Oggi 25 aprile Festa della Liberazione dal fascismo e dalla dittatura della destra
Oggi è la festa del 25 aprile che viene chiamata anche Festa della Liberazione, colgo quindi l'occasione per ricordare che la libertà non è un valore gratuito che esiste automaticamente o una condizione che si mantiene da sola. La libertà va difesa giorno per giorno: ancora oggi esistono persone e politici che non sempre agiscono nel rispetto della libertà e della democrazia e tutti noi dobbiamo tenere sempre alta la guardia se vogliamo custodire questo bene prezioso.
La libertà è come l'aria: ci si rende conto che è essenziale solo quando manca, per questo l'anniversario della Liberazione deve essere solennemente celebrato, per non dimenticare mai ciò che i nostri padri avevano perso e rinnovare la nostra gratitudine verso coloro che hanno combattuto per ridarcela.
Il 25 aprile 1945 i partigiani antifascisti, con l'aiuto e l'appoggio degli alleati americani e inglesi, entrarono vittoriosi nelle principali città, liberando l'Italia e gettando le basi per una nuova democrazia. La Festa della Liberazione ricorda quindi la fine del periodo nazi-fascista e la liberazione dell'Italia dalla dittatura di Mussolini.
Ogni anno in prossimità del 25 aprile, assisto a dibattiti che caricano questa data di significati politici che alimentano le divisioni e che non danno importanza ai valori di libertà e di democrazia. Ritengo che le feste nazionali sono ricorrenze che sottolineano, attraverso la solennità di rituali, i momenti fondanti e unificanti della storia del nostro paese. Sono occasioni per ricordare il senso dell'appartenenza dei cittadini alla comunità nazionale.
Questa festa fu introdotta con una precisa valenza politica e simbolica, fu proposta dal comunista Giorgio Amendola ad Alcide De Gasperi con lo scopo di esaltare il ruolo di coloro che contribuirono alla liberazione del paese. Tempo fa, le piazze il 25 aprile si riempivano di Tricolori e ciò rendeva saldi i sentimenti di adesione ai principi liberali, al di là dell'appartenenza ad uno o all'altro partito politico. Oggi il sistema politico è profondamente cambiato e vi è da parte dei cittadini molta indifferenza alla politica. La nuova malattia è l'indifferenza.
“Che me ne importa della politica, sono tutti uguali”. Questa affermazione mi ricorda una “storiellina”, che qualcuno di voi conoscerà, che ho letto negli scritti di Calamandrei (giurista, giornalista, politico): due emigranti, due contadini attraversano l'oceano su un piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l'altro stava sul ponte e si accorge che era in corso una gran burrasca con delle onde altissime che facevano oscillare il piroscafo. Allora questo contadino impaurito domanda ad un marinaio: «Ma siamo in pericolo?». E questo risponde: «Se continua questo mare tra mezz'ora il bastimento affonda». Allora il contadino corre nella stiva a svegliare il compagno «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello risponde: «Che me ne importa? Non è mica mio!».
Tutto questo per evidenziare che in un periodo come quello attuale, contraddistinto da una politica che ha perso il senso originario di buon governo della cosa pubblica, occorre che i politici rinnovino il patto di fiducia con i cittadini in modo da riconquistare tutte le persone che credono nell'uomo e vogliono che la politica sia fatta per lui e non viceversa.