Nel segno di don Tonino: le edizioni la meridiana
L'intervista
Abbiamo intervistato Elvira Zaccagnino, direttrice delle edizioni la meridiana di Molfetta, per conoscere il rapporto di don Tonino e la sua collaborazione con la casa editrice di Molfetta. Anche questa può essere considerata una delle eredità del vescovo in odore di santità. Nelle biografie di don Tonino si dice de la meridiana la casa editrice ‘fondata da don Tonino’. «Sarebbe facile e conveniente, sull’onda della notorietà che cresce di don Tonino, dire che è così. Le cose stanno diversamente. E stanno in un modo che dice un’intuizione, sua e nostra, che ha visto lungo nel tempo. La meridiana nasce nell’87. Don Tonino era in diocesi dall’83. Da subito molti di noi avevano intrecciato con lui rapporti di collaborazione e scambio: di idee e progetti. Eravamo lì, a volte ogni giorno, a condividere con lui l’esperienza del settimanale diocesano o l’impegno per la pastorale giovanile; quello per i poveri, che lui scovava ovunque, i minori, e l’impegno per la pace anche in Pax Christi. Respiravamo, noi che allora avevamo all’incirca vent’anni, un’aria di rinnovamento e fermento. C’era qualcuno che investiva nei nostri talenti, nel coraggio e nelle utopie che a vent’anni si hanno. Soprattutto con lui e grazie a lui, ha preso in noi piede l’idea che il Sud, il Mezzogiorno, ha nel suo grembo le risorse e le energie per invertire la rotta del suo sviluppo. Dipende dalle scelte che singolarmente e come comunità facciamo se questo accade o no. Un credito sui nostri sogni e la nostra voglia di metterci in gioco. Tra l’andare e il restare, inventandoci da zero un lavoro, abbiamo scelto di restare. Il coraggio per farlo e l’idea che pensarlo era la prima sfida per vincere l’immobilismo della nostra terra viene da lui. In questo c’è la sua fondazione: l’aver fatto mettere radici a un’idea di investimento nella nostra terra. L’averci incoraggiato a farlo. E poi la scelta che questa impresa si giocasse il suo core business sulla cultura, quella della pace e della nonviolenza misurandosi sul mercato e nella ricerca editoriale a partire da un luogo altro rispetto ai centri forti di elaborazione culturale del nostro paese. La cultura come motore per generare cambiamento e sviluppo in un territorio. In questa idea sua, che ha reso nostra, è fondata la meridiana». Quindi non il fondatore ma l’ispiratore «Diciamo il più accanito sostenitore di un progetto la cui portata forse fuggiva anche a noi allora. Ha investito su di noi affidando a noi le sue prime pubblicazioni (La carezza di Dio. Lettera a Giuseppe), permettendo che pubblicassimo il ‘Diario’ di Romero intercettato nella sua visita in Salvador a 10 anni dall’uccisione del vescovo. Con questa pubblicazione abbiamo avuto il nostro esordio e riconoscimento a livello nazionale. Il resto è venuto perché abbiamo continuato a crederci e a investire a partire da qui, da questa terra. A sentire come urgente e mordente la sfida al cambiamento che ha inculcato in noi». Una forma di mecenatismo culturale. «Penso che il rapporto tra don Tonino e la meridiana sfugga ai canoni con i quali siamo abituati a pensare la nascita di una casa editrice. Ma pensarlo e indagarlo questo rapporto, oggi a vent’anni dalla sua morte, può essere utile per ri-generare il processo che allora ci consentì di avviare questa esperienza. Lo scenario di una crisi che costringeva noi giovani del Sud ad emigrare; una persona attenta a giudicare e valorizzarci e a non usarci; un fermento culturale, sociale e di impegno che sollecitava l’affermazione di nuovi modelli di sviluppo da sperimentare, che investisse anche su nuove idee. Mi piace pensare che la meridiana sia stata la prima esperienza di ‘bollenti spiriti’ in Puglia con la diversità che allora non c’erano politiche pubbliche a sostenerci. Stare in piedi dopo 26 anni è una sfida da vincere ancora ogni giorno. Ma se ti guardi indietro, avverti che la strada non l’hai percorsa invano e senti che in quel suo ‘saluto gli amici de la meridiana. Andate avanti e non scoraggiatevi mai. Perchè la vostra è cosa buona che al Signore piace’ sussurrata a Guglielmo Minervini il nostro direttore editoriale il giorno in cui chiamò ad una ad una le persone vicine per salutarle, ti ha incastrato. E ti ha incastrato per il tuo bene». Nel vostro catalogo sono diversi i testi di don Tonino e molti si chiedono che altro di don Tonino potrà esserci da pubblicare «Abbiamo fatto una scelta rigida e fedele nelle scelte editoriali dei testi di don Tonino da pubblicare o rieditare, anche nei modi di proporre e vendere quei libri. Il nostro impegno morale con lui è di non farne un autore dal facile guadagno, per cui tutto va bene se c’è il suo nome o la sua faccia. Gli dobbiamo molto di noi come persone e come casa editrice. Tradiremmo il suo valore, se lo pensassimo un autore di libri da sfruttare commercialmente. La sua parola densa e ispirata ha la capacità oggi, come allora, di provocare. Cioè di ‘vocare’ pro, chiamare a favore di qualcun o di un progetto. I suoi libri nel nostro catalogo sono quelli a cui abbiamo lavorato insieme quando era ancora in vita e quelli che in maniera ‘pensata’ e ragionata arricchiscono e aprono alla riflessione a partire da lui. Come l’ultimo: ‘La coscienza e il potere’, una conversazione del 1992 pubblicata sulla rivista ‘Sudcritica’, non nota al pubblico più numeroso oggi rispetto ad allora di don Tonino. Non penso ci sia l’inedito da tirar fuori. C’è il testo da riscoprire, rileggere chiamando a raccolta le comunità. O meglio le singole persone perché riscoprano la voglia di viversi in comunità, in relazione con l’altro. Se c’è un’idea per la quale don Tonino è il fondatore de la meridiana è quella che genera tutta la nostra produzione editoriale: è nelle relazioni che si sperimenta la forza generatrice del cambiamento efficace e positivo. La rivoluzione lenta e umana, i credenti direbbero evangelica, alla quale ci si educa attraversando anche i conflitti. La rivoluzione che ,un uomo e pastore di grande spessore e apertura culturale quale don Tonino era, ci ha permesso di cominciare, aiutandoci a inventando con noi la meridiana».
Autore: Adelaide Altamura