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Non solo moda: anche arte, cultura e turismo Sottoscritto il protocollo d’intesa tra “Alfa Uno” e il Comune. Ad agosto i lavori
15 febbraio 2000

Sarà il più grosso investimento che sia stato mai realizzato e destinato a modificare il profilo socioeconomico della nostra città, a creare occupazione e un movimento economico di grossa portata e senza precedenti. Stiamo parlando del mega-progetto inizialmente denominato: ”Parco tematico terziario-distributivo”, la “città della moda”- di cui QUINDICI come sempre ha dato le notizie in anteprima - e che è stato presentato due mesi fa dal presidente dell’Asi, Nicola Pontrelli, tra l’incredulità e lo stupore di molti. Non poteva essere altrimenti per le cifre ad “effetti speciali” che furono indicate: 150 miliardi di investimenti, un’area interessata di 260 mila mq., un impatto occupazionale per 700 addetti diretti e 300 nell’indotto, una stima di 1,5 milioni di visitatori l’anno. Il protocollo d’intesa, tra la società “Alfa Uno” e il Comune di Molfetta è stato già sottoscritto e il progetto è stato presentato in consiglio comunale per la presa d’atto. L’iniziativa La società che ha scelto Molfetta per effettuare questo investimento è “Alfa Uno” di Brescia, che distribuisce prodotti manifatturieri per industrie nazionali e internazionali. Questo tipo di struttura sembra essere la nuova frontiera della distribuzione: fondere, nell’insieme di un progetto architettonico coordinato, le funzioni distributive (tutte no-food) con quelle ricreative, del tempo libero e dell’intrattenimento. La filosofia è accattivante: attirare i consumatori attraverso una serie di strutture per il tempo libero. Catturati i clienti con gli “effetti speciali”, inevitabilmente questi prima o poi entrano nei vari negozi. E qui c’è la prima novità: nei negozi del “Parco” la merce in vetrina sarà costituita da capi d’abbigliamento dell’alta moda, le grandi firme, ma alla portata dei consumatori di tutte le fasce. Infatti, non si venderanno le ultime collezioni delle grandi griffe, ma le penultime o terzultime, insomma gli stock di merce invendute a prezzi fortemente scontati. Ma non c’è solo questo. Infatti, il “Parco”, si configura come una vera e propria cittadella con due settori: da un lato un agglomerato di botteghe dai 100 ai 500 mq, dalle caratteristiche architettoniche in linea con le costruzioni del territorio; dall’altro una serie d’attrezzature per il tempo libero e il divertimento come una multisala, parchi verdi, strutture per lo sport, la cultura e il divertimento. Insomma un luogo d’incontro e di richiamo per tutta la Puglia e non solo. Infatti, s’ipotizza un bacino d’utenza fino a due ore di percorrenza veicolare, per una stima di circa 3 milioni di persone l’anno. I lavori dovrebbero iniziare a partire dalla seconda metà di agosto e completarsi entro un anno. Le perplessità Nonostante questi numeri le perplessità non mancano. In primo luogo sugli effetti che una struttura del genere potrà avere non solo sul commercio di tutte le città del circondario, ma anche sul tessuto sociale, anche se, a detta dei promotori, studi e verifiche hanno dimostrato che il “Parco” produce effetti positivi nell’economia del territorio, che così si promuove a livello nazionale, con prospettive di sviluppo anche turistico. Inoltre in questa struttura, troveranno spazio le produzioni tipiche locali, che così avranno una vetrina di forte impatto con positive ricadute sulle aziende locali. Due mesi fa alla presentazione di questa iniziativa, sia il presidente della Regione Distaso che il sindaco Minervini non fecero salti di gioia. Distaso si lasciò andare ad una serie di affermazioni del tipo: “Bello, ma…vedremo”, mentre Minervini fu più esplicito: “Il progetto merita di essere attentamente valutato e seguito, perché è una grossa opportunità per inserire Molfetta in un circuito nazionale capace di attirare cospicui investimenti nei settori terziario, tempo libero e turismo. Certo bisogna anche capire l’impatto che un’iniziativa del genere potrà avere sulla città”. Insomma il timore che un’operazione del genere potesse stravolgere il tessuto commerciale non solo di Molfetta, ma anche dell’intera provincia e regione era la preoccupazione di molti. Dubbi che sembrano essere superati. Una proposta allettante La società “Alfa Uno” di Brescia non ha perso tempo. Per 8 miliardi ha acquistato il suolo (una vera manna dal cielo per l’Asi che così potrà completare l’infrastrutturazione di tutta l’area) e avviato una serie d’incontri con l’amministrazione comunale che alla fine hanno prodotto un protocollo d’intesa in cui, tra le altre cose, si è convenuto di dare all’iniziativa la