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Piacevole conversazione di Elena Stancanelli al “Ghigno” di Molfetta Ha presentato il suo ultimo libro “Il tuffatore” edito dalla Nave di Teseo
Isa de Marco, Federica Tuzi e Elena Stancanelli
03 settembre 2022

 MOLFETTA - Continuano gli appuntamenti del Festival ‘Storie Italiane’ – il primo e storico, qui a Molfetta – organizzato dagli instancabili librai del ‘Ghigno’, evento che quest’anno festeggia orgogliosamente la sua decima edizione.

Sabato sera è stata la volta di Elena Stancanelli con il suo ultimo romanzo, che in realtà è anche una sorta di saggio saggio: ‘Il tuffatore’, edito dalla casa editrice ‘La nave di Teseo’, finalista del premio ‘Campiello’, presentato dalla brava Federica Tuzi, autrice, regista e docente di scrittura creativa.
La piacevole conversazione, che si è tenuta all’aperto, presso la “Galleria Patrioti Molfettesi”, evento inserito nell'estate molfettese della città di Molfetta, ha avuto inizio con la presentazione della prof.ssa Isa de Marco, la quale ha tracciato un profilo biografico della Stancanelli, evidenziandone la fruttuosa carriera di scrittrice di romanzi di successo, tra cui ‘La femmina nuda’, presentato sempre presso il Ghigno qualche anno fa e candidato al Premio Strega, e l’attività di promotrice della lettura nelle scuole tramite l’associazione ‘Piccoli Maestri’.
Ha preso quindi la parola Federica Tuzi, la quale ha voluto soffermarsi, in primis, sulla copertina del libro che rappresenta il protagonista del romanzo, Raul Gardini – personaggio chiave, prototipo dell’imprenditore della Prima Repubblica – nell’atto di eseguire un tuffo, immagine metaforica della vita di Gardini, di cui il libro ripercorre le tappe: dall’ascesa della Ferruzzi alle imprese di Montedison ed Enimont, a quella che è stata definita la madre di tutte le tangenti al tragico epilogo: il suicidio prima del possibile arresto.
Elena Stancanelli ha evidenziato, sollecitata dalla Tuzi, come la descrizione e l’interpretazione del personaggio di Gardini, essendo le sue vicende biografiche ancora troppo vicine a noi per tracciarne, se mai fosse possibile, un profilo distaccato e oggettivo, siano in qualche modo trasfigurate dalla lente della Letteratura, così come i personaggi che hanno ruotato intorno all’imprenditore: nel racconto dell’autrice si mescolano sapientemente due dimensioni, quella storica – le tappe che hanno contraddistinto la parabola prima ascendente, poi discendente, di Gardini – e quella, potremmo dire, antropologica, con una riflessione su un prototipo, il maschio Alfa per intenderci, che non esiste più, che oggi rappresenta una generazione scomparsa, sconfitta dalla Storia: ecco perché il libro nasce non solo da fonti scritte – poche – e da colloqui con personaggi legati Gardini, ma è intriso di citazioni e suggestioni di Pasolini, Goffredo Parise, Fabrizio de André che lo definiva ‘un artista’ piuttosto che un imprenditore, per la sua capacità di immaginare, di elaborare idee che prevedevano come sarebbe potuto cambiare il mondo.
In una realtà dicotomicamente divisa tra ‘Bene’ e ‘Male’, ha aggiunto la Stancanelli, e ben lungi dal mettere in discussione l’esito giudiziario della vicenda, forse bisognerebbe recuperare aspetti che finirebbero per essere dimenticati, e che invece potrebbero esserci utili per decriptare il nostro futuro. Per fare solo un esempio: Raul Gardini diviene così nell’opera della Stancanelli non solo uno dei personaggi principali della Maxitangente Enimont, ma l’ambientalista ante litteram, con le sue battaglie contro l’uso della plastica e con la proposta, poi accolta anni dopo, di usare l’etanolo piuttosto che il metanolo nei carburanti. Raul Gardini è dunque, nel ritratto dell’autrice, l’artista che non ha mai smesso di sognare. Un sogno che poi è diventata ossessione – la creazione del polo chimico italiano – determinandone la caduta e il tragico epilogo noto a tutti.
La serata si è conclusa con un interessante dibattito con i lettori intervenuti e l’ormai classico momento del ‘firmacopie’ e della foto di rito con l’Autrice.

Maria Stella de Trizio

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