MOLFETTA - Ha fatto cantare e saltare la Banchina san Domenico. La sacerdotessa maudit del rock ha trascinato dalla Rock and Roll Hall of Fame la sua rabbiosa, febbrile, dolente voce nella città di Molfetta (in esclusiva per Quindici le foto di Giulio Pisani). L’estate molfettese di qualità ha portato sul palco l’intelligente rock elettrico della ribelle Patti Smith, una bomba pronta a esplodere, con Tony Shanahan (basso), Lenny Kaye (chitarra e voce), Jay Dee Daugherty (batteria) e Jack Petruzzelli (chitarra).
Due ore di note dal sapore vecchio e nuovo che hanno scatenato il pubblico presente, soprattutto quando l’animale da palcoscenico lo ha invitato a due passi dal palco. Una sapiente miscellanea tra l’anima di pasionaria politica e quella di punk rocker: dall’hard e punk rock di «Radio Ethiopia» (1976) ed «Easter» (1978) «Wave» (1979) al rock puro di «Ask the Angels» (canzone scritta con Ivan Kral e pubblicata come terzo singolo in Radio Ethiopia) e di «Pumping My Heart» (scritta con Ivan Kral e Jay Dee Daugherty), fino alla più famosa «Because the Night», composta con Bruce Springsteen e pubblicata come singolo principale dell'album del 1978 «Easter».
Entusiasmante serata, quella organizzata dalla Fondazione Valente (presidente Pietro Centrone) e dal Comune di Molfetta. Patti Smith ha anche proposto alcuni brani del suo ultimo album, «Banga», forse il più bello della seconda parte della sua carriera, libera come l'aria e sempre più innamorata dell'Italia. Tante le suggestioni, legate anche all’Italia, fondamentale per la sua ispirazione perché rappresenta per la cantante un delicato intreccio con la sua musica.
Tra l’altro, sono numerosi nei testi poetici del nuovo disco i riferimenti all'Italia: un'ouverture melodica per immaginare il viaggio di Amerigo Vespucci nel Nuovo Mondo nel 1497 («Amerigo»), un brano dedicato a San Francesco, un altro ancora al Sogno di Costantino di Piero della Francesca (conservato nella basilica di San Francesco ad Assisi).
Insomma, nonostante i suoi 66 anni, Patty Smith è ancora la poetessa del rock, come è stata chiamata per anni, la viaggiatrice come ama definirsi, cantante pop un po’ temuta per la sua imprevedibilità, ma anche solare e magnetica. Rimasta uguale a se stessa (ruvida e un po’ bohemien), è sicuramente l’anima del rock femminile sempre all’avanguardia. Con la sua voce che ringhia disperata, quasi a nascondere un dolore sotterraneo, è diventata la sua caratteristica elevandola ad una delle figure più rappresentative della musica rock.
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