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Partono i lavori di restauro della chiesa di S. Stefano Finanziamento di 50mila euro a difesa dell'umidità e degli agenti atmosferici
15 settembre 2004

È ormai tutto pronto per l'avvio dei lavori di restauro che riguardano la chiesa di Santo Stefano, uno dei beni architettonici più importanti della nostra città. Abbiamo incontrato il priore della Confraternita Nicola Campo, che ci ha illustrato le modalità dell'intervento. Il finanziamento di oltre 500.000 euro, ottenuto tramite l'otto per mille dello Stato, servirà ad eseguire lavori di restauro esclusivamente conservativo, che partiranno a giorni. La gara d'appalto, alla quale hanno partecipato 18 ditte, è stata vinta, lo scorso 3 agosto, dalla ditta ATI di Troso Osvaldo di Lecce, attualmente impegnata al Palazzo Vescovile di Giovinazzo. Il progetto prevede, in primo luogo, la pulitura della facciata, danneggiata dagli agenti atmosferici, dall'inquinamento e dall'umidità. Si provvederà, inoltre, a rimuovere e ripristinare l'attuale pavimentazione del 1963, realizzando un vespaio, che servirà ad impedire che l'umidità danneggi le basole, con una tecnica recentissima ad “igloo”. Si rifaranno gli intonaci, e si effettuerà un intervento conservativo sugli altari in marmo policromo e su quelli in pietra calcarea. Bisognerà risistemare l'impianto elettrico e si impianterà un sistema di allarme volumetrico. L'Arciconfraternita di Santo Stefano intende, infatti, far tornare al suo posto la “Madonna col Bambino e l'Arcangelo Raffaele” di Corrado Giaquinto, in deposito presso il Seminario Vescovile dal 1973. Sarebbe un ritorno importante, che permetterebbe una fruizione più semplice del capolavoro del maestro molfettese. Ricordiamo che in Santo Stefano c'è una tela del Porta con la “Madonna dei Martiri, San Donato e Sant'Irene”, e un “San Gennaro” del De Musso. Presenti, inoltre, la statua di Santo Stefano del Cozzoli e quelle, notissime, utilizzate durante la processione del Venerdì Santo. Uno dei mali che affligge la chiesa di Santo Stefano è l'umidità, che per alcuni versi è chiaramente di risalita, ma in altri è di dubbia origine. Sarà ripristinato il campanile e verranno sistemati i finestrini, che permetteranno una ventilazione maggiore, in modo da combattere il tarlo. Per ciò che concerne l'illuminazione, scompariranno gli attuali lampadari, a favore di un'illuminazione diffusa, con lampade alogene, del tipo a faretti. Servirà a valorizzare la struttura architettonica, le superfici lapidee e le tele che adornano la chiesa. L'intervento di restauro dovrebbe estendersi per una decina di mesi, compreso il periodo della Quaresima. La confraternita, di comune accordo con l'impresa appaltatrice e la DL, cercherà di creare le condizioni per effettuare nella chiesa le tradizionali celebrazioni quaresimali, soprattutto l'esposizione dei Misteri e la consueta uscita e ritirata della processione del Venerdì Santo. Nel frattempo, durante i lavori, le statue saranno depositate in Duomo. A breve, dunque, Molfetta potrà nuovamente ammirare, in tutto il suo splendore, uno dei suoi fiori all'occhiello, che, tra le altre cose, dovrebbe essere inserito in un itinerario turistico religioso svevo-normanno, insieme al Duomo di San Corrado. Michele Bruno
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