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Nuovo consiglio comunale: debutto senza guizzi e un po' di colore
15 settembre 2006

L'insediamento di un nuovo Consiglio Comunale è un po' come una prima teatrale: un debutto, che attira pubblico e carica i protagonisti. Il 4 agosto gli ingredienti della prima c'erano tutti: il pubblico delle grandi occasioni, soprattutto di sostenitori, la timidezza dei debuttanti, l'aria di superiorità di chi ha ritrovato il suo scranno e magari ha fatto il salto di qualità nel banco degli assessori, lo smarrimento di coloro dal percorso inverso, dalle stelle del potere alle stalle della faticosa ed avvilente opposizione. Un intreccio di tante storie, umane, oltre che politiche. Assessori e consiglieri, previdenti, hanno preparato il foglietto con i discorsi e, matricole così come vecchie volpi, si sono preoccupati anche dell'abbigliamento. Il sindaco Antonio Azzollini, per una volta, s'è bardato con giacca e cravatta di prammatica, imitato da buona parte dei consiglieri che, per non sbagliare, si son buttati sul classico, giacca scura per quasi tutti, soprattutto nella maggioranza, anche per la vicesindaco, Carmela Minuto, scura nell'espressione e nel severo tailleur pantalone, appena vivacizzato dagli zoccoli con maxi zeppa stile anni '70; jeans e camicia nera anche per Piera Picaro, giovanissima consigliera di Forza Italia; a rompere la monotonia cromatica solo il verde del vestitino stile boudoir di Annalisa Altomare, con tanto di scollatura sexy. Unica nota brillante di una prima seduta di consiglio comunale sostanzialmente senza scintille, tranne che per un paio di accesi scambi di battute fra il sindaco e Mino Salvemini prima e Lillino Di Gioia poi, a dimostrare che, con tutta sua apparente bonomia e disponibilità all'ascolto, il sen. Azzollini non gradisce molto critiche ed attacchi, che nella vita politica sono pane quotidiano. Il più aggrondato, l'ex sindaco Tommaso Minervini, anche il più solo, nonostante al suo ingresso molti consiglieri, soprattutto i reduci dalla sua maggioranza, siano andati a stringergli la mano. È dura passare dalla poltrona di primo cittadino a quella di consigliere di minoranza, molti pensieri e riflessioni e bilanci gli devono essergli passati per la mente, non hanno pesato però sullo stile, rimasto sempre quello, a giudicare dal suo intervento, in cui è parso attaccare l'opposizione, di cui fa parte, più che la maggioranza. Il più logorroico ed anche intenzionato a non lasciarne passare una, Lillino Di Gioia. Il più pimpante, Pino Amato, che non si capisce se si sia più stupito o lamentato, del fatto che un vigile abbia avuto l'ardire di fargli una multa – 35 euro – non si sa per quale infrazione ed ha attaccato gli assessori, in particolare Pietro Uva, assai dimagrito, di cui si è capito Amato avrebbe ricoperto volentieri l'incarico, ma anche Iurilli, di cui si è chiesto: “Ma chi rappresenta? Il comitato feste patronali?”. Insomma, non ha fatto mistero che la composizione della giunta non gli sia andata giù e, a chi gli ricordava l'operazione Tulipano, grazie alla quale è riuscito a guadagnarsi un posto in Consiglio, ha replicato: ”E per fortuna che la Tulipano era un candidato sindaco fantasma, altrimenti arrivava al ballottaggio”. Le molte ore della seduta sono scivolate via fra qualche sbadiglio, veloce il giuramento di Azzollini, interventi di routine, diligentemente scritti da parte di molte delle matricole. Stupore e soddisfazione da parte dei consiglieri che da sempre hanno avuto i valori del cristianesimo come guida alla loro azione politica, soprattutto Di Gioia che, ricordando l'Azzollini di qualche anno fa, comunista ed ateo in quella stessa aula consigliare, s'é dichiarato soddisfatto della sua conversione ”sulla via di Damasco”, mentre per la serie “come cambiano le cose”, è toccato ad Annalisa Altomare richiamare la laicità della politica. Rimane poco altro nel taccuino del cronista, in pratica solo la sincera meraviglia per un inizio della seduta quasi in orario, cosa cui ci si era disabituati da anni e il dubbio su come mai nessuno abbia provveduto a far sistemare in questa lunga i microfoni dei banchi consigliari, molti dei quali guasti.
Autore: Lella Salvemini
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