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Non solo santi CORSIVI
15 dicembre 2000

L’unione fa la forza, parola di commercianti. E’ questo l’aforisma che da qualche settimana si bisbiglia fra i negozi della città e che riassume il cambio di mentalità del commercio molfettese. E’ ancora presto per parlare di una svolta storica per il settore e quanto di questa sbandierata nuova mentalità si riverserà nei fatti, è tutto da vedere. Le idee, i progetti, l’entusiasmo non mancano ma nessuno ha dimenticato l’esperienza fallimentare del “Centro Commerciale” nel ‘95. E’ davvero geniale l’idea di concepire questa nuova creatura, il cosiddetto “ipermercato all’aperto”, come risposta fatta in casa al prevedibile arrivo dell’ipermercato più classico. Un sogno, come dice qualcuno. Ma si sa: i sogni, a volte son solo desideri. E’ desiderabile che i commercianti lavorino insieme, ma quanto sarà credibile? Se è noto - tanto per fare un esempio - che esistono ancora dei dissapori sulla questione dell’apertura festiva dei negozi (che qualche commerciante non ritiene opportuna), come è possibile aspettarsi che ci sia consenso su argomenti un po’ più delicati. Cosa succederà quando ci saranno da gestire fondi finanziari? Non è un voler affossare il palpabile entusiasmo che c’è fra gli stessi commercianti; anzi riteniamo che ciò che si sta facendo sia positivo e meritevole dell’incoraggiamento di tutti (checché ne dicano i sempreverdi anticonsumisti). Ma crediamo anche che il futuro di questo progetto si regga sulla capacità di essere trasparenti, sulla capacità di coinvolgere tutti (e non solo i soliti noti) e sulla capacità di essere al di sopra di gelosie e invidie. Non dimentichiamoci della periferia. Da quelle parti non c’è la stessa concentrazione di negozi che c’è in centro e tutto diventa più difficile. Forse non saremo degli esperti, ma passateci quest’ultima considerazione: mettersi insieme per organizzare il concerto, lo spettacolo o quant’altro e per avere voce quando ci si trova di fronte alle istituzioni, va benissimo... ma non basta. Stare insieme dovrebbe significare anche acquisti in comune, marketing integrato. Che poi significa: ridurre i costi e quindi anche i prezzi. Perché io consumatore che devo acquistare una cosa qualunque e so che all’ipermercato (quello al coperto) la pago un tanto di meno, è lì che andrò a fare shopping. E di certo non saranno le marionette, né il trenino, nè tantomeno le caldarroste a farmi cambiare idea. Sarà pure carino vedere tanta gente al corso, ma se rimane fuori dai negozi non crediamo che i consumatori ne sarebbero tanto felici... a meno che non siano diventati davvero dei santi.
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