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Nessuna traccia dei ladri dell'Istituto Alberghiero di Molfetta
03 febbraio 2006

MOLFETTA – 3.2.2006 Nessuna traccia dei ladri che si sono introdotti nella notte di martedì nella sede dell'Ipssar, l'Istituto Alberghiero di Molfetta, ubicata presso l'Apicella. I carabinieri non sono riusciti a trovare alcun elemento che possa ricondurre agli autori del furto di alcuni computer, della lavagna luminosa, di altro materiale didattico e di una piccola somma di denaro. Un danno non di elevata entità sul piano commerciale, ma enorme per una scuola che deve sempre far fronte alle necessità didattiche. Intanto siamo in grado di ricostruire la dinamica del furto, che non era stato stabilito con precisione, al punto che si erano diffuse in giro notizie false, come quella che le finestre dell'istituto fossero state lasciate aperte per distrazione. Eppure sarebbe bastato guardarsi un po' intorno per capire come fossero andate le cose, senza bisogno di essere un Maigret. In realtà, i malviventi hanno utilizzato prima un grosso sasso, lo hanno scaraventato contro una finestra, rompendola, nell'evidente scopo di verificare l'esistenza di un sistema di allarme all'interno dell'Istituto. Poi hanno utilizzato un'altra finestra per entrare nella scuola: hanno rimosso la zanzariera e poi forzato gli infissi e il gioco è stato facile. Certamente sono stati agevolati dalla mancanza di un sistema di allarme, ma anche da infissi vecchi e un po' malandati. Questo particolare ha favorito la diffusione della falsa notizia delle finestre aperte. In realtà, proprio al momento di lasciare l'istituto, come ogni pomeriggio, la direzione della scuola aveva fatto controllare porte e finestre. Certamente i ladri dovevano essere almeno in tre per poter trasferire la refurtiva dalle finestre alla strada e quindi, presumibilmente a un furgone. E' un altro capitolo del problema sicurezza che in questa città cresce ogni giorno, come confermano anche i commenti presenti sulle notizie del nostro quotidiano on line. E sono proprio i furti a restare assolutamente impuniti e quindi a proliferare (anche se appare evidente che si tratta di una stessa banda), con grande rabbia da parte dei cittadini. Laura Amoruso
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