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Nuovo mercato ortofrutticolo, quanti problemi Dopo poche settimane emergono carenze strutturali e funzionali
15 novembre 2004

Sabato 2 ottobre il vecchio mercato ortofrutticolo all'ingrosso di via Nino Bixio, dopo 50 anni di onorato servizio, ha cessato definitivamente l'attività. Nel pomeriggio dello stesso giorno in pompa magna con la benedizione divina del vescovo don Luigi Martella e quella laica dei plenipotenziari del centrodestra, è stato inaugurato il nuovo mercato ortofrutticolo realizzato dall'architetto Bruno Fiele, nella Zona Artigianale. Per la cronaca né lo Stato, né la Regione hanno finanziato l'opera, a totale carico dei cittadini grazie ad un mutuo ventennale contratto nel '96, per il quale i molfettesi pagano una rata annuale di circa 550mila euro, senza contare il valore del suolo e la sua urbanizzazione. Detto questo è indubbio che l'evento segna un passaggio importante per Molfetta. Prima di tutto libera il centro cittadino da una struttura divenuta fatiscente, ingombrante e insostenibile. Inoltre la nuova e moderna sede potrebbe rilanciare il Mercato e riproporlo al centro del commercio e della produzione ortofrutticola di tutto il comprensorio nord-barese, con un'evitabile impatto economico positivo per tutta la città. La struttura La struttura realizzata nella zona artigianale, ereditata dalla precedente amministrazione, fu progettata nel '96, finanziata con un mutuo di 13 miliardi e 600 milioni e iniziata nel '98 per un importo di 11 miliardi, i risparmi d'asta di 2 miliardi e 600 milioni furono indirizzati altrove. Un altro miliardo di ex lire fu reperito il finanziamento di un altro miliardo attraverso Por (fondi europei con cofinanziamento comunale) per la sistemazione esterna e il verde.Tutto il Mercato si estende per circa 60mila mq, con la struttura centrale comprendente i 30 box commerciali di 250 mq. Attualmente operano i 19 concessionari trasferiti dalla vecchia struttura, tre dei quali hanno acquisito il doppio posteggio, e quindi dovranno essere messi a bando i rimanenti 8 posteggi. All'interno dell'area si sta realizzando il 2° Lotto, grazie ad un finanziamento per un importo di 1.283 mln di euro proveniente dal Patto Territoriale, il cui progetto prevede una struttura di 8 piattaforme da 450 mq, da destinare per la selezione, lavorazione, frigo-conservazione e confezionamento dei prodotti orticoli. Il funzionamento del mercato è disciplinato da un Regolamento che definisce la tipologia dell'Ente Gestore, l'organizzazione dei servizi esistenti e futuri. Tra i servizi che potranno essere gestiti direttamente o con l'affidamento a terzi ci sono pulizia, bar e ristoro, frigoconservazione e parcheggi. Cantieri e carenze Smontata la scenografia e diradati i “fumogeni” dell'inaugurazione, sono bastate le poche settimane per mettere in luce le prime lacune, non tanto per l'inevitabile rodaggio, quanto per alcune carenze. Già gli operatori hanno ingoiato il rospo di lasciare libera nei propri box una striscia centrale, da adibire a via di fuga antincendio. Inoltre la mancanza di un sistema di videosorveglianza ha favorito il primo furto, infine la pecca di un asfalto non proprio adeguato a sopportare i colpi, non tanto dei camion, quanto dei muletti. Insomma, tagliato il nastro e trasferita l'attività, l'area mercatale per molto tempo sarà ancora un cantiere aperto. Oltre al Lotto 2 si dovrà realizzare una struttura di 450 mq, opera inserita tra le prossime realizzazioni, dove verranno sistemati gli uffici della direzione, banca e sportello dell'Istituto del commercio estero. Tutti quei servizi che alla fine danno qualità e sostanza ad una struttura commerciale. Inoltre il Consiglio comunale dovrà disciplinare e costituire la Commissione di Mercato prevista dal Regolamento, un organo consultivo in materia di assegnazioni dei punti vendita, canoni di concessione, tariffe dei servizi e modifiche regolamentari. La sensazione è che l'Amministrazione comunale abbia voluto per forza aprire una struttura non proprio pronta. Forse ha voluto rompere la melina di alcuni operatori di ritardare il trasferimento, oppure per l'esigenza di chiudere la vecchia struttura che rischiava i sigilli dei carabinieri, per le note carenze strutturali, igieniche e sanitarie, riscontrate nel marzo del 2003. Mentre il Nuovo Mercato sta muovendo i primi passi, si apre adesso anche il problema di cosa fare dell'area della vecchia struttura. Sicuramente nei prossimi mesi sentiremo lanciare idee e progetti di ogni tipo, anche se la soluzione più economica e semplice, sarebbe un'area attrezzata a verde, dato che la zona è priva di spazi qualificati. Francesco del Rosso francesco.delrosso@quindici-molfetta.it
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