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Nuovo porto Epifania finanziaria Il mistero dei movimenti contabili
15 gennaio 2013

Fino ad oggi sono stati discussi quasi tutti i suoi caratteri progettuali. Sono persino affiorate le indagini che sta svolgendo la Procura di Trani sul fronte ambientale e amministrativo. Ma solo la ricognizione dell’impiego delle risorse finanziarie trasferite dal Ministero dell’Interno al Comune di Molfetta è riuscita a rischiarare anche qualche movimento contabile caratterizzante. La delibera n. 267 (tra le 70 approvate dalla giunta nella seduta volante del 29 ottobre 2012, giorno in cui il senatore Antonio Azzollini ha protocollato le dimissioni dalla carica di sindaco) ricompone i pezzi di un ermetico puzzle smembrato da determine di settore e delibere giuntali, a volte ineffabili e spesso complesse. 129 MILIONI DI EURO A MOLFETTA Dal 2002, ben sette sono stati i contributi assegnati dal ministero dell’Interno al Comune di Molfetta per una somma complessiva di quasi 129,5 milioni di euro (scomputati di quegli interessi bancari evidenziati negli atti comunali): impegno ventennale di 2,5 milioni di euro (50 milioni di euro) con la Legge n.174 del 30 luglio 2002, poi attualizzati a 31,4 milioni di euro dopo il mutuo contratto il 20 novembre 2004 con la Banca OPI (Gruppo Intesa Sanpaolo), nata nel 2000 e specializzata nella concessione di finanziamenti e di leasing ad aziende ed enti pubblici. Quasi 19 milioni di euro pare siano stati fagocitati dagli interessi bancari: la banca ha concesso al Comune il diritto di utilizzare una certa quantità di euro a fronte del pagamento di un canone periodico. Sarebbe, però, opportuno conoscere il tasso applicato (fisso o variabile?) per accertare la veridicità delle somme detratte. Interessante notare che il finanziamento per il completamento della diga foranea di Molfetta è stato inserito in una legge in cui rientravano la ristrutturazione della sede dell’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale a Milano, la realizzazione del Museo della Memoria a Bologna e misure per la prevenzione del randagismo. Una legge redatta ad hoc, secondo alcuni, approvata solo per innescare e indirizzare i primi finanziamenti al porto di Molfetta nel triennio 2002-2004 (il 2002 fu il secondo anno del governo Berlusconi, con Azzollini presidente della Commissione Bilancio al Senato). impegno ventennale di 2,5 milioni di euro con la Legge n.350/03 (Legge finanziaria 2004) che fissava un nuovo stanziamento per il triennio 2004-2006, riallacciandosi alle Legge n. 174. Anche in questo caso, i 50 milioni di euro di partenza sono stati attualizzati a 33 milioni di euro (ben 17milioni di euro di interessi) per il mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, società per azioni a controllo pubblico (il ministero dell’Economia e delle Finanze detiene il 70% del capitale, il restante 30% è posseduto da 65 fondazioni di origine bancaria). Imprecisione materiale (solo un errore?) nella delibera n.267/12, in cui l’impegno è circoscritto a 15 anni e non a 20, come sancito dalla legge. impegno quindicennale di un milione di euro con la Legge n.248/05 (Misure di contrasto all’evasione fiscale e disposizioni urgenti in materia tributaria e finanziaria), che autorizzava la prosecuzione degli interventi previsti dalla Legge n. 174 per «agevolare lo sviluppo dell’economia e dell’occupazione». Dopo il mutuo contratto con la Cassa Depositi e Prestiti, i 15 milioni di euro sono stati ridotti a 11 milioni di euro. Il 2006 è stato, poi, l’anno di Azzollini: il 9-10 aprile è stato eletto senatore in Forza Italia e il 16 aprile sindaco di Molfetta, mentre il 27 aprile 2006 si è dimesso dalla carica di presidente della V Commissione Bilancio al Senato. impegno di 24 milioni di euro per gli anni 2009 e 2010 con le leggi nn. 203/08 e 191/09 (Leggi finanziarie 2009 e 2010) che rideterminano per i successivi trienni (2009- 2011 e 2010-2012) «gli stanziamenti di spesa per il rifinanziamento di norme che prevedono interventi di sostegno dell’economia classificati tra le spese in conto capitale». Un anno prima, Azzollini era stato rieletto senatore e sindaco, ma anche presidente della V Commissione Bilancio del Senato (maggio 2008). È opportuno precisare che il contributo del 2009 è stato interamente erogato con pagamento immediato del 20%, mentre una parte del restante saldo, che doveva essere pagato per stati di avanzamento lavori, è stata liquidata in via anticipata nell’esercizio finanziario 2009 (2,4milioni di euro) e in quello del 2010 (9,6milioni di euro). impegno di 30 milioni di euro per gli anni 2010 e 2011 con le leggi nn. 220/10 e 183/11 (leggi finanziarie) che rideterminano per i successivi trienni (2011-2013 e 2012-2014) spese