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Oggi in Consiglio l'interrogazione Amato-bis: tutto il caso Il consigliere Udc ripropone la questione in materia di occupazione suolo pubblico: il testo della sua nota, e i dettagli della prima replica, ritenuta insoddisfacente
24 ottobre 2008

MOLFETTA - Interrogazione sull'occupazione di suolo pubblico per “mancata soddisfazione”: Pino Amato, consigliere dell'Udc, aveva già interrogato il presidente del consiglio comunale, Camporeale, riguardo alla presunta occupazione irregolare di suolo pubblico da parte di un bar, in via Gaetano Salvemini, e di diverse bancarelle per il commercio, ma le risposte, come spiega nel testo della interrogazione di cui si dibatterà questo pomeriggio in aula Carnicella, lo lasciano perplesso. “Ho ricevuto in data 6 ottobre la risposta scritta riferita alla mia interrogazione del 15-09.08. La risposta mi lascia del tutto insoddisfatto sia per i motivi formali sia per i motivi sostanziali che di seguito espongo: La nota che S.V. (Camporeale, ndr) mi ha girato reca una firma incompetente, in quanto chi sottoscrive non è il dirigente del settore istituzionalmente preposto ad interloquire con il Consiglio Comunale; la nota giratami non reca neppure il visto del Dirigente, circostanza che mi autorizza a ritenere che egli non ne abbia avuto conoscenza e che comunque risulta bypassato dall'assessore del ramo. Tutto resta poco chiaro sul verso del rispetto formale del procedimento. Ci sono poi gli aspetti sostanziali. Il responsabile del procedimento presso il Comando di Polizia Municipale ha rilasciato al pubblico esercizio in data 5-08-08 un'autorizzazione illegittima in quanto non conforme alle disposizioni comunali, tutt'ora vigenti, che impongono il rispetto della libera fruibilità dei condomini e, più in generale, dei frontisti di abitazioni e negozi, degli spazi antistanti i varchi di accesso ai marciapiedi e/o alla strada. L'attività successiva di creazione di un corridoio può candidamente derivare da una “graziosa decisione” del responsabile del procedimento per “alleviare le difficoltà esposte dall'esponente”, ma è imposta da un preciso obbligo formalmente e sostanzialmente scritto nelle carte del Comune, sicuramente ignote al relazionante. Ne discende che su questo sostanziale versante l'occupazione dello spazio fino alla data di creazione del corridoio era abusiva (questo crea riflessi anche sul pagamento della relativa tassa). Per quanto infine il referente scrive a proposito della situazione venutasi a creare con “i beneficiari dell'indulto”, pur nella piena condivisione del valore sociale del reinserimento, si esprime la massima insoddisfazione della risposta. In sintesi il proseguimento dei valori sociali non può superare la puntuale applicazione dei principi di legalità e delle norme scritte. La risposta contiene tantissimi sconcertanti elementi di dubbio sui meccanismi di applicazione della normativa in materia di occupazione di aree pubbliche. Emergono motivazioni di “evitare inutili e spiacevoli contenziosi tra il personale di P.M. e gli ex detenuti”, si ammette lo svolgimento (tollerato? Impunito? Che ha creato contenzioso perché si applicavano le sanzioni? Ecc.) di precedenti attività commerciali in forma ambulante e abusiva sul territorio”; assenza di coordinamento tra la dirigenza ed Uffici che ha determinato ostacoli o ritardi per l'espletamento delle funzioni di controllo; si riferisce di situazioni che hanno “obbligato” il responsabile del procedimento ad assumere decisioni individuali (fuori delle proprie competenze e quindi decisioni che per vizio soggettivo sono nulle) ecc.; ma quello che è più pericoloso, si rileva l'assunzione di decisioni assurdamente prese e sostanzialmente illegittime o illecite, con tragica convinzione di “perseguire il rispetto delle norme vigenti”. La risposta alla mia interrogazione, per tutto quanto precede, non mi soddisfa ed è foriera di un disappunto che merita approfondimenti per i suoi assurdi specifici contenuti. Ne chiedo pertanto risposta orale in Consiglio Comunale in maniera che i consiglieri tutti possano venire a conoscenza delle mostruosità formali, sostanziali e deformazioni amministrative che si verificano in materia di occupazione”. Per la cronaca, il “referente” che Pino Amato chiama in causa è il responsabile del corpo di Polizia Municipale, Cap. Dott. Giuseppe Gadaleta, che in una nota del 25-09-08 indirizzata “all'Assessore alla Sicurezza” forniva la ricostruzione della approvazione della richiesta di titolare del bar di Via Salvemini per la occupazione del marciapiede con tavoli, sedie, ombrelloni e fioriere, (“quanto richiesto poteva essere concesso, ai sensi e per gli effetti dell'art. 20 del Codice della Strada”) della successiva creazioni di un corridoio dopo le lamentele dei vicini condomini, e della situazione degli ex detenuti, che svolgevano attività commerciale in forma ambulante ed abusiva precedentemente alla loro detenzione, poi regolarizzati “per reinserirli nel tessuto sociale”. Di tutto si parlerà questo pomeriggio in Consiglio Comunale: per la seconda volta.
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