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Pd, la (s)carica dei 101
05 dicembre 2013

Domenica 8 dicembre verrà celebrato, in tutta Italia, il rito delle elezioni primarie il cui esito dovrebbe designare il prossimo Segretario politico del PD. I candidati che si contenderanno il primato sono tre: Il sindaco di Firenze Matteo Renzi, i sondaggi lo danno come favorito; il secondo Gianni Cuperlo lo segue dappresso; il terzo Filippo Civati, più distaccato, sempre da quel che si apprende dai sondaggi (nella foto: Cuperlo, Renzi, Civati)

Ovviamente tutte le strutture del PD sono mobilitate a reclamizzare l’evento che, nelle intenzioni degli organizzatori, e sicuramente è così, rappresenta un momento alto di democrazia in un Partito, come lo è da un po’ il PD, dilaniato da lotte interne, quasi per bande, dove si cristallizzano posizioni in netta antitesi fra i componenti maggiorenti del partito stesso. Ciascuno tira per sé, non comprendendo che magari una sintesi meno urlata e più condivisa potrebbe far del bene ai contendenti e certamente anche al Paese. A volte si ha la netta impressione che sia gente completamente staccata dalla realtà e dai drammatici problemi che gli Italiani stanno vivendo. I riflessi di questa psico-drammatica situazione sono evidenti a tutti: le tanto strombazzate riforme (atti che dovrebbero modificare, si spera in meglio, il garbuglio di norme palesemente sbagliate che affliggono la nostra vita pubblica, con pesanti ripercussioni sui più deboli e sul Sistema)  sono ancora a livello di INTENZIONI! Questo, non solo a causa di altri schieramenti politici che non ne ravvisano l’utilità, ma anche a causa della non uniformità di intenti nel Partito di maggioranza relativa: il PD.

Bene, vinca il migliore e soprattutto vinca con un consenso convinto espresso da una buona quantità di voti dai partecipanti alle Primarie: lo stesso Renzi: prossimo Segretario in pectore, afferma che al di sotto della soglia del milione e mezzo di votanti, il rito potrebbe considerarsi un fiasco, staremo a vedere.

In tutto questo tourbillon di dichiarazioni, contro dichiarazioni, attacchi più o meno mascherati da falso fair play da parte sia dei Candidati, sia dei loro seguaci, forse, anzi sicuramente abbiamo dimenticato la madre di tutte le PORCHERIE politiche, perpetrata con fredda determinazione dai 101 Delegati PD che il 19 Aprile scorso hanno affossato la candidatura di Romano Prodi a Presidente della Repubblica.

Bisogna riconoscere alcuni fatti: non è detto che senza l’agguato infame portato da questi 101 ignoti figuri, Prodi sarebbe stato eletto Presidente della Repubblica; non è detto che la nomina di Prodi avrebbe potuto modificare la situazione abnorme che è ben lungi da essere posta sotto controllo politico e istituzionale; non è detto che la eventuale elezione di Prodi avrebbe generato un Governo migliore dell’attuale Governo di necessità (nato appunto per necessità, forse non tanto del Paese, quanto dell’ex Cavaliere, ex Senatore, leader del (fu) PdL, il quale forse pensava di poter negoziare un certo salvacondotto per le varie faccende giudiziarie a suo carico, stando con un piede nel Governo: così non è stato, per cui si è tentato di mandare all’aria il Governo); infine, non è detto che gli Italiani sarebbero stati meglio, con la guida presidenziale di Prodi. Sono tutte illazioni che sono indimostrabili, per un verso e per l’altro.

Tornando al tema della riflessione, osserviamo che l’episodio – ignobile e che forse è anche causa della estrema confusione nella quale è più facile fare e disfare pro domo propria, ovviamente a discapito dell’interesse generale, resta ancora senza responsabili, come tantissimi eventi grandi e piccoli della nostra vita nazionale.

Allora la proposta che vorremmo avanzare è la seguente:

·      Chiunque sia il vincitore delle primarie, specialmente se la vittoria fosse suffragata da un numero adeguato di partecipanti alla votazione, cosa che rifletterebbe un fortissimo consenso ottenuto, si impegni a dare immediata comunicazione dei nomi dei 101 …signori che hanno perpetrato il misfatto.

Sembra una provocazione, ma non crediamo sia così: in un Partito nel quale si predica la trasparenza, l’uguaglianza, il rispetto delle regole scritte e non scritte, la lealtà nei confronti di chi ha preferito un Candidato piuttosto che un altro, diventa di capitale importanza sapere con chi si ha a che fare!

Non è questa ovviamente una caccia alle streghe, come qualcuno potrebbe definirla. Non serve neanche sostenere che, una volta scoperti i nomi dei responsabili (è strano, quasi tutto, a livello di politica, trapela; questo mistero, assolutamente no!) staremmo meglio. Serve come atto di trasparenza, democrazia e di lealtà degli eletti (ivi compresi i 101) verso gli elettori.

© Riproduzione riservata

Autore: Tommaso Gaudio
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