a carattere pluriennale in conto capitale. PORTO, MA QUANTO CI COSTI? I contributi ministeriali assegnati in questi 10 anni si incastrano non solo con le vicende politiche, ma anche con l’approvazione dei vari atti amministrativi propedeutici alla realizzazione del nuovo porto. Innanzitutto, i 64,4 milioni di euro ottenuti dalle leggi nn. 174/02 e 350/03 sono stati preparatori all’approvazione in linea tecnica del progetto definitivo del nuovo porto il 30 settembre 2004 (amministrazione Tommaso Minervini). A questi è necessario aggiungere i 4,6 milioni di euro ottenuti dalla Regione Puglia con la Legge n.428/01 (impegnati nel bilancio regionale). Infatti, il porto del Comune di Molfetta è stato da sempre di proprietà regionale: la redazione del progetto generale era stata assegnata nel marzo del 1985 proprio dalla Regione Puglia a un gruppo di liberi professionisti. La stessa Regione, di fronte ai finanziamenti ministeriali stanziati al Comune di Molfetta, aveva considerato opportuno affidare allo stesso progettazione ed esecuzione del porto (23 dicembre 2002). In sostanza, nel 2004 la giunta ha approvato un progetto definitivo da 120milioni di euro, distinto in tre lotti funzionali: porto commerciale (68,5 milioni di euro), cantieri navali (10 milioni di euro) e porto turistico (41,5 milioni di euro). Purtroppo, con gli stanziamenti ministeriali già ottenuti (circa 69milioni di euro) è stato possibile finanziare solo il lotto del porto commerciale, mentre la parte restante (oltre 51 milioni di euro) è stata colmata con i successivi finanziamenti statali. Ad esempio, un anno dopo, la Legge n.248 ha assegnato al Comune di Molfetta un contributo quindicennale di un milione di euro, poi attualizzato in 11 milioni di euro. Ottenuti quasi 80 milioni di euro, la prima giunta Azzollini nel settembre 2006 ha approvato il progetto stralcio da 69 milioni di euro per il solo porto commerciale, poi posto a base di gara per l’appalto integrato. Espletato l’appalto e aggiudicati i lavori all’ATI CMC - SIDRA - CIDONIO nel marzo 2007, la progettazione esecutiva (lavori di completamento, banchinamento, dragaggio e raccordo stradale della diga foranea) è stata approvata a febbraio 2008 per un importo complessivo di 72 milioni di euro, poco prima delle prime dimissioni di Azzollini dalla carica di sindaco. Secondo i dati forniti dalla delibera n.267/12, al primo semestre del 2012 sono stati spesi complessivamente quasi 30 milioni di euro di cui 3,9 milioni di euro della Legge n.428/01 (su 4,6 milioni di euro), 4,38 milioni di euro della Legge n.174/02 (su 31,4 milioni di euro), 14,37 milioni di euro della Legge n.350/03 (su 33 milioni di euro) e 7,47 milioni di euro della Legge n.248/05 (su 11 milioni di euro). Insomma, molto meno della metà degli stanziamenti a disposizione, anche se dal confronto tra la delibera di ricognizione dell’impiego delle risorse finanziarie ministeriali (2012) e quella di approvazione del progetto definitivo (2004) emergono alcune possibili incongruenze contabili. Ad esempio, il finanziamento statale del 2001 per la Regione Puglia sembra essersi ridotto di quasi 300 mila euro: un errore materiale o è forse cambiato il tasso (variabile) del mutuo? Un giallo anche uno dei tanti passaggi della delibera n.267/12, in riferimento ai 7,47 milioni di euro della Legge n.248/05: «gli importi pagati superano la quota parte dell’impegno di spesa previsto nel progetto esecutivo appaltato, in quanto si sono resi necessari altri interventi, riguardanti i lavori di completamento banchinamento, dragaggio e raccordo stradale della diga foranea, o servizi, prestazioni professionali, monitoraggio, ecc. ad essi collegati, tutti autorizzati con atti deliberativi». Nessuna specificazione sulla qualità e quantità di questi «altri interventi », che potrebbero essere considerati come “imprevisti” o “incidenti di percorso”. Anzi, sarebbe anche legittimo pensare che proprio tra questi si possa nascondere una parte del risarcimento danni di 7,8 milioni di euro pagati dal Comune all’ATI. Evidenti anche alcune sfasature contabili tre la delibera n. 267 e la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2012, secondo cui su una previsione di spesa di 86,5 milioni di euro fino al 2011, sarebbero stati impegnati ben 84milioni di euro e pagati 60,5 milioni di euro. 8 MILIONI DI EURO DI AVANZO? Altro mistero, la presunta scomparsa degli 8 milioni di euro nella differenza tra i 72 milioni di euro dell’appalto comunale e gli 80 milioni di euro stanziati dal Ministero, che sarebbero stati tutti impegnati già prima del 2006. Questo pare emergere da un passaggio della delibera di approvazione del progetto definitivo del porto commerciale: «nella seduta del 30.09.2004 con propria deliberazione n.397, in