No alle antenne, continua la protesta nel rione Catecombe di Molfetta
Assenti i rappresentanti dell'amministrazione comunale, che preferiscono evitare il confronto con i cittadini
MOLFETTA - Non è certo la prima protesta contro l’installazione di una nuova antenna quella che il comitato di quartiere del rione Catacombe già da agosto sta portando avanti con determinazione. Ma, d’altro canto, a differenza di quanto i molti che si sono disinteressati probabilmente credono, la vicenda del rione Catacombe non vuol essere altro che uno spunto, un occasionale punto di partenza per affrontare la questione delle stazioni radio base per telefonia mobile a livello cittadino. All’incontro sulle antenne si nota, essendo stati invitati, oltre alla stampa, tutti i partiti, l’assenza di molti dei loro rappresentanti, ironicamente imputata a “motivi metereologici”. Fa eccezione la presenza del Partito Democratico e di Rifondazione comunista (nella foto il consigliere comunale Gianni Porta), i cui rappresentanti partecipano attivamente al confronto. Questo si tiene nella sede dell’ associazione A. Dvorak, che presto (a partire dal primo settembre) ospiterà anche un liceo musicale, il quale offrirà corsi equivalenti a quelli medi e inferiori a quelli dei conservatori. L’associazione e gli abitanti del circondario sono ovviamente estremamente preoccupati per l’installazione della nuova stazione radio base, soprattutto per la sua portata che di poco rientra nel limite (5,98 volt/ m con un limite nazionale di 6 volt/m) ma la loro non è un sconclusionata lamentela fine a se stessa; bensì, oltre a far notare la violazione del principio di precauzione e di “preventiva comunicazione e informazione dei cittadini” (è stata forse l’assenza totale di una pre-informazione a sconvolgere maggiormente) richiedono l’approvazione da parte del consiglio comunale di un piano che stabilisca regole e limiti alle installazioni e consenta un’equa distribuzione del carico elettromagnetico. Non è pensabile, infatti, che siano gli interessi economici dei singoli, per i quali risulta più conveniente la costruzione di pochi impianti di grande portata che di tanti di portata minore, a prevalere sulla salute pubblica. E’ proprio con una dettagliata spiegazione delle ripercussioni che si possono avere sulla salute (manca purtroppo per motivi personali l’intervento del dott. Drago) che si apre l’incontro. Queste dovrebbero spaziare dagli effetti a breve termine,quali disturbi alla vista, depressione ecc a quelli a lungo termine in cui si include il rischio di cancro. E’ pur vero che su questo campo la ricerca non è ancora giunta a risultati certi, ma d’altro canto non è questa una ragione valida per non limitare i rischi ai minori possibili. Se poi da un lato,come ricorda un rappresentante della Lega ambiente, la sindrome NIMBY (not in my backyard, non nel mio cortile, tendenza a considerare alcune tecnologie indispensabili ma non voler prenderne il peso dei riscontri negativi) è da combattere, dall’altro non è su chi non riesce a difendersi, o comunque per interessi economici, che si devi scaricare il peso maggiore. Non ci si può limitare al rispetto delle leggi ma bisogna tendere alla riduzione dei rischi maggiore possibile. La riunione si conclude con l’invito da parte di don Salvatore Pappagallo, dirigente dell’associazione musicale, a un “dialogo musicale”, un concerto offerto dai suoi alunni alla giunta comunale e all’intera cittadinanza per “ringraziare” della considerazione che si è avuta nei confronti della scuola.