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Operazione D'Artagnan del porto di Molfetta, revocati gli arresti anche al geom. Calderoni della Cmc che si era dimesso dalla società di Ravenna Vivace dibattito ieri sera alla Festa del Partito Democratico con l'assessore regionale Guglielmo Minervini e il sindaco Paola Natalicchio che hanno evidenziato le responsabilità e i “pasticci” dell'ex sindaco sen. Azzollini nella gestione di tutta la vicenda della costruzione del nuovo scalo marittimo
20 ottobre 2013

MOLFETTA – Revocata l’ordinanza di arresto anche per il geom. Giorgio Calderoni, coinvolto nell’operazione D’Artagnan della Procura della Repubblica di Trani su una presunta truffa da 150 milioni di euro sui lavori di costruzione del nuovo porto di Molfetta, che vede fra gli indagati principali anche l’ex sindaco di Molfetta sen. Antonio Azzollini, (nella foto di archivio mentre firma il contratto con la Cmc) presidente della commissione Bilancio del Senato, il consigliere regionale Antonio Camporeale e l’ex dirigente del settore finanziario del Comune Giusi De Bari. In precedenza era stato scarcerato dai domiciliari anche l’ing. Enzo Balducci responsabile unico del procedimento per il porto, il quale però è stato sospeso dai pubblici uffici per due mesi.

Il geom. Calderoni si è dimesso dalla Cmc e quindi nell’interrogatorio fatto per rogatoria dal gip del Tribunale di Ravenna ha respinto le accuse e ha confermato di non avere più rapporti con la società appaltatrice dei lavori del porto.
Sembra invece che l’ing. Balducci abbia deciso di collaborare con i magistrati facendo venire meno i provvedimenti restrittivi della libertà. Si sarebbe difeso sostenendo di aver validato il progetto del porto solo perché non immaginava che nei fondali del porto ci fossero tante bombe inesplose e che quelle poche esistenti potessero essere rimosse facilmente.
Balducci si è anche giustificato attribuendo tutte le sue presunte azioni illecite alle forti pressioni che riceveva dal sindaco dell'epoca sen. Antonio Azzollini perché l'opera fosse conclusa al più presto. Si aggraverebbe, perciò, la posizione dell’esponente del Pdl per il quale i giudici chiederanno al Senato l’autorizzazione ad utilizzare le intercettazioni. Autorizzazione che, molto probabilmente, Palazzo Madama non concederà.
Ieri, intanto, alla Festa del Partito Democratico, c’è stato un vivace dibattito che ha toccato anche i temi del porto. L’assessore regionale Guglielmo Minervini e il sindaco Paola Natalicchio hanno informato i cittadini sulle pesanti responsabilità di Azzollini e dei “pasticci” combinati con la vicenda del porto.

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