voti, ma vince. A questo dato, ritengo debba sommarsi un altro molto importante, quello della Provincia di Bari. Se in Provincia di Bari sommiamo i risultati di Pd e Sel e li raffrontiamo con i risultati che Pd e Sel prendono sulla media della Provincia, rileviamo una media del 24,29%. Mentre Molfetta, sulla Provincia di Bari, arriva al 30,29%. Ci sono 7 punti di differenza che corrispondono, per uno strano caso, alla differenza fra la media provinciale dei voti di Grillo e i voti che Grillo prende a Molfetta. Grillo, infatti, prende a Molfetta la percentuale più bassa dell’intera provincia e una delle percentuali più basse della Puglia, con uno scarto fra la media provinciale che è del 26,88% e quella cittadina del 19,82%». Questo cosa vuol dire? «Questo significa che a Molfetta questa forte alleanza fra Pd e Sel, che si ripropone alle elezioni comunali, ha stoppato il fenomeno del grillismo, ma soprattutto ha dato all’elettorato che avrebbe scelto Grillo delle ottime ragioni per non sceglierlo». Cosa pensa del risultato che il Movimento 5 Stelle ha ottenuto su Molfetta, dove ha riscontrato una percentuale che, seppur come lei dice è bassa, si attesta attorno al 19%? «La percentuale più bassa della Puglia, ma pur sempre assolutamente rispettabile. Non bisogna demonizzare l’elettorato di Grillo. Chi ha scelto Grillo aveva le sue buone ragioni. Ma se Grillo si mantiene così basso a Molfetta è perché evidentemente il Pd, Sel e il Centro Democratico molfettese, la proposta che Pd e Sel hanno dato già per le prossime elezioni comunali, mi riferisco alla candidatura di Paola Natalicchio, ha fatto breccia nel cuore della gente ed ha intercettato buona parte di questo elettorato». Tutto questo, sarà secondo lei, un trend elettorale che si ripercuoterà in positivo per il centrosinistra alle prossime elezioni comunali che ci accingiamo ad affrontare? «È un viatico molto importante. Ma è già dimostrazione del fatto che si parte da questa forte alleanza fra Pd e Sel che si deve allargare». Allargare fin dove? «Noi in questo momento proponiamo un’alleanza che parte da Pd e Sel e che si allarga, escludendo l’UDC, a tutti gli uomini di buona volontà di questa città». Anche agli eventuali sostenitori del movimento di Grillo? «Non credo ci siano le condizioni perché noi, almeno qui a Molfetta, non abbiamo riferimenti, non sappiamo se ci sia o quale sia il partito di Grillo a livello locale. Sappiamo che c’è un fenomeno Grillo di tutto rispetto. Ma io non voglio parlare di questo. Noi del centrosinistra siamo convinti, per ritornare alla domanda precedente, che con Paola Natalicchio come candidato sindaco, stiamo rispondendo all’esigenza di rinnovamento, di freschezza, stiamo rompendo degli schemi cristallizzati e stiamo per presentare delle proposte politiche che sottoporremo alla città e che siamo convinti che verranno accolti benevolmente». Pensate che stavolta con il vostro programma e le vostre proposte riuscirete finalmente a scavalcare i vostri avversari e, in particolare, il centrodestra che ha primeggiato sulla scena locale molfettese in tutti questi ultimi anni? «Abbiamo già scavalcato il centrodestra quando sono usciti i risultati delle politiche. Oggi noi siamo la prima coalizione di questa città. Dobbiamo solo confermarlo. Ripeto, noi siamo il centrosinistra di Molfetta che ha dimostrato di poter vincere anche senza Grillo, anche senza l’UDC e anche senza nessun’altro apporto che non sia quello delle nostre forze. Noi abbiamo dimostrato di essere la coalizione più forte». Come pensate di agire contro il fenomeno dell’astensionismo? «I motivi sono gli stessi. Proponendo la candidatura forte, fresca, giovane di Paola Natalicchio». Quali saranno i punti programmatici, le proposte che proporrete e presenterete per le prossime amministrative? Qual è il vostro programma e progetto per la città di Molfetta? «Io ero candidato alla Camera, perciò posso darvi le mie proposte. Proprio perché questa è un’alleanza, una coalizione, ma soprattutto ha un candidato sindaco, saranno proposte che dovranno essere mediate. Le proposte della coalizione è giusto che escano dalla “bocca” del candidato sindaco. Comunque, io credo che questa sia una città che ha bisogno di “forte solidarietà” con le fasce più deboli. Quella parte di città che ha di più deve mettersi a disposizione di quella parte di città che ha di meno. E l’amministrazione comunale deve creare le condizioni perché questo avvenga. Questa città deve riunirsi fra chi sta male e chi sta bene. Questo significa creare le migliori condizioni di sviluppo affinché le imprese possano svilupparsi meglio e creare nuovi posti di lavoro. Questa, poi, è una città che deve ripensare a se stessa anche in termini di sviluppo. È una città in cui dobbiamo capire esattamente cosa fare del nostro territorio, se quel che abbiamo costruito basta, se dobbiamo espanderlo o più semplicemente se dobbiamo riqualificare l’esistente e dotarlo di quelle infrastrutture che oggi non ha. Abbiamo costruito palazzi che non hanno strade, né fogne, né verde. E, infine, voglio pensare a un modello culturale diverso. Questa è una città che non fa più cultura da tanto tempo. È vero che non ci sono risorse, ma ritengo anche che per la cultura e per tutto quello che questa città ha rappresentato nel tempo, per la storia di questa città, si debba pensare ad un altro modello di sviluppo culturale. Non si vive solo di pane, si vive anche di anima».

Autore: Erika Cormio
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