Ospedale, solo promesse elettorali: false inaugurazioni e riesumazione di trombati
Emiliano inaugura come nuovo il reparto di senologia spostato dal 5° al 1° piano e Azzollini cerca di resuscitare
Nel tritacarne elettorale finisce anche l’ospedale di Molfetta sempre al centro della battaglia politica: tutti promettono, tutti rilanciano, ma tutto resta come prima. Si sposta il reparto di senologia dal 5° al 1° piano ed ecco che
arriva in pompa magna il presidente della Regione, Michele Emiliano (con i fidi segugi anche locali), ad inauguralo come nuovo e a promettere 6 milioni di investimenti. Ma si sa, dal dire al fare, c’è di mezzo la… campagna elettorale per la riconferma di governatore della Regione Puglia. Tutta una farsa messa in scena ad usum delphini, perfino col taglio del nastro! Ovviamente il sindaco Tommaso Minervini ha buon gioco per vantare la sua amministrazione, nata proprio dalla volontà di Emiliano di far fuori il suo partito e il centrosinistra, per sostenere un destracentro a lui favorevole. E in questa girandola di applausi per l’ospedale (sulla pelle dei cittadini che attendono mesi per una prenotazione) non poteva mancare l’ex senatore ed ex sindaco, Antonio Azzollini, il quale, cerca di rilanciarsi e di emergere dall’oblio in cui i cittadini lo hanno confinato, con una conferenza stampa riservata ai giornalisti amici, quelli che fanno copia e incolla delle sue dichiarazioni, pur di riempire spazi, altrimenti vuoti. Ma questo è l’antidemocratico Azzollini, questa è Forza Italia a Molfetta, che cerca di sopravvivere
all’estinzione. Cosa propone, invece, l’ex di tutto? Di cogliere l’occasione del fondo per l’edilizia sanitaria per costruire il nuovo ospedale del nord barese e arriva perfino a vantare il governo gialloverde che lo ha stanziato, mentre Minervini ed Emiliano, dice lui, sono una iattura per Molfetta. Un ex senatore di Forza Italia che vanta i grillini? Che si deve fare per campare!, direbbero i molfettesi, che proprio in questi giorni stanno applaudendo
una bella commedia in vernacolo di Giorgio Latino che ha proprio questo titolo profetico. Alla grancassa inaugurale dello spostamento del reparto di senologia, oltre al sindaco e al governatore Emiliano, erano presenti anche il direttore generale della Asl Bari Antonio Sanguedolce, il responsabile del servizio Michele Tricarico con tutto il personale, il presidente del consiglio comunale Nicola Piergiovanni, gli assessori alla Socialità, Ottavio Balducci, e alle Pari opportunità, Angela Panunzio, i rappresentanti del Tribunale del malato, della Consulta femminile e del mondo dell’associazionismo locale. «Stiamo lavorando con grande impegno con una squadra completa – ha detto il presidente Michele Emiliano – ci sono i sindaci in campo che mi danno una mano a guardare quello che non posso vedere (meno male, evviva la sincerità, peccato che il riordino ospedaliero lo deve fare lui, ndr). A
Molfetta si sono fatte molte polemiche sull’ospedale. Oggi mi pare che con un gesto, non con parole, abbiamo dimostrato che su questo ospedale, su cui per trent’anni non è stato fatto nulla, vogliamo puntare (insomma, spostando il reparto di un piano, evitando ai pazienti di prendere l’ascensore per arrivare al 5°, certamente un progresso è stato fatto, ndr)». Ma qualcuno ha detto ad Emiliano che si trattava solo dello spostamento di piano di
un reparto già esistente e non era il caso di tagliare il nastro? Il nuovo servizio di senologia, collocato al primo piano dell’ospedale, in locali ampi ed idonei, è dotato di tutte le tecnologie necessarie. Sarà operativo immediatamente e, nelle prossime settimane, sarà potenziato anche nell’organico con l’assunzione di una senologa. Il servizio era stato sospeso, nei giorni scorsi, proprio per consentire il trasferimento del reparto al primo piano e l’allestimento degli ambienti. «Ringrazio il presidente Emiliano – ha sottolineato il sindaco Tommaso Minervini – per la fattiva collaborazione. Stiamo portando a casa i frutti del lavoro svolto in difesa del nostro ospedale contro tutti gli specialisti delle perplessità. Andremo avanti così anche con la collaborazione del direttore generale, Antonio Sanguedolce, impegnato nel potenziamento di tutti i reparti e servizi dell’ospedale di Molfetta in relazione alle esigenze dell’utenza ». Ma sull’ospedale i conti si faranno alla fine e non sembra che il don Tonino Bello risulti avvantaggiato dalla politica regionale e dalla celta come ospedale di 1° livello, ma sarà solo nosocomio di base. Tra l’altro, ad Emiliano non crede più nemmeno il dott. Felice Spaccavento, anche lui illuso da una possibile revisione del piano sanitario regionale e dalle promesse del governatore più trasversale che esiste. Non ci resta che piangere? No, occorre insistere per un vero, e non propagandistico, cambiamento della politica sanitaria regionale, attribuendo all’ospedale di Molfetta il ruolo che oggettivamente merita.
Ecco perché, un comportamento più sobrio in occasione del semplice spostamento di un reparto già esistente, sarebbe stato più opportuno. Ma Emiliano sta già in campagna elettorale ed ogni scusa è buona per fare scena, tanto, secondo lui, la gente non capisce. Ma questa sua speranza rischia di infrangersi con la realtà, quando i cittadini andranno nella cabina elettorale. Le lezioni del passato non sono servite! Fortuna sua, che il governo gialloverde mostra solo cambiamenti in peggio. Ma la gente è sfiduciata e diserta le urne. E per curarsi è costretta ad andare in altre regioni (che oggi chiedono anche l’autonomia).