pendenza dell’approvazione del PRP (Piano Regolatoredel Porto, ndr), (la giunta, ndr) approvava in linea tecnica il progetto definitivo del nuovo Porto del Comune di Molfetta “al solo fine di rendere possibile la contrazione del mutuo di cui al limite d’impegno previsto dalla Legge n.350/03 e procedere all’impegno delle somme giusto Legge n.246/02 di conversione del D.L. n.194/02”, e quindi evitare che una eventuale manovra finanziaria potesse annullare il finanziamento concesso e non ancora impegnato». Se il Comune di Molfetta ha introitato i finanziamenti ministeriali, resta misteriosa la destinazione di quegli 8 milioni di euro. Sono forse stati utilizzati per finanziare la multa dei 7,8 milioni di euro? La risposta nella delibera con cui la giunta Azzollini ha approvato la transazione con l’ATI nel febbraio 2010: «la somma di 7,8 milioni di euro trova copertura nelle somme disponibili in bilancio per il completamento delle opere foranee e costruzione nuovo porto commerciale» I MILIONI TRANSFUGHI Sistemato finanziariamente il porto commerciale, la giunta ha approvato tra le 70 delibere del 29 ottobre (ultimo giorno da sindaco per Azzollini) il primo stralcio del progetto esecutivo dei cantieri navali, finanziandolo con i restanti 3,63 milioni di euro della Legge n.248/05 e con le quote residue delle leggi nn. 191/09 e 220/10 (rispettivamente 3,5 milioni e 6,96 milioni di euro di euro). A prescindere dall’aumento del prezzo dei lavori per i cantieri navali (+4 milioni di euro rispetto ai 10 milioni di euro fissati nel 2006), è fondamentale evidenziare la traslazione dei finanziamenti ministeriali dal «completamento della diga foranea » ad altri lavori pubblici: i 12 milioni di euro della Legge n.203/08 sono stati indirizzati solo in parte a opere relative i lavori al porto: 6,2 milioni di euro per dei dragaggi non meglio specificati (la delibera n.325/10 del Settore Lavori Pubblici non è disponibile sul sito del Comune per la consultazione) e 1,22 milioni di euro per la transazione con l’ATI per il risarcimento danni nel gennaio 2010. Il resto, invece, è servito per 7 opere extraporto: la ristrutturazione del Centro Minori (300mila euro), la riqualificazione igienico-sanitaria di Piazza Gramsci (700mila euro), il recupero del relitto del motopesca Francesco Padre (300mila euro), tutti i 5 chioschi della frutta per il cosiddetto “mercato diffuso” (375mila euro), la ristrutturazione del Pala don Sturzo (221mila euro), la nuova pista di atletica (150mila euro), le opere di urbanizzazione nei comparti 1/9 (2,52 milioni di euro); dei 12 milioni di euro della Legge n.191/09, solo 3,5 milioni di euro sono stati utilizzati per opere portuali (secondo lotto funzionale dei cantieri navali), mentre i restanti 8,5 milioni di euro sono stati indirizzati come quota parte all’impianto di compostaggio e alla pista di atletica; infine, i 15 milioni di euro della Legge n.220/10 hanno finanziato il terzo lotto dei lavori della diga foranea (quasi 11milioni di euro) e alcune opere del secondo lotto (700mila euro), oltre alla pista di atletica (3 milioni di euro come quota parte). Solo i 15 milioni di euro della Legge n.183711 sono stati impegnati (almeno per ora) per il terzo lotto dei lavori alla diga foranea (porto turistico). Ad oggi, in base alla Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2012, resterebbero da erogare il saldo del contributo anno 2010 (8,5 milioni di euro) e quello del biennio 2011-2012 (30 milioni di euro). Era lecito reindirizzare i finanziamenti statali su numerose opere extraportuali, il più delle volte discusse e contestate? Secondo la delibera n.267, le opere extraportuali «sono state assunte in deroga alla comunicazione inviata al Ministero dell’Interno nel novembre 2011 che prevedeva l’imputazione (assegnazione di un importo a una voce di bilancio, ndr) con la Legge n. 248/2005», sulla base di una non meglio specificata declaratoria di uno sconosciuto «art.39 septiesdecies, comma 2, “interventi non solo di prosecuzione di cui alla legge n.174/2002 ma anche per la realizzazione di opere di natura sociale, culturale e sportiva”». Insomma, molti oggetti alieni. Le zone d’ombra si anneriscono di pece quando nella stessa delibera si legge che «diversamente a quanto evidenziato nella nota suddetta, si è potuto attribuire, grazie a nuove disponibilità di Bilancio proprie dell’ente, una più idonea allocazione alle spese legali non previste dal quadro economico del progetto della diga foranea». Quali sarebbero queste «nuove disponibilità»? Chi ha introdotto l’art. 39 septies-decies e per qualche arcano motivo? Il mistero resta e la trasparenza amministrativa lascia molto a desiderare.

Autore: Marcello la Forgia
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