MOLFETTA - Non è bastata la riqualificazione. Dopo un anno e mezzo dall’apertura, necessari nuovi interventi a Piazza Minuto Pesce su richiesta degli operatori commerciali, dopo un incontro con il sindaco senatore Antonio Azzollini, con Mimmo Corrieri, dirigente del Settore Annona e con l’arch. Orazio Lisena, progettista e direttore dei lavori. Sollecito il Comune di Molfetta ad accontentare le pretese degli operatori, ma l’ascolto delle esigenze e proposte di tutti i cittadini dovrebbe essere l’habitué di ogni amministrazione comunale. Senza nessuna discriminazione, anche se a Molfetta si tratta di una pratica “sub convenientia signi dato” e “facturum suffragium”.
Modica la spesa, 14mila euro, per i 4 interventi programmati dal Settore Lavori Pubblici: il potenziamento della protezione dei cancelli di ingresso sul lato mare e sul lato piazza delle Erbe, con ulteriori pannelli di policarbonato per ridurre l’azione del vento; l’aumento della capacità di antiscivolamento delle chianche calcaree nella zona di ingresso; l’installazione di idonei corrimano per la scalinata di accesso dal lato mare; l’applicazione di una targa esterna per indicare gli orari di apertura al pubblico e i divieti da rispettare.
I primi lavori saranno svolti dall’impresa che ha curato la riqualificazione del mercato (8mila euro), gli altri sono stati affidati a ditte non locali (i corrimano e la targa saranno montati dagli operai del settore Lavori Pubblici). Sarebbe stato, invece, opportuno assegnare i lavori (escluso il primo intervento) a ditte locali per alimentare l’indotto lavorativo comunale, trattandosi anche di affidamenti a cottimo fiduciario.
Si cercherà di mettere in sicurezza e migliorare le condizioni di vendita e vivibilità del mercato. Ma quali sono state le modalità di progettazione e realizzazione dei lavori di riqualificazione? Il vespaio areato sotto il pavimento, l’intonaco traspirante e le caditoie sul pavimento non hanno impedito la formazione di umidità e, soprattutto, il ristagno di acqua. Infatti, sintomatica è la presenza continua di acqua che ha reso scivoloso il pavimento all’ingresso.
Allo stesso tempo, sarebbe necessario controllare che durante gli orari di apertura al pubblico le strutture di vendita restino integre perché, ad esempio, in molti casi sono stati asportati i pannelli di policarbonato. E che sia totale il rispetto del luogo, vero e proprio scrigno di storia (ma moltissimi lo hanno già dimenticato). Un milione di euro per la riqualificazione, ottenuto con fondi Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica), non può essere bruciato dall’incuria: tantomeno lasciare che la storia del chiostro dell’ex convento della chiesa di san Francesco si riduca a un insieme di rattoppi su richiesta.
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