Oltre la cultura dell'estetizzazione a Molfetta. I cittadini si riappropriano degli spazi e della partecipazione
MOLFETTA - Una serie di momenti di soggettivazione dal basso stanno innervando il tessuto sociale molfettese, da alcuni mesi. Associazioni, comitati di quartiere, percorsi di inclusione sociale, stanno portando i molfettesi a riappropriarsi degli spazi e della partecipazione, è innegabile. Il processo non è semplice e lineare. Per molto tempo il territorio è stato espropriato alla partecipazione e consegnato ad un coacervo di possibilità senza senso: quelle del consumo, dei grandi centri commerciali, dei concertoni sul porto e del divertentismo.
Da un po’ di tempo il territorio torna ad essere, a tratti, il luogo del radicamento di una comunità. Gli spazi della vita-in-comune divengono il terreno del confronto e della crescita della città. Vengono rivalutate le strade, le piazze e quei luoghi che scandiscono i tempi della vita collettiva e sfuggono ad una gestione di tipo privatistico.
Tale fenomeno pone una sfida alle istituzioni. Innanzitutto il carattere spontaneo di tali iniziative esige che le istituzioni non ne impediscano lo sviluppo autonomo e che non le assumano all’interno di una visione pregiudiziale degli spazi e del territorio. Inoltre, esse lanciano un segnale chiaro alla progettazione culturale molfettese, anche in vista dell’estate molfettese.
Le dinamiche di soggettivazione in atto pongono le basi per lo sviluppo di una cultura immanente ai processi sociali, che sia espressione dello sviluppo della comunità. Non una cultura astratta, fatta per distrarre e attirare su di sé le attenzioni di una sera. Una cultura radicata nel territorio, che riparta da quei processi di condivisione che già stanno riaggregando i cittadini attorno a progetti comuni. La cultura come riappropriazione degli spazi e dei luoghi della cittadinanza, più che come estraneazione e disimpegno.
Non è uno scenario astratto, i processi si soggettivazione stanno innervando da tempo la società molfettese e una grande volontà di partecipazione si esprime nelle piazze, nelle iniziative sempre più frequenti, nei comitati di quartiere. C’è un pullulare di capacità creative e di competenze che eccede la neutralizzazione degli spazi ad opera dei grandi centri commerciali e dei call center e chiede spazi di crescita e di respiro. Perché una nuova idea di cittadinanza passa attraverso la decisione e la scelta libera degli individui in carne e ossa.
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Autore: Giacomo Pisani