PD Giovani di Molfetta: dal Premier una operazione bavaglio
MOLFETTA - Riceviamo e pubblichiamo una nota da parte dei Giovani Democratici, in maniera integrale.
"Se riformare i regolamenti parlamentari significa togliere al parlamento e ai parlamentari eletti dal popolo la funzione principale cui essi sono chiamati a svolgere “e cioè quella di prendere coscienza dei problemi trovare delle soluzioni per poi farle diventare leggi attraverso il voto”, allora noi non ci stiamo.
Siamo d'accordo sull'idea che bisogna modernizzare il parlamento, siamo d'accordo che ci vuole un parlamento più snello che legiferi in maniera tale da stare al passo con questa società sempre più frenetica e sempre più esigente, ma siamo altrettanto convinti e sostenitori di un valore importante come quello della Democrazia parlamentare.
Non può uno decidere per tutti! Altro che popolo delle libertà.
Forse dopo la lettera dei cento deputati dissidenti del Pdl che hanno costretto il governo a rivedere il decreto sicurezza “da noi per nulla condiviso” il premier vuole accelerare “l'operazione bavaglio” per evitare di scontrarsi con le differenze interne che ci sono nel suo partito, che da certi punti di vista sono del tutto legittime.
Sulla questione è intervenuto anche il presidente della camera Gianfranco Fini che bene ha fatto a dissociarsi subito dalle affermazioni di Berlusconi dicendo che la democrazia parlamentare ha procedure e regole precise che devono essere rispettate da tutti, in primis dal capo del governo.
Anche noi ci dissociamo da quelle orrende affermazioni perché non solo siamo convinti che non tutti i parlamentari sono in parlamento solo per fare numero ma siamo altrettanto convinti che questo provvedimento non c'entra nulla con la modernizzazione delle camere.
Se si vuole davvero modernizzare le camere perché ad esempio non si incomincia a discutere della bozza Violante cioè dalla proposta di legge approvata dalla commissione Affari Costituzionali della Camera nella precedente legislatura dove Forza Italia si astenne perchè votò contro la norma che prevedeva la riduzione dei parlamentari. Il provvedimento arrivò anche in Aula, ma poi venne rinviato perché tra i poli non si trovò più l'accordo sul numero dei senatori che si sarebbero dovuti eleggere in ogni regione e provincia.
Infatti la bozza Violante prevede l'introduzione del senato federale che prevede lo stop al bicameralismo perfetto, con la trasformazione della Camera Alta in Senato Federale, e la riduzione dei parlamentari: i deputati passano da 630 a 512 (500 in Italia e 12 nella circoscrizione Estero), mentre i senatori da 315 a 250.
Queste sono le proposte serie e concrete di cui il paese ha bisogno e che possono far velocizzare le operazioni in parlamento e che lo possono ammodernare e farlo cambiare in meglio".