denominazione di: “Parco permanente attrezzato di Molfetta con connesse funzioni per il tempo libero e attività culturali e ricreative”. Certamente hanno avuto poca fantasia gli ideatori di questo nome, anche se racchiude tutta l’idea dell’iniziativa. Mentre riteniamo importante la scelta di rimarcare il nome di Molfetta nel logo dell’iniziativa. Ma c’è un altro fatto che ha spinto la Giunta comunale a rompere gli indugi, accettando e favorendo l’iniziativa. Si tratta dell’offerta della società “Alfa Uno” di dare alla città un’area di 60 mila mq. e il progetto esecutivo per la realizzazione di una struttura polifunzionale dal nome suggestivo: “Auditorium Melphicta”. In parole povere, la società “Alfa Uno” offre, cioè gratis, l’area e il progetto esecutivo, e il Comune attraverso lo strumento dell’Accordo di programma, si impegna a chiedere i finanziamenti per la realizzazione dell’opera al Cipe, che come si sa, valuta solo le iniziative subito cantierizzabili. Insomma è la classica proposta che non si può rifiutare, anche perché “l’Auditorium Melphicta”, secondo gli ideatori, lancerebbe Molfetta come luogo di riferimento per lo spettacolo, l’arte e la cultura di tutta la Puglia. Auditorium Melphicta L’opera ipotizzata è una struttura polifunzionale costituita da una sala centrale (Auditorium permanente da 800 posti) che potrà ospitare concerti rock, sinfonici, proiezioni cinematografiche, spettacoli teatrali, balletti, conferenze e serate danzanti. Accanto a questa è prevista la costruzione della sala “Auditorium congressuale”, completamente modulabile, cioè con particolari accorgimenti progettuali in grado di modificarne agevolmente gli spazi. Questo significa che si potranno avere più sale in cui si svolgono attività diverse, ma anche che l’Auditorium permanente (800 posti), possa diventare un’unica sala con capienza da 1200 a 2800 posti a secondo della necessità. Fra i tanti usi che vengono ipotizzati, innovativo è l’utilizzo come sala di proiezioni virtuali, cioè si potrà assistere a spettacoli cinematografici tridimensionali. Inoltre questa “sala virtuale” consentirebbe l’utilizzo descrittivo delle caratteristiche paesaggistiche, storico-monumentali del territorio anche per fini didattici. Una struttura del genere non punta solo ad essere un luogo privilegiato per la Puglia, della musica, spettacolo, teatro e danza, ma anche a lanciare la scommessa del turismo congressuale. Questo settore del turismo, che in Italia nel 1999 ha fatturato 10mila miliardi, richiede luoghi attrezzati, strutture di collegamento connesse alla mobilità, dotazioni e fruibilità del patrimonio artistico e culturale in un ambiente gradevole e ricco di beni paesaggistici. Sotto quest’aspetto sia il territorio di Molfetta che tutta la Puglia in generale hanno enormi potenzialità non ancora valorizzate. Insomma un centro congressi a Molfetta all’interno di una struttura polifunzionale come “l’Aditorium Melphicta”, sarebbe la carta vincente per attirare il turismo congressuale nazionale e internazionale. Come si vede siamo di fronte ad una idea forte che ha tutte le caratteristiche per andare in porto, molto dipenderà dalla volontà politica regionale e nazionale di sostenerla. Considerazioni L’iniziativa della società “Alfa Uno” di Brescia ci spinge ad alcune considerazioni. Prima di tutto l’idea che la Zona Asi potesse essere un’opportunità di crescita qualitativa e quantitativa solo dell’imprenditoria locale è ormai superata o quantomeno insufficiente. Anche perché, in un contesto di economia di mercato, né il Consorzio Asi, né l’amministrazione comunale possono decidere quali imprese far insediare nel proprio territorio. E’ però confortante che si tratta di una iniziativa che non si configura come un’impresa del Nord che colonizza il Sud, perché commercio, terziario, tempo libero e turismo, sono settori fortemente connessi con i beni ambientali, storici, culturali e paesaggistici del territorio. Inoltre i circa 1.000 nuovi posti di lavoro non sono una cosa da poco. E le ricadute negative? Francamente è difficile valutarne il peso. Certamente ci saranno, ma le conseguenze positive sembrano di spessore maggiore. Almeno si spera. Francesco del Rosso I numeri del Parco Area complessiva 257.000 mq. Superficie fabbricati 31.700 mq. Posti auto 2.400 Posti autobus 14 Addetti diretti 700 unità Addetti indiretti 600 unità …e dell’auditorium Superficie coperta 5.000 mq. Auditorium permanente capienza 800 posti Sale per congressi modulabili per un massimo di 2.000 partecipanti Spazi commerciali e ristorazione 1.500 mq. Spazi per uffici e servizi 2.200 mq. Hall e reception 800 mq. Posti auto 500 Costo stimato 25 miliardi
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